percorsi sterrato

Rallarvegen

Il “Rallarvegen”, 80km in bicicletta nel cuore della Norvegia

helloworld.it, 07/02/2017

La bicicletta è il mezzo ideale per ammirare la Norvegia. Per soffermarsi sugli angoli più incantevoli e lasciarsi avvolgere dalla natura magnifica e selvaggia. Ovviamente, pedalare lungo le vallate, sopra le montagne e costeggiare i fiumi non è un gioco da ragazzi; e per godersi una vacanza sulle due ruote tra i fiordi norvegesi bisogna essere ben allenati.

La Norvegia però, con le sue eccellenti infrastrutture, fa di tutto per rendere agevole e organizzare al meglio un tour in bicicletta. Disseminati lungo tutto il paese ce ne sono molti, da quelli più noti (ci sono dieci itinerari cicloturistici nazionali) a quelli più originali (ad esempio attraverso le isole Lofoten).

In questa mappa, sviluppata dal sito visitnorway, hai solo l’imbarazzo della scelta per il tuo itinerario, e puoi trovare oltre alle posizioni dei punti-informazione, anche tutti gli hotel e ristoranti da prenotare lungo il tragitto.

L’itinerario Rallarvegen

Noi però abbiamo deciso di consigliartene uno, un’ottima via di mezzo tra avventura e relax: si tratta del cosiddetto “Rallarvegen“, uno degli itinerari più belli da affrontare sulle due ruote.

È l’antica strada di servizio utilizzata dagli operai che hanno costruito la linea ferroviaria, e parte da Haugastøl e raggiunge Flåm, lungo un percorso di 82 chilometri. Volendo si può optare anche per una strada più breve, di 56 km, che parte da Finse. Vediamo nel dettaglio come si sviluppa il tour.

La prima parte del viaggio arriva fino a Finse, ed è lunga 27 chilometri. Si comincia il percorso da Haugastøl, qui si trova un ufficio turistico che ti darà tutte le informazioni di cui hai bisogno. Si possono affittare anche le biciclette (all’incirca 50 euro per 2 giorni del weekend, con incluso il trasporto con il treno da Flåm). Tra le opzioni più interessanti c’è quella di spedire i bagagli nelle stazioni successive del tour, per viaggiare più leggeri.

Finse è uno dei punti più alti del Rallarvegen e in autunno già si vedono alcuni picchi montagnosi innevati. A Finse ci sono due ottime soluzioni per il pernottamento, l’Hotel Finse 1222 o la Finsehytta Mountain Lodge. In questo tratto di strada malagevole bisogna prestare molta attenzione, è quindi una buona idea portarsi dietro un kit per la riparazione di emergenza. Qui si può ammirare il ghiacciaio Hardangerjøkulen, il sesto più grande paese, e provare anche prelibatezze locali come waffles e sluskesuppe.

Una volta lasciata Finse, si percorre la strada che porta da Hallingskeid a Vatnahalsen, per 17 chilometri. Il paesaggio in questo punto diventa più aspro e selvaggio. Vicino Myrdal si trova il Vatnahalsen Mountain Hotel, altra ottima soluzione per dormire. 

Questo è l’ultimo tratto di viaggio, alcuni tornanti e una strada perlopiù in discesa raggiunge il Flåmsdalen dove si chiude il Rallarvegen. Qui la strada è estremamente ripida e bisogna stare molto attenti. Il consiglio è quello di scendere dalla bicicletta e spingerla a mano per evitare brutte cadute.

Il viaggio si conclude nella valle di Flåmsdalen, meravigliosa. Molte le soluzioni per pernottare, una buona idea sarebbe quella di restarci qualche giorno. Qui la natura norvegese si mostra in tutto il suo splendore. Montagne aguzze, cascate verticali, fiumi argentini e verdi vallate. Hai tutto il tempo per riprendere il fiato, respirare profondamente, guardarti intorno e ascoltare il suono della natura. Il giusto premio al termine della corsa.

Per informazioni  www.rallarvegen.com

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The Great Trail

Nascerà in Canada il sentiero (ciclabile) più lungo del mondo: 24mila chilometri

Il primo luglio del 2017 il Canada festeggerà i suoi primi 150 anni di Storia. E lo farà completando un progetto iniziato nel 1992: il sentiero ciclabile (ma praticabile anche a piedi, con i pattini, a cavallo e con gli sci di fondo) più lungo del mondo. Oltre 24mila chilometri.

thenexttech.startupitalia.eu, 12/09/2016

 Il primo luglio 2017 il Canada festeggerà i suoi primi 150 anni di Storia. E lo farà inaugurando The Great Trail, il più grande sentiero del mondo dedicato a chi ama camminare o andare in bici. Iniziato nel 1992, sarà lungo 24mila chilometri e collegherà 15mila località diverse in tutto il Paese. Da costa a costa, passando per le grandi città e puntando al nord, verso luoghi più inesplorati e selvaggi. Da Saint John’s, nell’Isola di Labrador, sulla punta sud occidentale, fino a Vittoria, sull’isola di Vancouver, nell’estremo est. Il tragitto è stato studiato per scoprire le bellezze e i paesaggi del territorio canadese ed è in fase di completamento (per ora siamo all’87%).

Divieto assoluto per le automobili

Il Great Trail è pensato esclusivamente per chi ama viaggiare senza l’ausilio di mezzi motorizzati. Il divieto per le automobili, di qualsiasi tipo e cilindrata, è totale. Al centro del progetto c’è la riscoperta naturale e ancestrale di un territorio vasto ed eterogeneo. Un itinerario che racchiuda i 150 anni di una nazione affascinante ma ancora ricca di territori incontaminati. Alcuni tratti potranno essere percorsi anche a cavallo o usando i pattini. E d’inverno, per affrontare la neve, sulle fat bike o con gli sci di fondo.

Ma alcune zone sono state pensate per gli amanti del trekking e della Mountain Bike.

Altri numeri

Si è calcolato che poco meno del 30% del percorso si trova lungo corsi d’acqua, fiumi e laghi. Compreso il tratto finale che segue la foce del fiume Mackenzie, il più lungo del Canada. L’80% della popolazione canadese vive a meno di 30 minuti dal percorso. Non è un caso. La volontà non è solo quella di attirare turisti ma di rappresentare un’opportunità per le popolazioni locali.

Per capire la bellezza dei luoghi che verranno attraversati è stato pubblicato un trailer di notevole impatto.

Canada. Le storie, gli uomini

Lungo un percorso così articolato è impossibile non incappare nelle “storie” di persone e fatti che hanno segnato e disegnato quei luoghi. Così, sul sito ufficiale, ècomparsa una sezione dedicata, estremamente affascinante. Un quadro, fatto di tinte diverse, che raffigura i lati più interessanti, e meno conosciuti del paese della foglia d’acero.

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Meglio tardi che mai…

La ciclabile sì, ma dopo l’Expo

bikeitalia.it, 20/11/2015

Meglio tardi che mai: pochi giorni fa è stata inaugurata la pista ciclopedonale di Nova Milanese, un percorso green scelto e finanziato dalla Regione Lombardia per raggiungere in maniera ecologica Expo 2015. L’apertura al pubblico è avvenuta il 15 novembre, due settimane dopo la chiusura di Expo: segno che la ciclabilità non era evidentemente in cima ai pensieri di chi doveva e poteva impegnarsi di più per cercare di aprire il percorso quantomeno a manifestazione in corso.

La notizia, riportata dal sito online Il Cittadino di Monza-Brianza, evidenzia come i collegamenti in bicicletta con il sito di Rho dell’Expo siano stati un po’ marginalizzati rispetto allo spazio concesso ai parcheggi per le auto e ai collegamenti di trasporto pubblico locale. Il 29 giugno scorso avevamo già scritto in merito alle difficoltà di raggiungere l’Expo in bici e di poter legare la propria due ruote nei pressi dei padiglioni espositivi (a meno di non recarsi in un determinato punto di accesso, mentre altri ingressi non erano provvisti di stalli per bici).

L’intervento di Nova Milanese è stato pensato per favorire gli spostamenti in bici nel tratto che collega il Parco del Grugnotorto con la ciclabile che costeggia il canale Villoresi. L’area del Parco Nord con questa nuova opera di ricucitura della ciclabilità è stata sicuramente valorizzata: non è stata sfruttata per l’Expo, speriamo che diventi un importante collegamento per il futuro.

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Ciclabile delle città murate

Bel percorso interamente in provincia di Cremona, che collega Pizzighettone con Soncino passando per Soresina e Genivolta.  La definizione “ciclabile” è un po’ fuorviante in quanto il tracciato è prevalentemente sterrato, è quindi opportuno farlo in mtb.

Il contesto – note geografico-storico-culturali

È un percorso “di terra e acqua” perché attraversa le aree agricole della zona dagli argini dell’Adda e dalle sponde del “fu” Lago Gerundo alla golena dell’Oglio, passando lungo il Serio Morto e transitando per il nodo idraulico delle Tombe Morte. Per me è “d’acqua” anche in un altro senso: la prima volta che l’ho fatta si è messo a diluviare appena arrivata a Soncino, e il ritorno è stato un po’…umido.

Pizzighettone – Cinta muraria in Gera (gvmpizzighettone.it)

 Pizzighettone è integralmente circondato da una cinta di mura che alcuni anni fa un gruppo di volontari ha ripulito, rendendo accessibile anche la zona esterna del fossato. Le mura sono sede di numerose iniziative, vengono inoltre organizzate visite guidate. La Torre del Guado è stata luogo di prigionia per re Francesco I di Francia.

Il Serio Morto costituisce parte del vecchio corso del Serio, che negli anni 30 del secolo scorso è stato rettificato, anche se rimangono tracce dell’antico tracciato (lanche e la tipica vegetazione delle aree umide).

Lungo il percorso, poco fuori Soresina, si incontra il Santuario di Ariadello.

Fra Ariadello e Genivolta si transita per le Tombe morte. Il nodo idraulico delle Tombe Morte-Tredici Ponti costituisce il più importante concentramento di corsi d’acqua artificiali della provincia di Cremona, irrigando circa 85.000 ha di campagna. Qui si riuniscono i navigli civico di Cremona e Grande Pallavicino, tratti dall’Oglio, le rogge originate dai fontanili posti lungo la linea di confine tra le attuali province di Cremona e Bergamo e il canale Vacchelli, che porta le acque dell’Adda.

A Soncino è possibile visitare la splendida Rocca, che tra l’altro è anche stata utilizzata come set cinematografico. Sono inoltri presenti il Museo della seta e la Casa degli Stampatori Ebrei.

Il tracciato

Pizzighettone – Torre del Guado (gvmpizzighettone.it)

Il primo tratto del percorso si svolge su asfalto, con partenza dalla Torre del Guado. Si prosegue in direzione Est (attenzione ai sensi unici, eventualmente svoltare in corrispondenza dei giardinetti e imboccare via Garibaldi) e, usciti dalle mura, si svolta a sinistra costeggiandole e passando poi lungo il Serio Morto. Si svolta a sinistra sulla strada per Formigara ed ancora a sinistra percorrendo le strade lungo l’argine dell’Adda, fino ad arrivare a Formigara. Qui si svolta a destra e si attraversa la provinciale, imboccando la stradina per Ferie, una frazione di Pizzighettone addossata ad una scarpata fluviale.

Passando ai piedi della scarpata si giunge ad un bivio e si svolta in direzione Regona. Lungo questo tratto di strada volendo si può fare una piccola deviazione su sterrato, per giungere all’Eremo di S. Eusebio, una piccola chiesetta situata fuori da un cascinale, con ingresso a ridosso di una roggia.

S. Eusebio

S. Eusebio

Il Serio Morto fra Regona e San Bassano

Il Serio Morto fra Regona e San Bassano

Prima di giungere a Regona si svolta a sinistra su sterrato, costeggiando il Serio Morto fino a San Bassano. Questo tratto è molto bello da fare la mattina, è abbastanza in ombra ed è frequente vedersi attraversare la strada da coniglietti selvatici. A San Bassano si svolta a destra e poi ancora a destra (via dei Lamperti), arrivando su sterrato ad alcuni cascinali e mulini in disuso. Si imbocca un viottolo e si sbuca a Cappella Cantone.

Qui si percorre un tratto dell’ex statale, passando davanti all’ex XO (ma anche ex Bibendum, Diedron… a me non è mai piaciuto andarci, ma fa abbastanza tristezza vedere un locale in cui generazioni di Cremonesi sono andati a ballare andare in rovina…). Si svolta in via Guida (la ciclabile non è segnalata!), si passa sotto la statale e al cancello dell’azienda agricola si svolta a sinistra (attenzione alle frequenti e profonde buche). Qui la segnaletica è piuttosto carente: o meglio, il cartello che indica una svolta a destra ci sarebbe anche, ma è caduto e, per quello che ne so, sono tre anni che giace in mezzo all’erba, davanti ad un cascinale. Districandosi fra qualche deviazione ma procedendo sempre in direzione nord si arriva al passaggio a livello, a Soresina.

Si svolta a destra sulla circonvallazione e a sinistra in via Barbò (oppure, a patto di districarsi fra sensi unici: proseguire dritto, svoltare a destra su via XX settembre, poi via Genala e, arrivati in piazza, svoltare a sinistra). Si attraversa il centro abitato da sud a nord, si svolta a destra su via Monte Nero e subito a sinistra verso il Santuario di Ariadello. La strada (asfaltata) è molto bella e costeggiata da un filare di alberi, è frequentatissima da ciclisti, pedoni… e passeggini.

Al santuario si svolta a sinistra costeggiando una roggia (se non ricordo male c’è una sbarra). Si prosegue passando davanti a cascina Brugnano  e si arriva alle Tombe Morte. Qui la segnaletica non è fenomenale. Si transita su un primo ponticello, si costeggia un canale e si svolta a destra su un ponte, davanti alle “cascate”, si gira a sinistra poi, svoltando due volte a destra e una a sinistra, si prosegue direzione Genivolta tenendo il canale scolmatore a sinistra.

Genivolta - Tombe morte

Genivolta – Tombe morte

Si svolta leggermente a destra su via Cindoro (volendo si può proseguire dritto, ma il fondo non è buono e la strada in immissione sulla statale è ripida), si attraversa la statale a Genivolta svoltando a sinistra e poi subito a destra in via Castello e poi ancora a sinistra in via Graffignana. Su sterrato si costeggia Cascina Valle e al cascinale successivo si svolta a sinistra seguendo una strada che, con un po’ di curve, punta verso nord (a proposito, poco dopo la cascina c’è un bivio, ma non si sbaglia: ad andare dritto la strada fa schifo, si svolta a destra ovviamente verso… nord). Passando accanto ad un’altra azienda agricola si arriva ad un bivio (sempre in corrispondenza di una cascina…) e si tiene la sinistra imboccando via Gazzuoli (asfaltata e stretta). In poco si arriva a Soncino, svoltando a sinistra si costeggiano le mura e si entra in paese, a poca distanza dalla rocca.

Soncino - La Rocca

Soncino – La Rocca

Dati tecnici

Il percorso misura circa 36.5km ed è pianeggiante.

Il roadbook completo si può trovare qui. Altre info sulla ciclabile si possono trovare su Wikipedia (eh, già), mentre sul portale cremonese del turismo si trova ciò (stendiamo un velo pietoso…)

 

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