Articoli con tag: città

Una ciclabile non fa primavera

di Manuel Massimo – bikeitalia.it, 20/03/2017

La polemica è sempre dietro l’angolo e troppo spesso quando un’amministrazione decide di realizzare una ciclabile si trova a dover affrontare gruppi di cittadini difensori dello status quo e del parcheggio libero, meglio se selvaggio. A nulla servono le valide argomentazioni con cui l’amministrazione di turno illustra il progetto, elencandone i vantaggi dal punto di vista dell’ambiente e della vivibilità delle strade: se la ciclabile elimina posti auto il cittadino autodipendente vedrà soltanto un ostacolo in più per trovare l’agognato parcheggio, quella ricerca spasmodica per cui spende centinaia di ore l’anno. Troppo facile prendersela con la ciclabile: “In fondo non si capisce perché la debbano fare proprio lì e non altrove e poi, diciamocelo, quanto verrà utilizzata? Vuoi mettere una bella sfilza di parcheggi a bordo strada ambo i lati quanto sarebbero più utili per tutti…”.

Ecco: finché in Italia il livello del dibattito sul tema sarà questo, la ciclabilità resterà al palo perché lì l’hanno lasciata gli amministratori pro tempore che per creare meno malumori possibili e garantirsi la rielezione hanno scelto di ipotecare il futuro della mobilità nuova in cambio di un presente dove l’automobile è ancora considerata un totem e chi pedala viene messo ai margini, della carreggiata così come dell’agenda politica. La direzione che stanno prendendo le principali città dei Paesi più attenti all’ambiente, alla vivibilità e alla salute pubblica è decisamente quella della ciclabilità: incrementare gli spostamenti in bicicletta fa parte della soluzione, continuare a privilegiare i motori è un serio problema.

Nel suo piccolo, il caso della ciclabile di Via Armando Diaz a Sassari rappresenta in modo abbastanza chiaro il tema: la realizzazione di una corsia ciclabile su strada, protetta da un robusto cordolo di cemento, che crea continuità negli spostamenti a pedali tra la periferia e il centro della città è diventata motivo di scontro e attacco all’amministrazione che ha deciso di realizzarla al posto dei parcheggi destinati alle auto. Il tutto su una strada a senso unico dove la sosta era consentita su entrambi i lati: grazie alla realizzazione della ciclabile non solo è stata riasfaltata *tutta* la via dopo 20 anni, ma gli stalli del parcheggio (ridotti da 128 a 68) sono ora *tutti* gratuiti. Una soluzione apparentemente win-win, ma destinare spazio alle bici “sottraendolo” alle auto fa ancora effetto e in alcuni cittadini genera malcontento.

E così la ciclabile diventa motivo di contesa, pietra dello scandalo e finanche pretesto per attaccare l’operato di un’amministrazione comunale: perché eliminare il parcheggio significa minare le certezze di chi si sposta in auto anche per andare a comprare il giornale all’edicola in fondo alla strada, dove legge articoli di cronaca locale che pompano il caso della “ciclabile della discordia” perché in fondo la colpa del traffico a qualcuno o a qualcosa bisogna pur addossarla “e non sarà mica colpa di chi si sposta in auto, ma di chi non gli dà gli adeguati spazi per potersi muovere e fermare in santa pace. E poi qui non siamo mica a Copenaghen…”.

Le motivazioni addotte dagli oppositori della ciclabile in questione è che, a loro dire, la larghezza della carreggiata sarebbe insufficiente a garantire il passaggio dei mezzi di soccorso, ma la risposta dei tecnici non lascia spazio a interpretazioni di sorta: se 3,10 metri vi sembran pochi, sottolineano altresì che si tratta di una larghezza di 35 centimetri superiore ai 2,75 metri minimi previsti per una corsia urbana. Nel mirino dei no-ciclabile sono finiti anche i cordoli in cemento larghi 50 centimetri, ma la motivazione alla base di tutto guardando le immagini sembra essere un’altra: con questo tipo di sistemazione su quella strada sarà impossibile sostare in doppia fila e chi era abituato a trovare sempre subito parcheggio dovrà modificare le proprie abitudini rendendosi conto che la scelta di utilizzare l’automobile sempre-e-comunque non è quella giusta.

Una ciclabile non fa primavera, soprattutto in un contesto dove mediamente i percorsi destinati alle bici fioriscono in un ginepraio di strade realizzate quasi esclusivamente a uso e consumo dei mezzi a motore: ma se in quelle giungle d’asfalto – che sono le nostre città – qualcosa può cambiare in meglio sarà di certo perché sbocceranno nuovi spazi per chi pedala, non perché sarà realizzata l’ennesima corsia per aumentare la portata di una strada già congestionata dal traffico motorizzato.

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Le 10 città più inquinate in Italia per pedalare

Complice il bel tempo (qui al Nord, intendo) ad inizio anno si ricomincia a parlare di inquinamento atmosferico. Riporto quindi questo articolo. Ha circa un anno, ma dubito che nel frattempo sia cambiato molto…

di Riccardo Tempo – urban.bicilive.it, 17/12/2015

Nel frattempo, noi vi riportiamo la classifica delle dieci città italiane più inquinate secondo i dati dell’Istat (usciti a novembre 2015) riguardanti il 2014 e, a breve, ritorneremo con altri articoli pertinenti questa tematica, su tutti l’impiego delle mascherine antismog contro i fumi tossici.

Intanto vi consigliamo di comprare una maschera dal marchio EN 149 (norma europea sull’efficienza minima filtrante), di cui troverete tre categorie diverse: FFP1 (efficienza filtrante minima del 78%), FFP2 (del 92%) e FFP3 (del 98%).

Quali sono le 10 città più inquinate in Italia?

Abbiamo suddiviso la classifica in due tronconi, basandoci sui parametri del PM₁₀ e del diossido di azoto (conosciuto anche come biossido di azoto). Nei due capitoletti successivi, oltre alle tabelle sui rispettivi valori, troverete una breve spiegazione tecnica su entrambe le sostanze.

Vista di Frosinone, città medaglia di bronzo al valor civile, prima per inquinamento da PM₁₀ (credit Wikipedia)

Le 10 città più inquinate in Italia secondo i valori di PM₁₀

Il PM₁₀ (Materia Particolata, dall’inglese Particulate Matter) rappresenta una delle frazioni in cui è suddiviso il particolato, cioè l’insieme delle sostanze sospese nell’atmosfera. Queste particelle microscopiche hanno un diametro aerodinamico uguale o inferiore a 10 µm (micrometri), corrispondente a dieci millesimi di millimetro.

Il PM₁₀ e le altre tipologie di polveri sottili derivano sia da processi naturali (erosione del suolo, eruzioni vulcaniche…) sia da processi legati alle attività umane (su tutte la combustione) e possono causare effetti cancerogeni, come provato dalla comunità scientifica internazionale.

L’Unione Europea ha emanato la direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria in Europa, attuata il 13 agosto 2010 anche in Italia grazie al Decreto Legislativo 155/2010, che stabilisce il valore massimo per la media annuale di PM₁₀ in 40 µg/m³, il valore massimo giornaliero in 50 µg/m³ e il numero massimo di 35 giorni fuori soglia durante un anno.

Purtroppo, i valori sopraccitati vengono spesso superati ma, visto il numero dei cittadini italiani favorevoli all’uso della bici, degli spostamenti a piedi o sui mezzi pubblici in perenne aumento, siamo convinti che i piccoli (a volte anche grandi) miglioramenti avvenuti in qualche realtà non siano frutto del caso.

Comuni N° max di superamenti della media giornaliera di 50 μg/m 3 Valore massimo della concentrazione media annua (in μg/m 3 )
Frosinone 110 46
Torino 94 40
Alessandria 86 38
Vicenza 77 36
Benevento 75 33
Cremona 71 37
Lodi 71 37
Milano 68 26
Cagliari 65 41
Palermo 64 44

Confrontando questi dati rispetto a quelli del 2013, denotiamo come (nonostante i valori restino critici in parecchie città) ci sia stato un miglioramento climatico in numerose località. Napoli, per esempio, è passata da 120 a 40 giorni oltre i limiti consentiti, Milano da 81 a 68, Verona da 79 a 43, Venezia da 74 a 66 e Padova da 68 a 59, mentre sono peggiorate Roma (da 41 a 43), Palermo (da 34 a 64) e Cagliari (da 35 a 65).

Frosinone e Torino, in testa a questa triste classifica, hanno comunque migliorato i propri dati.

Brescia, “Leonessa d’Italia” e patrimonio dell’UNESCO, prima per inquinamento da diossido di azoto (credit Luca Giarelli / CC-BY-SA 3.0)

Le 10 città più inquinate in Italia secondo i valori del diossido di azoto

Il diossido di azoto (NO₂) è un gas dall’effetto cancerogeno, che manifesta i propri effetti soprattutto sulle vie polmonari e viene prodotto in maggior parte dai motori diesel.

Osservando la tabella sottostante, si noti come Torino e Palermo siano gli unici due capoluoghi a mantenere la top ten rispetto a quella precedente. Sono state riportate solamente le 23 città in cui sia stata superata la soglia per la protezione della salute umana di 40 µg/m³.

foto del grafico sull'inquinamento da diossido di azoto nelle città italiane secondo i dati Istat 2014.

Bari, Cagliari, Padova e Verona sono gli unici grandi comuni a non avere mai oltrepassato i limiti, mentre Milano e Salerno hanno fatto registrare i numeri peggiori sul superamento della soglia fissata per la media oraria (200 µg/m³) di diossido di azoto, rispettivamente in 64 e 42 occasioni contro un massimo di 18 consentito.

Per maggiori informazioni, visita il sito Istat (Istituto nazionale di statistica) e leggi il rapporto “Qualità dell’ambiente urbano – Fattori di pressione”.

Per saperne di più sulla classificazione delle sostanze cancerogene, visita il sito IARC (International Agency for Research on Cancer).

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Le migliori città italiane da scoprire in bicicletta

di Chiara Marras – ecobnb.it, 19/08/2016

Il vento che ti attraversa i capelli, l’ebrezza di una discesa veloce, i profumi della natura e della città, la libertà: niente è irraggiungibile, tutto è più vicino e tutto è più bello in bicicletta.

Ci sono alcune città d’Italia che sembrano essere nate per essere visitate e vissute in bici, dove le macchine piano piano spariscono e tutti scelgono di pedalare, grazie anche a un’amministrazione attenta all’ambiente che investe in piste ciclabili. Ma quali sono? Quali sono le città da visitare in  una vacanza in bici? Scopriamolo insieme!

1. Lucca, città a misura di bicicletta

Lucca in bicicletta

Foto di Ștefan Jurcă via Flickr

Proprio qui, dove fu invitato il motore a scoppio, macchine non se ne vedono. Il centro storico di Lucca infatti è un enorme isola priva di auto dove sfrecciano davvero tante biciclette! Potrai percorrere per intero le meravigliose mura per poi addentrarti nelcentro storico per visitare il Palazzo Ducale, la Torre dell’orologio e tutte le meraviglie che questa incredibile città medievale offre.

Cosa vedere a Lucca? Scoprilo con la nostra guida green!

2. Verona da scoprire su due ruote

Verona, una città amica delle bici

Foto di Stanislav Georgie via Flickr

Lungo l’Adige, attraverso i ponti e poi il giro dell‘arena: girare in bici a Verona ti permette di vedere in poco tempo le meraviglie del centro e sentirti parte della città. Sono tanti gli itinerari che si possono percorrere in tutta tranquillità, visto che il centro è zona a traffico limitato, per un mix di arte, cultura e tradizioni.

Da non perdere: Un itinerario di tre ore in bicicletta da Verona a Vicenza oppure un’avventura su due ruote dalla città degli innamorati al lago di Garda

Informazioni utili: Verona bike, la nostra guida green

3. Firenze in bici è più bella!

Firenze

Foto di Antonio Cinotti via Flickr

Passare dalle opere senza tempo del centro di Firenze ai parchi in pochi minuti: con la bici è possibile! Anche il centro di Firenze, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, è chiuso al traffico e le sue dimensioni lo rendono perfetto per un giro sulle due ruote. Il sole, la bici e le meraviglie di questa incredibile città rinascimentale: cosa c’è di meglio?

Per il tuo viaggio a Firenze c’è la nostra guida green!

4. Torino e i suoi 175 km di piste ciclabili

Scopri Torino in bici

Foto di Maurizio Montanaro™ –  via Flickr

Dai capolavori architettonici ai parchi metropolitani, Torino offre ai suoi cittadini e turisti ben 175 km di piste ciclabili. Non bisogna essere grandi atleti, tutto è in pianura, e dalla bici, la città è avvolta da un’atmosfera diversa, lontano dal traffico e dai suoi rumori. Percorrendo i viali alberati, raggiungerai il suggestivo centro storico con le sue stupende piazze e facciate per poi spostarsi lungo il Po, nel bellissimo Parco del Valentino o lungo le sponde della Dora Riparia.

Info utili: Noleggio bici in cittàScopri la nostra guida green per scoprire le meraviglie di Torino!

5. Ferrara, la città con più biciclette in Italia

Scopri Ferrara in bici

Foto di Brzyska Małgorzata via Flickr

Tra tutte, è Ferrara la città che può vantare il maggior numero di bici per abitante. Non c’è mezzo migliore per scoprire le sue caratteristiche e tortuose stradine, per percorrere i nove chilometri di mura che abbracciano il centro storico e per scoprire le grandi opere del Rinascimento. Gli storici la indicano come la prima città moderna d’Europa: è il connubio perfetto tra la storia che ogni strada e angolo raccontano e l’innovazione.

Info: Ferrara in bici

Scopri la città e i suoi verdi dintorni con la nostra guida.

6. Bologna: nel centro le auto lasciano posto alle biciclette

Bologna in bici

Foto di Matteo via Flickr

Bologna è sicuramente una città amica della bici, l’amministrazione favorisce l’uso quotidiano di questo mezzo ecologico. In un centro dove le macchine non posso passare, la bici sembra la soluzione perfetta. Passare tra le due famose Torri, innamorarsi della Piazza Maggiore, scoprire i numerosi monumenti, ma anche i locali e scorci segreti della vita bolognese: in bici diventa un’esperienza unica.

Info: Biciclette pubbliche a noleggio

Quale pietanza devi assolutamente provare? Quali sono gli angoli più suggestivi della città? Scoprilo con la nostra guida!

7. Trento e Rovereto unite da una pista ciclabile

Scopri Trento in bici

Foto di Alessio Maffeis via Flickr

Anche nel capoluogo trentino potrai vedere numerosi abitanti e studenti universitari muoversi tra le vie del centro in bici e potrai così sentirti parte della città. Dal MUSE, il bellissimo museo della scienza nel quartiere progettato da Renzo Piano, al Duomo e poi sino al castello del Buoncosiglio, con le montagne che fanno da sfondo: Trento è una città a misura d’uomo che offre ai suoi visitatori meravigliosi scorci.

Info: Bike sharing e-motion Guida green a Trento

Da non perdere: l’Itinerario in bicicletta dal MUSE di Trento al MART di Roverto

8. Parma, la città delle biciclette

Parma in bici

Foto di Carrie Zimmer via Flickr

Tra gli edifici storici, la cultura gastronomica, il fiume: Parma è un tuffo al cuore, è una città vivace, è arte e storia, è cordialità e cibo. E per scoprire la sua vera essenza non resta che salire sulla bici e iniziare a pedalare.

Info: La Cicletteria, la nuova velostazione dove puoi anche noleggiare le bici. Vuoi organizzare una vacanza a Parma? Leggi la nostra guida green

Da non perdere: l’itinerario in bici da Parma al Castello di Torrechiara

9. Rimini, pedalare lungo il mare

L'arco di Augusto di Rimini

Foto di LANZATE via Flickr

Le prime cose che ci vengono in mente pensando a Rimini sono ombrelloni, estate e divertimento. Ma Rimini non è solo quello: èstoria e cibo, prima di tutto. I riminesi si spostano in bici e pedalando ti senti davvero parte della città e non semplice turista. Potrai così scoprire l’Arco di Augusto, il più antico e meglio conservato arco romano, il Ponte di Tiberio, le piccole taverne e per poi pedalare lungo il litorale, con le sue spiagge e i suoi pescherecci. È una città dove l’antico si sposa con il moderno e che nonostante la forte vocazione turistica offre un’autenticità tipicamente italiana.

Info: il servizio di bike sharing della città

Leggi la nostra guida per scoprire le meraviglie di Rimini!

10. Pesaro e la Bicipolitana

Pesaro

A Pesaro c’è la Bicipolitana, una metropolitana in superficie dove al posto delle rotaie ci sono le piste ciclabili e al posto dei treni ci sono le bici. Quattro linee, che collegano le diverse zone della città, rendono gli spostamenti su due ruote ancora più semplici. La città di origini romane, tra le colline e l’Adriatico, ha un fascino unico e dal sapore antico.

Info: Bike sharing

Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza.

(Herbert George Wells)

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Sunrisebike Ride

Sunrisebike Ride: in bicicletta all’alba esplorando la città

di Stefano Bogo – urban.bicilive.it, 04/04/2016

Da due estati, all’alba, si svolge un evento molto particolare: Sunrisebike Ride, il tour organizzato da ASD Ciclistaurbano con l’obiettivo di riscoprire la bellezza delle città italiane pedalando a un orario insolito, cioè al sorgere del sole.

Urban.BiciLive.it sposa in pieno la filosofia di Sunrisebike Ride e si mette al suo fianco per promuovere questo evento che non solo permette a molte persone di godersi una pedalata molto particolare, ma lancia anche un messaggio: pedalare in città è possibile, pedalare in città è il nostro futuro e dobbiamo permettere a sempre più persone di scoprirlo.

Sunrisebike Ride è una pedalata in città lungo un percorso di circa 10 km facilmente affrontabile da tutte le generazioni, che cercherà di valorizzarne tutti gli aspetti caratteristici e le nuove realizzazioni dedicate al mondo bici (piste ciclabili, percorsi protetti).
La partenza sarà esattamente al sorgere del sole e si potrà partecipare con qualsiasi tipo di bicicletta.

Come nasce l’idea del SunRiseBike Ride

L’idea nasce da 4 ragazzi che amano pensare pedalando e credono nella bicicletta come generatore di energia positiva a emissioni zero.

Già dalle prime edizioni (nel 2014 e 2015), sono state centinaia le persone che hanno partecipato alle singole tappe, condividendo lo spirito dell’idea orientato a uno stile di vita che ricerca la valorizzazione delle cose semplici, quelle che ti restituiscono ossigeno puro e sole in faccia.

“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani. Perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare, vivere e pedalare!”, questo è il motto guida per l’edizione 2016 di Sunrisebike Ride.
Quindi, se hai voglia di vedere la città lontana dai rumori, dal traffico e vuoi riappropriarti della sua bellezza, non ti resta che andare sul sito ufficiale sunrisebikeride.it e scegliere la tappa a cui partecipare. Le iscrizioni sono aperte.

Qualche info utile

Una maglia identificherà lo spirito dei partecipanti e verrà consegnata a tutti gli iscritti, assieme al kit promozionale degli sponsor, nei giorni che precedono la tappa (le modalità sono consultabili sul sito ufficiale). Nel costo dell’iscrizione di 10 euro per gli adulti e 2 euro per i ragazzi fino a 12 anni è compreso anche il costo dell’assicurazione.

Altro tratto fondamentale di Sunrisebike Ride è il ristoro predisposto a conclusione della tappa(anch’esso compreso nel costo del biglietto). Grazie infatti alla collaborazione con aziende specializzate nella produzione e commercializzazione di alimenti derivanti da colture protette come Alce Nero, sarà possibile gustare una ricca colazione caratterizzata da prodotti nutrienti, in pieno stile Sunrisebike Ride.

Inoltre Sunrisebike Ride conosce bene le abitudini dei suoi partecipanti e all’arrivo non farà mancare il caffè per tutti offerto da Dorhouse, altra importante azienda partner e specialista del caffè in cialda.

In bici ci si dà del tu, amano dire gli organizzatori, ed è proprio questa l’atmosfera che si respirerà a Sunrisebike Ride: centinaia di persone che condivideranno qualcosa di insolito e speciale pedalando insieme in una città che ancora dorme in una mattina d’estate, quando il caldo è piacevole, i colori sono puliti e l’aria trasmette semplice energia serena lontana da qualsiasi tipo di stress.

Ecco le tappe di Sunrisebike Ride previste dal tour 2016

Firenze – 16 aprile 2016 (in occasione del Florence Bike Festival)
Bologna – 28 maggio 2016
Valencia (SPA) – 4 giugno 2016
Modena – 18 giugno 2016
Milano – 26 giugno 2016
Cesenatico – 24 luglio 2016
Mantova– 17 settembre 2016
Palermo – 25 settembre 2016 (in definizione)

È prevista anche una tappa extra-confine: Valencia, non a caso studiata ad hoc per il ponte del 2 giugno.
Se ci fosse ancora qualche dubbio sull’opportunità di puntare o meno la sveglia all’alba almeno per una volta quest’estate, non ti resta che leggere le parole entusiaste di chi ha partecipato lo scorso anno e vedere le foto dei protagonisti: ecco il magazine della passata edizione.

SunRisebike Ride è un evento organizzato dall’associazione ASD Ciclistaurbano e da quest’anno ha un partner come Urban.BiciLive.it che ha sposato in pieno la filosofia dell’evento. Vi aspettiamo per una pedalata all’alba!

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Le città rinascono senz’auto

di Manuel Massimo – bikeitalia,it, 11/01/2016

La bellezza di una strada di città senz’auto, libera dal traffico motorizzato e con aria pulita, è indiscutibile e assoluta: piace a tutti, come sanno i creativi delle pubblicità di automobili che fanno di tutto per spingere il loro prodotto stando ben attenti a non rappresentare caos, smog e ingorghi stradali. Quelli sono “danni collaterali” compresi nel prezzo, di cui si accorgerà ben presto il nuovo acquirente, che con il suo acquisto contribuirà a creare le condizioni per produrre traffico e inquinamento: proprio ciò da cui vorrebbe fuggire lontano, per ironia della sorte, a bordo della sua auto.

E così gli spot-a-motore – onnipresenti e pervasivi, perché la lobby dell’auto spende molto in campagne pubblicitarie – sono un concentrato di situazioni ai confini della realtà: l’auto protagonista si muove senza intoppi su strade senza buche e senza alcun tipo di imprevisto. Nonostante l’esistenza di un codice di autodisciplina pubblicitaria la rappresentazione dell’auto sembra essere esente da una qualsiasi aderenza con la realtà: si punta a magnificare le prestazioni del motore (e non i limiti di velocità, non sia mai!), si proiettano corse degne di una gara di Formula 1 in strade urbane (e bisogna fare molta attenzione per riuscire a leggere la microscopica scritta in sovrimpressione “filmato realizzato in circuito chiuso da piloti professionisti: non imitare), i mezzi vengono rappresentati come rispettosi dell’ambiente (e abbiamo visto tutti che cosa è venuto fuori dalloscandalo emissioni che ha coinvolto la Volkswagen e non solo).

Le città rinascono senz’auto: non è un’affermazione utopistica, ma la constatazione che dove si è deciso di cambiare paradigma di trasporto, favorendo i mezzi pubblici e incentivando realmente la popolazione ad andare a piedi e in bicicletta la vivibilità è nettamente migliorata. Forse non tutti sanno che Danimarca e Olanda non sono sempre state il paradiso delle bici: hanno semplicemente capito prima degli altri che puntare sull’automobile avrebbe soltanto peggiorato la vivibilità delle strade e dell’ambiente e hanno scelto di cambiare paradigma già negli Anni Settanta.

In Italia, invece, è successo esattamente il contrario: fin dal boom economico degli Anni Sessanta il possesso di un’auto è stato visto come uno status symbol e le politiche del trasporto sono state plasmate a uso e consumo degli automobilisti ma soprattutto del principale produttore nazionale di automobili, la Fiat, che per decenni ha goduto di sovvenzioni statali in un mercato protetto e in continua crescita. L’auto come sinonimo di libertà è una tra le più grandi mistificazioni che si possano concepire: se c’è un mezzo che ti rende schiavo questo è proprio l’automobile, come sanno quelli che la usano e soprattutto quelli che non la usano più.

Negli ultimi anni anche nel nostro Paese ci sono stati tanti piccoli segnali deboli che, messi insieme, potrebbero essere l’avvisaglia di qualcosa di più serio e organico: nel 2011 per la prima volta dal Dopoguerra la vendita delle bici ha superato quella delle auto, c’è un rinnovato interesse per l’ambiente e la vivibilità delle strade da parte dei cittadini e anche la politica sembra aver capito che il modello si sviluppo “senz’auto” non è solo possibile ma anche auspicabile.All’orizzonte ci sono le elezioni comunali nelle grandi città d’Italia che in primavera eleggeranno i propri sindaci: è tempo che la mobilità nuova entri nell’agenda politica dei candidati a sindaco e poi nei piani di sviluppo urbanistici di chi sarà eletto. È un’occasione troppo importante per il futuro di tutti.

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Trekking urbano il 31 ottobre

Trekking urbano: il 31 ottobre tutti a piedi nelle città tra arte e sapori tradizionali

di Germana Carillo – greenme.it, 19/10/2015

Siena, piazza del campo

Sport, arte, enogastronomia e voglia di (ri)scoprire gli angoli più nascosti di unacittà, in due parole: Trekking urbano. Torna sabato 31 ottobre in 50 città, con Siena capofila, sparse in 19 regioni d’Italia, la Giornata nazionale del Trekking urbano, giunta alla sua dodicesima edizione.

Sarà quest’anno un trekking urbano contornato dalla migliore tradizione enogastronomica italiana, un viaggio all’interno dei gusti del Belpaese.

Nell’anno di Expo Milano, la XII Giornata nazionale del Trekking Urbano sarà così un evento da vivere attraverso i cinque sensi e dedicato ai percorsi “prelibati” con al centro luoghi “simbolo” dei prodotti tipici: dal Mercato della verdura di Chieti alla storica azienda vitivinicola Carpenè Malvolti e al Museo del Caffè Dersut a Conegliano, dal mercato coperto di Piazza Cavour a Forlì fino al percorso delle Osterie del Ciliegiolo a Narni, ai mercati storici del Capo, della Vucciria e di Ballarò a Palermo e al Palazzo Roccabruna – Casa dei prodotti Trentini a Trento.

Il Made in Italy. L’edizione 2015 sarà caratterizzata da itinerari con degustazionedi prodotti, vini e piatti simbolo della cucina italiana: dai fichi farciti di Amelia alla sfoglia di Bologna, dai maccheroni con frutti di mare di Ancona alle olive all’ascolana di Ascoli Piceno, dai DOCG Greco e Fiano di Avellino ai mostaccioli di Cosenza fino ai ciaffagnoni di Manciano, passando per il dolce di San Siro a Pavia, al Tiramisù di Treviso fino alle eccellenze DOCG di Valdobbiadene e al Vermentino di Gallura DOCG di Tempio Pausania.

Lontani dal turismo tradizionale. Grazie alla nuova edizione di Trekking urbano, si potranno visitare luoghi spesso chiusi al pubblico oppure poco attraversati dal turismo tradizionale: dai monasteri di Cividale del Friuli agli scorci medievali di Asciano; dal Teatro Villani di Biella ai castelli Normanni di Favignana; dall’area mineraria Laveria Lamarmora di Iglesias all’antica Via per Genova a La Spezia; dalla Fonte Maggiore a Macerata al palazzo delle Terme Berzieri a Salsomaggiore Terme, passando per il Ponte delle Torri e dall’antico giro dei condotti a Spoleto, per arrivare al castrum di Vittorio Veneto e ai panorami mozzafiato del Moiariello di Capodimonte e della Pedamentina di San Martino a Napoli.

Per tutte le informazioni potete contattare il Servizio promozione turistica del Comune di Siena al numero 0577 – 292128 oppure inviare un’e-mail a turismo@comune.siena.it, mentre tutti gli itinerari sono disponibili sul sito www.trekkingurbano.info, sulla Pagina Facebook e sul Profilo Twitter.

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Levano i parcheggi, aggiungono piste ciclabili, e le vendite dei negozi salgono…

…e chi lo avrebbe mai detto?

Benzina Zero

Broadway, a Salt Lake City, con piste ciclabili e intersezioni protette. per fare le piste ciclabili hanno levato posti auto.

Le piste ciclabili richiedono spazio. Ma ogni volta che le amministrazioni propongono di levare parcheggi i commercianti si preoccupano.

Crescono però le prove che, quando più piste ciclabili e meno parcheggi fanno parte di un piano generale per rallentare il traffico, la gente fa più volentieri acquisti nei negozi locali, e i commercianti vendono di più. (Ci sono numerosi studi che lo dimostrano)

In uno studio sulle nuove piste ciclabili di Salt Lake City, la conversione di parcheggi in strada in piste ciclabili ha incrementato gli affari dei commercianti locali. Per esempio:

Il proprietario di un negozio di piante, John Mueller of Paradise Palm, ha visto le vendite salire come risultato della ciclabilità locale.

“Le piste ciclabili e i limiti di velocità aiutano a rallentare il traffico automobilistico

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#30elode, strade sicure

E per i bambini un concorso: “Caro Renzi, vorrei andare in bici perché…”

#30elode, per strade più sicure

La riforma del Codice della Strada è l’occasione per allargare a tutte le strade urbane le “zone 30”, quelle in cui non può essere superato il limite dei 30 km/h. Una campagna della Federazione italiana degli amici della bicicletta chiede al governo di far prevalere l’interesse di pedoni e ciclisti, utenti vulnerabili, su quello degli automobilisti

altreconomia.it, 02/10/2015

Se un auto e un pedone si scontrano, e l’auto viaggia a 50 chilometri orari, l’impatto equivale a una caduta da 9 metri d’altezza. Se quell’auto viaggiasse a 30 km/h, invece, sarebbe paragonabile a una caduta da 3,6 metri, che può essere fatale solo nel 5% dei casi. È questo solo uno dei motivi che -secondo la Federazione italiana degli amici della bicicletta (FIAB)- dovrebbe portare il governo italiano ad inserire nel nuovo Codice della Strada il limite dei 30 km/h come standard di velocità per le strade urbane.

In occasione della ripresa della discussione della legge delega per la modifica al Codice, FIAB ha così promosso la campagna nazionale #30elode, sul tema della sicurezza nelle città, con un incontro stampa a Montecitorio e gli interventi dei deputati Paolo Gandolfi e Mirko Busto, del Gruppo interparlamentare della mobilità nuova e ciclistica.

Tra le modifiche richieste per il Codice della Strada, molte riguardano chi si muove in bicicletta: la velocità delle auto è infatti la prima causa di mortalità per chi viaggia in bici.

L’iniziativa #30elode di FIAB vede protagonisti in primis i bambini di tutta Italia, invitati a mandare dei messaggi al governo attraverso il concorso “Caro Renzi, vorrei andare in bici perché…”: il Parlamento e l’esecutivo devono prendere provvedimenti volti a tutelare l’utenza vulnerabile della strada, per garantire sicurezza per chi si muove a piedi o in bicicletta.

“In contesti urbani ormai caratterizzati da una mobilità motorizzata e spesso con alta velocità, sentiamo tutti l’esigenza di città diverse, dove muoversi in libertà e sicurezza anche a piedi o in bicicletta per andare a scuola, al lavoro, a fare la spesa o ai giardinetti sotto casa -ha spiegato Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale FIAB-. L’iniziativa #30elode coinvolge direttamente i bambini che rappresentano le generazioni future: dopo tanti infruttuosi tentativi, ci auguriamo che le esigenze e i desideri dei più piccoli possano essere la vera scintilla per un concreto cambiamento verso una mobilità più sostenibile per le persone e per l’ambiente”.

Il video di presentazione della campagna #30elode di FIAB, già on line su http://www.30elode.org, dà il via al concorso a premi di dieci settimane riservato ai bambini tra i 6 e i 13 anni: per partecipare i ragazzi devono scrivere una email di circa 1000 battute che, iniziando con “Caro Renzi, vorrei andare in bici perché…”, racconti le motivazioni e i desideri personali di questa richiesta.

Le lettere vanno inviate entro metà dicembre all’indirizzo matteo.renzi@30elode.org e saranno pubblicate sul sito http://www.30elode.org e condivise su Facebook e Twitter.

Ogni settimana i giovani autori dei messaggi che ottengono il maggior numero di visualizzazioni-nell’arco di 7 giorni dalla messa on line su 30elode.org e sulla base delle statistiche di Google Analytics- riceveranno dei bellissimi premi: una bicicletta Lombardo da bambino o ragazzo, una maglia da campione del mondo di ciclismo Santini, kit luci e altri accessori per la bicicletta offerti dagli altri sponsor (Shimano, Confindustria-Ancma) e una copia del libro “Più bici più piaci” di Paolo Pinzuti.

Il concorso “Caro Renzi, vorrei andare in bici perché…” terminerà alla vigilia di Natale con l’estrazione di un grande premio finale. “L’augurio di FIAB per tutti i bambini -dice ancora Giulietta Pagliaccio- è di trovare sotto l’albero anche il regalo dei nostri legislatori che, riformando il Codice della Strada, tengano in considerazione le esigenze dei cittadini del domani”.

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Le città bike-friendly sono anche più ricche

Le città bike-friendly sono più ricche oltre che più sicure: questo è la conclusione di un ampio studio portato avanti dall’Università della California nell’ambito del programma Active Living.

Tuttogreen, 03/07/2015

La mobilità sostenibile è stata tradizionalmente associata ad una tematica strettamente correlata alla questione ambientale e spesso lasciata alla sensibilità individuale rispetto all’impatto che semplici abitudini quotidiane possono avere sulle sorti del Pianeta ma in realtà si tratta anche di una questione economica, e le città bike-friendly rappresentano bene questo nuovo paradigma.

E’ provato che le città dove i trasporti sono più sostenibili, che promuovono l’uso di mezzi di mobilità ecologici, come le bici, sono anche anche le più ricche.

In effetti sembra che le città in cui i residenti sono più attivi fisicamente presentano un notevole vantaggio rispetto ad altri cittadini più avvezzi alla sedentarietà, misurato attraverso una migliore produttività economica, migliori prestazioni scolastiche oltre ad una popolazione più in salute.

Secondo un report prodotto dall’Università della California – San Diego, le città, all’interno di una società globalizzata e competitiva, hanno l’imperativo economico di promuovere e favorire forme di mobilità sostenibile (camminare, andare in bici e utilizzare i mezzi del trasporto pubblico) oltre ad aumentare la disponibilità di spazi verdi e disincentivare l’uso dell’auto.

Questa ricerca analizza più di 500 studi già esistenti provenienti da oltre 17 Paesi per tracciare un profilo complessivo degli effetti di un incremento dell’attività fisica nel contesto urbano.

Nel complesso si rivela come i progetti che includono camminare e usare la bici in città comportino un ritorno in termini di benefici economici, quantificabili in circa 20 dollari per 1,50 dollari investiti. Ciò avviene grazie ad un aumento delle opportunità commerciali per i negozi locali, da una minore congestione causata dal traffico e da una riduzione del tasso di inquinamento cittadino. In sintesi, quindi, le città bikefriendly si rivelano tendenzialmente più ricche delle altre.

Forse affrontare la questione della mobilità sostenibile anche in termini di ritorno economico può costituire una valida attrattiva sia per i governanti (tramite semplici misure, come l’incremento di spazi aperti e aree verdi e la realizzazione di piste ciclabili) che per i cittadini, chiamati a contribuire con uno stile di vita più attivo con l’incentivo di un aumento della ricchezza della propria città.

La ricerca della University of California ha individuato 5 aree dello spazio urbano in cui intervenendo si aumenta la possibilità che gli abitanti prendano la bici o vadano a piedi invece che usare l’auto:

  • Spazi pubblici e parchi: far in modo che gli abitanti possano vivere vicino a degli spazi verdi e percorsi di jogging o passeggiate ‘verdi’ separate dalla strada
  • Design urbano: quartieri progettati per un uso misto, sia per per auto che piste ciclabili e pedoni, rendendo le strade sicure per tutti non solo per chi le percorre in auto.
  • Trasporti: infrastrutture per l’uso della bici e per camminare: una rete di mezzi pubblici sicura e accessibile
  • Scuole: vicine a dove vivono gli studenti che le frequentano, scuole di quartiere in cui poter fare anche degli esercizi fisici
  • Abitazioni e uffici: incoraggiare l’attività fisica con scale accessibili e parcheggi più lontani

Il paper evidenzia una serie di iniziative che le cittadine possono attuare per promuovere l’attività fisica dei propri abitanti, pubblicizzando ad esempio il fatto che le strade senza auto parcheggiate hanno un minore tasso di crimini, o anche, che gli studenti attivi fanno meglio anche negli studi, e che l’attività e il movimento aiutano a mantenere la salute sia fisica che mentale.

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Città amiche della bici

La classifica delle città amiche della bicicletta: Copenhagenize 2015

tuttogreen.it, 18/07/2015

Lo sapevate che esiste una vera e propria classifica delle città amiche della bicicletta? Non troppo a sorpresa è made in Denmark e per il primo anno premia proprio la capitale danese, che scalza Amsterdam dal primo posto.

Nel 2015, secondo il rapporto della Copenhagenize Design Company, un’azienda danese di urban planning che da alcuni anni stila la classifica delle città più bike-friendly del mondo, è Copenhagen la migliore città per muoversi su due ruote.

Amsterdam, prima in classifica negli anni precedenti, è scivolata al secondo posto con il sorpasso della capitale danese, il cui primato è giustificato dai 290 km di piste ciclabili, dai parcheggi dedicati alle bici e dall’apposita segnaletica stradale oltre all’efficiente servizio di bike sharing e al quasi 40% della popolazione che usa le due ruote per muoversi in città.

Tra i parametri presi in considerazione sulle 122 città di tutto il mondo valutate per sceglierne le 20 più virtuose vi sono: le politiche attuate per la ciclabilità e la mobilità sostenibile, la presenza di infrastrutture adeguate (come piste ciclabili, stazioni per il bike sharing e parcheggi per bici) e la cultura della popolazione sulla mobilità sostenibile e sull’uso della bici come mezzo di trasporto quotidiano.

Oltre al Nord Europa (Danimarca e Olanda), anche le città francesi vantano una vasta rappresentanza tra i primi posti con rappresentanti come Strasburgo, Nantes e Bordeaux, che si rivelano decisamente a misura di ciclisti.

Fino al ventesimo posto si tratta prevalentemente di città europee, come Barcellona, Berlino e Lubiana, che si dimostrano le più bike-friendly del mondo insieme a Buenos Aires, che un po’ a sorpresa conquista la quattordicesima posizione, davanti a città con fama di essere ben più amiche della bicicletta, come ad esempio Montreal, ventesima.

Le città italiane, anche quelle, come Milano e Torino, che negli ultimi tempi si sono maggiormente impegnate nella mobilità sostenibile, restano fuori dalla classifica per cui occorreranno ancora molti sforzi per raggiungere i livelli di città bike-friendly come quelle del Nord Europa.

FOCUS: Amsterdam e l’incubo del parcheggio per le bici

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