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Aperi-VenTo!

Fonte: pagina facebook VenTo

Abbiamo organizzato un aperitivo culturale al Politecnico di Milano col il rettore Ferruccio Resta e tutti quei soggetti: aziende, enti, associazioni che hanno sostenuto, sostengono e sosterranno VENTO nel suo percorso.

Un incontro di lavoro e confronto in cui raccontare a che punto è VENTO, il ruolo che un progetto di ricerca applicata ha nel DAStU – Politecnico di Milano e il fare parte del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche.

Un momento per mettere assieme le idee, le prospettive e i diversi punti di vista per accompagnare un progetto di ricerca universitario, di territorio, che continua a fare territorio mettendo in circolo la conoscenza e le esperienze di tutti, per capire come lavorare e interfacciarsi, creando relazioni con le tante realtà che saranno presenti, disegnando la sua linea di futuro.

Ripartiamo da qui in prospettiva di VENTO Bici Tour 2019 e di tante novità.

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Ciclovie come opere strategiche: il lavoro di Fiab premiato nel documento del MIT

di Raffaele Di Marcello – fiab-onlus.it, 19/04/2017

Grandi sorprese nell’uovo di Pasqua per la ciclabilità nazionale. Con il Documento Economia e Finanza 2017 è stato infatti approvato l’Allegato su proposta del ministro del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, dal titolo Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti infrastrutturali, nel quale si individuano le priorità infrastrutturali da qui al 2030.

Fra i paragrafi del documento del MIT, comprese nel sistema nazionale integrato dei trasporti (SNIT), insieme alle strade di grandi comunicazione, ferrovie, porti, interporti e aeroporti, anche le ciclovie, alle quali viene data pari dignità strategica. Tra le rotte privilegiate a livello nazionale quelle segnate dai tracciati EuroVelo e da altri itinerari di interesse nazionale.

Il documento “Connettere l’Italia”, pur con reti EuroVelo e Bicitalia non aggiornate, riconosce altre ciclovie oltre alle quattro già finanziate nella Legge di Bilancio 2016. Nell’elenco compaiono la ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, la ciclovia del Sole, VenTo e Grab; si prosegue con l’anello ciclabile del Lago di Garda e le ciclovie Sarda, Magna Grecia (tra Puglia, Basilicata e Calabria), Tirrenica (quella della prossima edizione Bicistaffetta), l’Adriatica (quella della scorsa) e la Trieste-Venezia.

Un riconoscimento e un’attenzione al mondo della mobilità sostenibile dal parte del MIT che soddisfano Fiab. La Federazione che lo scorso 29 marzo ha incontrato a Roma, presso il ministero, il Gruppo di Lavoro interministeriale incaricato di definire criteri di progettazione e standard per le ciclovie già finanziate. Occasione che è servita anche a ribadire i contenuti del dossier consegnato da Fiab al Ministero dell’Ambiente sulla “promozione della rete ciclabile nazionale” nel 2014.

Durante l’incontro tra Fiab e il Gruppo di Lavoro interministeriale è stato infine consegnato l’aggiornamento della rete Bicitalia. Tre i nuovi itinerari: BI 19 ciclovia Tirrenica, che correrebbe da Ventimiglia a Latina, comprensiva delle ciclovie della Sardegna (come da proposta alla Regione da parte del CIREM dell’Università di Cagliari e della Fiab); BI 20 ciclovia medio padana, che collegherebbe Susa a Trieste, coinvolgendo la futura ciclabile lungo il Canale Cavour in Piemonte; BI 21 ciclovia TIBUR, unendo Pescara a Roma passando per Sulmona e Tivoli.

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Vento Bici Tour 2017: anteprima

Pedalando insieme ricuciamo la bellezza

Dal 2 all’11 giugno 2017, in bici da Venezia a Torino lungo il fiume Po. Iscriviti al Bici Tour

progetto.vento.polimi.it

Ci sono i viaggi in bici e poi c’è Vento Bici Tour: non una vacanza, non una pedalata, ma l’impossibile da costruire insieme. Con la tua bici puoi ricucire la bellezza dispersa lungo le rive del fiume Po. Puoi essere parte di un progetto, quello della ciclabile turistica più lunga d’Italia. Puoi partecipare a un’esperienza da vivere guardando, ascoltando, annusando e gustando: ci devi mettere tutto te stesso, e in cambio parteciperai a qualcosa che ancora non esiste, il percorso ciclabile da Venezia a Torino. Grazie alla bici, un giorno potrà essere di tutti: ma dal 2 all’11 giugno 2017, si apre un’opportunità di pedalare tutti insieme su VENTO.

Per la prima volta, e solo per pochi giorni, sarà possibile pedalare lungo il tracciato di VENTO in sicurezza. Un’occasione unica, fintanto che la ciclabile non verrà realizzata, per scoprire la bellezza di un territorio oggi dimenticato ma straordinariamente ricco di potenzialità. Giornate sui pedali immersi nel paesaggio che accompagna gli argini del fiume, dal mare Adriatico alle Alpi, costellate di eventi nei quali apprezzare la storia, la cultura e i sapori di queste terre. Le aree interne del nostro Paese. Due weekend da vivere in prima persona, per pedalare per la prima volta tutti insieme da Venezia a Torino, lungo il Po, sul futuro del nostro paese.

Un’iniziativa del Politecnico di Milano, ideatore e promotore del progetto VENTO, che ancora una volta esce dai propri laboratori per raccontare al Paese le potenzialità del cicloturismo infrastrutturato e lo stato di avanzamento di questo progetto. Un progetto che mostra al grande pubblico che le università non fanno soltanto formazione, ma hanno la capacità e la forza di innescare importanti cambiamenti culturali.

La quinta edizione di VENTO Bici Tour 2017 offre la possibilità di vivere un viaggio in bici pieno di sorrisi, cultura, condivisione. Un viaggio per assaporare l’atmosfera unica delle regioni attraversate dal Po. Durante le pedalate collettive sono previsti servizi di assistenza, eventi, degustazioni: non pedalerai mai da solo, ma tu, i tuoi amici e la tua famiglia sarete immersi un’esperienza completa in bici. Scopri come iscriverti sul modulo online.

Iscriviti alle giornate di pedalata collettiva: ricuci la bellezza insieme a noi!
Due weekend e sei giorni di bici lungo il Po, da Venezia a Torino, attraverso il territorio di quattro regioni: Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Pedalerai assieme a tanti altri ciclisti, scoprirai i paesaggi dimenticati della valle del grande fiume, degusterai prodotti tipici di queste terre, parteciperai a occasioni di scambio culturale, e godrai della meraviglia della ciclovia VENTO che oggi ancora non esiste ma che in queste giornate potrai apprezzare per quello che sarà.

Solo iscrivendosi al Tour, e solo per queste sei giornate, sarà possibile percorrere il tracciato della ciclovia in progetto partecipando a numerosi eventi. Momenti di dialogo e confronto sui tanti temi che ruotano attorno al mondo del cicloturismo, visita a piccole e grandi perle diffusamente presenti in queste terre (chiese, musei, castelli, borghi storici, …), e degustazione di prodotti tipici del territorio. Grazie alla collaborazione con Slowfood e alla disponibilità di produttori e ristoratori locali, durante le soste intermedie previste all’interno di ogni giornata, sarà possibile assaggiare alcune specialità della tradizione culinaria. I pranzi non sono inclusi nella quota di iscrizione, ma ad un prezzo convenzionato sarà possibile acquistare prodotti alimentari nei punti di sosta.

Agli iscritti al Tour sono garantiti i seguenti servizi: copertura assicurativa, assistenza meccanica, trasporto bagagli, convenzioni alberghiere e assistenza sanitaria. Per l’occasione il percorso di VENTO verrà segnalato.

E per i primi 100 che prenotano, in regalo la maglietta di VENTO!
Se non rientri tra i primi 100 iscritti, puoi comunque acquistare la maglietta, in cotone o tecnica!

Il programma del Tour ancora non è definitivo e potrà subire piccole variazioni. Questo perchè lo stiamo costruendo con i territori, come consuetudine ormai da cinque anni. La collaborazione con i territori è ciò che ha permesso di organizzare eventi straordinari nelle precedenti edizioni, e lo stesso accadrà per questa edizione. Nella sezione che segue, verranno pubblicati via via tutti gli aggiornamenti del programma e nelle prossime settimane troverete indicazione più specifiche relativamente a luoghi e orari.

Programma di massima

Pedalando assieme dal Mare Adriatico al mantovano

ven 02/06, Venezia – Adria

  • Venezia: VENTO Bici tour ai nastri di partenza
  • Lido di Pellestrina: pedalata attraverso il borgo storico
  • Adria: VENTO e cultura, serata letteraria

sab 03/06, Adria – Ferrara

  • Ro: con le spalle al Delta, sosta al Bicigrill
  • Ferrara: una serata nella città estense

dom 04/06, Ferrara – S. Benedetto Po

  • Bondeno: una sosta alla Stellata
  • Revere; visita alle bellezze della cittadina
  • San Benedetto Po: alla scoperta dell’Abbazia del Polirone

Il gruppo di ricerca VENTO prosegue il suo viaggio

lun 05/06, San Benedetto Po – Boretto

mar 06/06, Boretto – Cremona

mer 07/06, Cremona – Piacenza

  • Cremona: VenTo day, un momento di confronto tra Governo, Regioni, Università sullo stato di avanzamento del progetto e sugli sviluppi del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche.

gio 07/06, Piacenza – Pavia

Pedalando assieme dall’Oltrepo alle Alpi

ven 09/06, Pavia – Valenza

  • Alluvioni-Piovera: sosta alle porte del Piemonte
  • Valenza: una serata di festa in piazza

sab 10/06, Valenza – Trino

  • Casale Monferrato: visita guidata della città a pedali
  • Pobietto: sosta alla Grangia
  • Trino: degustazione di prodotti tipici in piazza

dom 11/06, Trino – Torino

  • Torino: il Tour si conclude con una festa in città
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Ricuciamo la bellezza – video

Lo staff di VenTo lancia il video “Ricuciamo la bellezza | Pedalando lungo la ciclovia VENTO”, realizzato da Marco Tessaro per raccontare il VENTO Bici tour 2016 e tutte le bellezze, i volti, il patrimonio e la natura della valle del grande Fiume Po.

Dal Piemonte al Veneto (e non solo).

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Idee su due ruote – Crotta d’Adda

Il lavoro di progettazione e ricerca relativamente al progetto Vento prosegue: gli studenti del Laboratorio di Progettazione Urbanistica (IV anno scuola di Architettura Urbanistica), coordinati dal team del prof. Paolo Pileri, sono stati invitati a ideare progetti di raccordo fra la ciclovia VenTo e le località toccate dal tracciato. Diffondere questi progetti potrebbe portare anche le Amministrazioni Locali ad avere una maggiore attenzione al progetto della ciclabile del Po e alle ricadute potenziali sul territorio: l’adesione al progetto (che peraltro non costa nulla, comporta la volontà di renderne noti i contenuti, rendendo più agevole e proficua la sua realizzazione) è stata molto a macchia di leopardo, con aree che hanno accolto con favore il progetto e altre nelle quali non ci si è (ancora?) attivati per renderlo noto a popolazione e soggetti economici.

Si legge nella pagina di presentazione dei laboratori:

La nostra idea di sviluppo è andata sbiadendosi negli anni.
Soprattutto nei più recenti in cui si è fatta ancor più acuta la pretesa
di immaginare che al benessere sociale corrisponda la grigia urbanizzazione
delle più recenti cementificazioni fatte di capannoni e villette.
Quel modello è fallito e i nostri territori rischiano di fallire insieme a loro.

Oggi dobbiamo metterci alla ricerca di un nuovo progetto di territorio che, siamo convinti, rimetta in primo piano lo spazio aperto come sintesi tra paesaggio, territorio, ambiente e nuove pratiche sociali. In questi decenni di retoriche sviluppiste (che ci lasciano oggi un tasso di disoccupazione peggiore di quello di 20 anni fa) abbiamo forse perso di vista la misura della bellezza di ciò che abbiamo dentro e attorno ai luoghi che abitiamo. Ci spostiamo sempre in auto, dentro una scatola. O ci spostiamo sempre più velocemente lasciando che tutto il resto ci sfugga accanto. I nostri territori trattengono tanta bellezza. Ma la bellezza va scoperta. Bisogna camminarci dentro e attraverso. Pedalarci e correrci. Fermarsi e respirarla.

Tutto ciò ha bisogno di spazi, percorsi, aree che diventano la punteggiatura attraverso cui ri-mettersi in contatto con gli spazi apertie scoprire che non ci sono solo gli interni e gli spazi pubblici, ma gli spazi aperti dove agricoltura, natura e patrimoni storici e urbani del passato attendono sguardi che li ricomprendano. Gli studenti del IV anno di Architettura si sono misurati con il tema di come rigenerare il movimento lento sul territorio utilizzando la bicicletta, non tanto per riaccendere l’emozione e il gusto di libertà che dà, ma come strategia per rigenerare un territorio ricco di spunti e opportunità. Oggi il progetto urbanistico è anche qualcosa che non si misura con i volumi ma con l’intenzione di studiare nuove forme per interpretare la relazione culturale tra uomo e spazio aperto, con la capacità di ri-evocare congiunzioni perse sotto il peso eccessivo di una cultura degli interni e del cemento, in cui lo spostamento è un esercizio troppo disgiunto da ciò che si attraversa al punto da esserne estraneo, mentre qui lo spostamento diviene la narrazione centrale in cui scoprire, godere, apprezzare, sentire, imparare, prendere coscienza del paesaggio. La destinazione invece diviene una semplice pausa del tra un’esperienza di movimento e la successiva.

Vi avevo già presentato il progetto riguardante Somaglia elaborato da un gruppo di studenti. Ora propongo il progetto di un altro gruppo che si è concentrato sua zona compresa fra Pizzighettone e Spinadesco.

Gli studenti hanno ideato un progetto in grado di valorizzare, oltre al tracciato lungo il Po, anche l’alzaia del Canale Cremona-Milano, che in realtà non è mai stato completato e si ferma nei pressi di Pizzighettone.

Segnalo che dei comuni coinvolti ad oggi ha aderito al progetto il Comune di Spinadesco e (non direttamente interessato ma confinante) il comune di Grumello Cremonese ed Uniti.

Tavole di progetto

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Torino, aperitivo con VenTo

Giovedì 20 ottobre a Torino, presso la  Bibliomediateca Mario Gromo, ci sarà la proiezione del film “VenTo, l’Italia in bicicletta lungo il fiume Po“.

L’evento sarà preceduto dall’Aperitivo Bikers organizzato da Ciclocucina (ore 19,30)

Alla proiezione saranno presenti due degli autori (Pino Pace e Stefano Scarafia) e Camilla Munno, del team di progettazione.

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Roma: al via il Grab

Roma: al via il Grab, Grande raccordo anulare delle biciclette

44 chilometri dall’Appia Antica alle architetture contemporanee di Zaha Hadid e Renzo Piano

Entro i prossimi mesi si avvieranno le attività di progettazione e realizzazione del Grande Raccordo Anulare delle Biciclette (GRAB) di Roma.

E’stato, infatti, firmato, il 21 settembre scorso al Campidoglio, il protocollo d’intesa tra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e il Sindaco di Roma Capitale, Virginia Raggi, per il GRAB, la ciclovia che completa la prima fase del sistema delle ciclovie turistiche nazionali, iniziata lo sorso 27 luglio con la sottoscrizione dei protocolli d’intesa per le ciclovie “Del Sole”, “Ven-To” e “Dell’acqua”.

Ciclovie turistiche: il GRAB di Roma

Grazie all’accordo siglato, il Campidoglio potrà subito mettersi al lavoro rispettando il cronoprogramma: entro 90 giorni sarà fatta la stima economica del progetto di fattibilità e nei successivi 180 giorni il piano verrà consegnato al Ministero.

La ciclovia prevede oltre 44 chilometri di percorso, interamente in piano, tra i siti d’interesse storico-artistico-archeologico: parte dalla Roma antica e dalla Appia Antica e arriva alle architetture contemporanee di Zaha Hadid e di Renzo Piano, alla street art del Quadraro e di Torpignattara unendo tra loro Colosseo, San Pietro, Trastevere e il centro storico, la Galleria Borghese, l’Auditorium e numerosi altri punti di interesse, attraversando parchi e inaspettati paesaggi bucolici, costeggiando i fiumi Tevere, Aniene e Almone.

Il percorso correrà per 30,5 chilometri lungo vie pedonali e ciclabili, per altri 6 chilometri su strade poco trafficate e per il resto su strade a traffico intenso, dove però il tracciato ciclabile sarà adeguatamente protetto. Una volta ricuciti tra loro questi lunghi segmenti e assicurata la ciclopedonalizzazione della passeggiata archeologica tra Colosseo e Appia Antica, la Capitale e il Paese avranno “un corridoio verde, una greenway unica e irriproducibile”.

GRAB Roma: i commenti

Subito dopo l’accordo il Ministro Delrio ha dichiarato: “Con la firma di oggi prende il via la fase di progettazione e realizzazione del grande raccordo anulare delle bici di Roma, che ha tutte le carte in regola per essere la più bella ciclovia del mondo. Il Grab non poteva mancare nella nostra idea di un sistema nazionale delle ciclovie turistiche, con l’appoggio del Governo agli enti locali, per realizzare vere e proprie infrastrutture di mobilità sostenibile, con pari dignità rispetto alle altre infrastrutture nazionali e con pianificazione e finanziamento pluriennali. Il Grab, ideato da Velolove, per le sue location monumentali e paesaggistiche avrà una forte attrattiva  per i cittadini e per i visitatori, e può essere realizzato in tempi rapidi grazie a un’opera di riqualificazione e di ricucitura dei tratti esistenti”.

“La realizzazione del Grab è un grande passo verso una mobilità più sostenibile a Roma – ha dichiarato Virginia Raggi – Non solo: sarà un’occasione per valorizzare le identità e le eccellenze del nostro territorio. Uno strumento di promozione del patrimonio storico-artistico che viaggerà su due ruote. Il Grande raccordo anulare delle bici è un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni. Una sinergia messa al servizio dei cittadini per dare loro un’infrastruttura concreta all’insegna del rispetto dell’ambiente e che punta a ricucire centro e periferie pedalata dopo pedalata. Un progetto condiviso anche con le associazioni ciclistiche e ambientali. Un progetto fatto con i cittadini, per i cittadini”.

Mobilità dolce: le strategie del Governo

Il GRAB è tra i progetti previsti dal sistema nazionale di ciclovie turistiche, inserito nella Legge di Stabilità 2016; al settore sono stati assegnati per il triennio 91 milioni di euro: 17 milioni per il 2016, 37 milioni per il 2017 e 37 milioni per il 2018.

Due i criteri utilizzati per i primi quattro percorsi prioritari individuati: “dall’alto” tenendo conto delle indicazioni della  rete ciclabile  “Eurovelo” e, in considerazione del “Piano straordinario per la mobilità turistica” di Mit, Mibact e Regioni, “dal basso” con quattro tracciati già delineati da studi di fattibilità, redatti da parte di associazioni, privati e enti, proponendo il riuso e la ricucitura di percorsi esistenti, identificabili come parti di una unica rete nazionale e con livelli di qualità comuni.

Le vie di comunicazione sostenibili dovranno essere riservate esclusivamente per viaggi non motorizzati, salvaguardando l’ambiente e il territorio circostante, con standard soddisfacenti per essere percorse da utenti di tutte le abilità.

Ricordiamo i percorsi delle altre tre ciclovie:
– la Ciclovia “Ven-To” da 680 chilometri, che collega Venezia a Torino;
– la Ciclovia “Del Sole”, da 300 chilometri che va da Verona a Firenze;
– la Ciclovia “Dell’Acqua”, da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE), lunga circa 500 chilometri.

Con la firma del Grab, tutte le 4 ciclovie sono incamminate sul percorso amministrativo. Gli atti firmati rappresentano una “road map” in cui si descrivono le azioni in capo a ogni ente, Mit, Mibact e Enti locali, tra cui, in sintesi:
– nel 2016 la sottoscrizione dei protocolli e lo stanziamento dei fondi per la progettazione;
– nel 2017 la progettazione dei tracciati, gli accordi di programma con gli enti locali interessati dai percorsi, le prime gare per la realizzazione delle ciclovie e l’apertura dei primi cantieri;
– nel 2018 la chiusura dei primi cantieri e le altre gare per la realizzazione delle ciclovie con l’apertura e la chiusura degli ultimi cantieri.

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Parole e immagini per ricucire la bellezza

Parzialmente sovrapposto alla settimana europea della mobilità è in corso il VenTo Bici Tour 2016. Il tema di questa edizione è “Ricuciamo la bellezza” (qui il programma completo). E, finalmente, si può cominciare a preparare ago e filo, con i 91 milioni di euro in tre anni inseriti in legge di stabilità, destinati ai 4 principali progetti legati alla mobilità ciclistica su scala nazionale, fra i quali figura proprio la ciclovia del Po. Il 21/09 gli incontri hanno interessato la mia zona, ovvero la provincia di Cremona e il Basso Lodigiano: in mattinata a Casalmaggiore si è parlato della “Tangenziale dei bambini“, a pranzo a Cremona si è tenuta una conferenza su intermodalità e navigazione fluviale e, in serata, un incontro in Piazza del Popolo a Somaglia, con tema “Gli scrittori del Po”.

Io a Somaglia ci sono andata, ed è stata, freddo a parte, una serata piacevole ed interessante. E diversa da come me l’ero immaginata, perché non mi aspettavo questo tipo di testimonianze, portate da persone anche più giovani di me. Testimonianze legate al territorio, alla sua evoluzione… cose che ho potuto toccare (almeno in parte) con mano anche io.

Prima di tutto, vediamo chi sono i protagonisti, quanto meno quelli che hanno parlato dal palco:

  • Alex Corlazzoli, di Offanengo (CR), maestro elementare e giornalista del “Fatto Quotidiano”, autore di “Gita in Pianura”, ha fatto da moderatore della serata.
  • Alessandro Sanna, di Ostiglia (MN), pittore ed illustratore, ha realizzato un libro per immagini con protagonista il Po.
  • Roberto Peia, originario di Lodi, è il fondatore di Upcycle café (Milano).
  • Stefano Rotta, un giovane collaboratore della “Gazzetta di Parma” che ha vinto il premio “Enzo Biagi” per giovani cronisti, ha scritto “Gente di provincia”, nel quale ha raccontato storie raccolte fra Po e Appennino.
  • Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano, coordinatore del progetto VenTo, si occupa di consumo di suolo; ha scritto alcuni libri anche di carattere divulgativo, fra i quali “Vento – la rivoluzione leggera a colpi di pedale e paesaggio
  • Alessandro Giacomel, fa parte del gruppo di ricerca che si dedica al progetto VenTo.

img_20160921_214024Gli ospiti hanno raccontato la loro storia e le loro storie per parole e immagini, tutte legate alla pianura e al fiume e, più o meno direttamente, alla bicicletta: un mezzo che, come un filo, può legare comunità anche distanti fisicamente ma non così “distanti”, accomunate come sono dal lento fluire dell’acqua. Il fiume è coprotagonista delle storie di vita di molte persone, luogo di sofferenza e sopravvivenza in passato, ora luogo di rinascita per chi vuole restare legato ad un territorio che sente parte di sé e che col suo lavoro vuol veder rinascere, recuperare dignità in un mondo sempre più globalizzato, in una Nazione che sembra voler regolare tutto in funzione dei grandi centri urbani. A legare queste storie le parole di Corlazzoli, che, con le parole del suo libro, ha parlato del mutare nel tempo del territorio e delle persone, la cementificazione, gli ipermercati, l’arrivo dei “forestieri” prima (e con forestieri si intendevano lodigiani, bergamaschi…) e immigrati poi, in una comunità piuttosto chiusa nella quale ci si chiamava non per nome ma per soprannome.

A fare gli onori di casa c’era, ovviamente, il sindaco di Somaglia, comune che, insieme a molti altri centri rivieraschi (e non solo) del lodigiano, ha aderito al progetto nel corso del VenTo Bici Tour del 2014. Il territorio di Somaglia è stato anche oggetto di analisi da parte di un gruppo di studenti del Politecnico di Milano, che ha elaborato una proposta di intervento per collegare l’abitato al percorso principale della ciclovia.

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Il progetto: potenzialità e legame col territorio

ventoPileri e Giacomel hanno spiegato brevemente la filosofia che sta dietro al progetto e le possibili ripercussioni sul territorio. Due aspetti sono stati messi in evidenza: la prima è la funzione di connessione fra territori che un’opera di questo genere può contribuire a realizzare, interessando comunque una fascia di territorio che è più ampia di quella fisicamente servita dalla ciclovia. Questa connessione però non può aver luogo senza l’azione concreta delle amministrazioni locali, che devono fare rete per sfruttarne le potenzialità. Un esempio che ha portato Pileri è relativo ai siti UNESCO che sono presenti lungo l’asse del Po: sono circa una decina, e gli amministratori delle località interessate si sono incontrati la prima volta qualche giorno fa a Ferrara, nell’ambito del VenTo Bici Tour.

Giacomel ha invece detto di essere rimasto colpito principalmente dalla forza delle donne, e sono tante, che, in contesti ambientali ed economici difficili, hanno ripreso in mano la loro vita per imbarcarsi in imprese toste, recuperando un rapporto col territorio che veniva dato ormai per perduto.

Le storie del Po e della pianura

Roberto Peia

Cresciuto nella cascina della Fam. Cerri a Melegnanello, da giornalista si è trovato disoccupato e si è dovuto reinventare una vita, e lo ha fatto fondando un’azienda su due ruote, un corriere espresso che faceva consegne a Milano e dintorni in bicicletta. Occupazione, questa, che gli ha consentito di vedere gli aspetti belli e brutti della metropoli, gli angoli nascosti e i cortili, così come le situazione di degrado, che puntualmente annotava nel suo taccuino. Da questa storia è nato un libro, “Tutta mia la città“.

La sua passione per la bici lo ha portato ad aprire a Milano, in via Ampère, l’Upcycle Café, dove si può mangiare e bere, ascoltare storie di bici, assistere a presentazioni di libri e filmati. Da questa esperienza è nato “Dalla padella alla bici – 50 ricette per fughe golose

L’ultimo libro scritto da Peia è…un noir su due ruote, la storia di un corriere che si trova a fare un trasporto “scottante” per un’associazione criminale. Si intitola “A rincorrere il vento – storie di pedali, pistole e puttane”.

Stefano Rotta

Con due amici fotografi ha vagato per cinque anni fra Po e Appennino alla caccia di storie. Persone, vite… con particolare riguardo a chi negli anni ’40 aveva la loro età (25 anni o poco più). Ne è nato un libro, “Gente di provincia” (qui la pagina facebook dedicata), in cui queste storie vengono raccontate, e molte di esse sono legate al Po. Persone che vivevano il fiume e di fiume: contadini, pescatori… una vita dura, che ha lasciato il segno sui loro corpi ma che queste persone, potendo tornare indietro, rivivrebbero esattamente nello stesso modo. Oggi c’è ancora la “gente del fiume”, ma il rapporto simbiotico col Po è scomparso, probabilmente anche a causa della cementificazione. Ora però, forse a causa della crisi, i giovani stanno tornando al territorio, e sono più vicini ai loro “vecchi” rispetto ai giovani di qualche anno fa.

Alessandro Sanna

fiume-lentoCome molti della mia generazione e di quella che ci ha preceduto si è allontanato dalla sua terra, trasferendosi in una città più grande. Alla sua terra però è tornato per costruirvi la sua famiglia. Fra le altre sue attività ha dipinto una serie di acquerelli che avevano come protagonisti paesaggi e genti del Po, i cambiamenti delle stagioni lungo il corso del fiume. Queste tavole sono state viste da un’editrice americana, che le ha raccolte in un libro. Successivamente il libro è uscito anche in Italia col titolo “Fiume lento” ed ha trovato diffusione anche in altri paesi europei e non solo ad (esempio in Cina), le tavole originali sono state esposte a Praga mentre, paradossalmente, la sua Mantova non ha ancora dato al suo lavoro piena visibilità.

In chiusura di serata ha mostrato un filmato con le sue opere, e devo dire che sa smuovere emozioni anche con pochi tratti di pennello. Forse perché dimostra che, per entrare nel cuore delle persone, non è sempre necessario puntare lontano. A volte basta guardarsi intorno, nel proprio mondo, e saper vedere, cogliere sensazioni ed emozioni per poi riportarle su carta.

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VenTo bici tour 2016 – Programma

Qualche mese fa era uscita la notizia relativa all’organizzazione del VenTo Bici Tour 2016. Ora è disponibile il programma definitivo dell’evento, che si terrà dal 17 al 25 settembre, con partenza da Venezia.

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programma

Scarica il volantino in pdf

Scarica il programma in pdf

Visita il sito dedicato.

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Nasce il sistema delle Ciclovie Turistiche Nazionali

progetto.vento.polimi.it

Il 27 luglio non lo ricorderemo solo come il giorno della nascita di questa grande visione che è la Rete delle ciclovie turistiche nazionali, ma anche come una tappa fondamentale in cui il nostro Paese ha scelto di dare credito a un diverso modello di sviluppo. La mobilità ciclabile e il cicloturismo sono due leve strategiche per il territorio, per l’occupazione, per il paesaggio, per l’economia diffusa e per rianimare le comunità locali nelle nostre aree interne. Investire sulla ciclabilità non è la fissa di qualcuno o il capriccio di qualcun altro ma è un’opzione di sviluppo a impatto zero e a effetto assicurato a cui non possiamo e non dobbiamo rinunciare. Hanno fatto bene il Governo e le Regioni a impegnare risorse per iniziare a realizzare quello che sarà un intervento strutturale per la società e l’economia del territorio. Non va dimenticato che a firmare il protocollo c’erano sia il Ministero delle infrastrutture che quello dei Beni Culturali e del Turismo. Il primo è titolare dell’infrastruttura ciclabile che è il mezzo abilitante grazie al quale avremo centinaia di migliaia di turisti. Il secondo è titolare della cultura della cura del paesaggio italiano e dei suoi beni che è ciò che i cicloturisti vogliono scoprire. Il cicloturismo è la condensazione di entrambe le dimensioni e non può essere solo pista ciclabile come non può essere solo uno sgambettare sul territorio per strade ordinarie. Il cicloturismo che abbiamo proposto con VENTO è esattamente un progetto di territorio, paesaggio, società che supera e include le infrastrutture. La visione di VENTO, come della rete che si vuole generare, ci spinge più in là e ci fa piacere che Governo e Regioni abbiano raccolto questa sfida senza cedere ad alcun ribassismo. Ci fa piacere, come istituzione scientifica quale è il Politecnico di Milano, aver ideato e consegnato VENTO al Paese come contributo per migliorare la qualità della vita, perché questo è uno dei nostri compiti civili. Siamo grati a Governo e Regioni per questo atto di impegno che è un riconoscimento del nostro lavoro come di quello degli altri. Ora si tratta di iniziare a progettare e realizzare, ma non è finito il tempo per comunicare, far capire e far conoscere le potenzialità del cicloturismo. Quindi ci aspettiamo che il territorio, con tutte le sue meravigliose e diverse energie, ci supporti ancora e inizi a prepararsi al cambiamento che arriverà prima del previsto. A settembre saremo sul territorio con VENTOBiciTour (17-25/09) proprio per rilanciare VENTO e il cicloturismo e sarà importantissima la risposta del territorio. Chiudo ringraziando tutti, ma proprio tutti quelli che hanno creduto in VENTO in questi 6 anni. Il successo condensato in questa firma è merito loro: cittadini, imprese, aziende agricole, associazioni, media, comuni, province, regioni, fondazioni, enti, ministeri e tutte le persone che ne animano l’attività. Sono loro, assieme a noi Politecnico di Milano, che hanno indicato al Paese una strada nuova da seguire. Ciclabile ovviamente.

Scarica il documento dal sito del MIT

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