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Ciao Paolo

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Outdoor e cinema d’avventura a Firenze

Firenze, Venerdì 10 febbraio serata dedicata all’outdoor e cinema d’avventura

Una serata di incontri, proiezioni, emozioni organizzata presso il teatro La Compagnia, in collaborazione con Adventures Outdoor Fest

it.blastingnews.com, 27/01/2017

Una serata nella bellissima location del teatro La Compagnia di Firenze venerdì 10 febbraio, dedicata alle emozioni forti che solo il cinema d’avventura sa regalare. Proiezioni di documentari che porteranno i partecipanti in posti unici, per condividere i sentimenti, l’adrenalina e la passione dei più bei film di avventura in concorso all’Adventure Movie Awards Tour.

Uno scorcio sul cinema d’avventura

L’Adventure Outdoor Fest é il più conosciuto e accreditato festival di cinema dedicato agli sport outdoor in Italia. Un evento atteso da videomaker, pubblico e critica per l’impegno che profonde da anni nella diffusione di documentari e video a tutti coloro che amano le emozioni forti e il rispetto della natura e della vita in #montagna.

Un concorso che dura 5 giorni dove tra proiezioni, incontri, workshop, mostre, training camps, concerti e parties si vivono in pieno il fascino e le emozioni del mondo dell’outdoor in tutte le sue sfacciettature tra passione e difficoltà.

Durante la serata di Firenze venerdì 20 gennaio, presentata in collaborazione con l’associazione culturale San Candido Innichen, verrà proposta una selezione dei migliori film in concorso agli Adventure Movie Awards 2016, in totale saranno 8 proiezioni di documentari per circa 100 minuti di storie di vita ai limiti, adrenalina, passione e di avventura.

La serata verrà inoltre accompagnata dall’allestimento, nell’ingresso foyer del teatro La Compagnia di Firenze, di un esposizione fotografica curata da Alessio Romeo, componente attivo dell’Exploring Team, che introdurrà la serata parlando dell’esperienze passate alla ricerca dell’avvenura durante i reportage.

Le proiezioni verranno introdotte dal regista e celebre slackliner Alessandro d’Emilia con la proiezione del suo Film “Line Revolution“, che racconta il meeting di Monte Piana del 2015.

L’appuntamento sarà preceduto da un aperitivo con degustazione di prodotti tipici delle Dolomiti, che porteranno un tocco di montagna e di posti, in questa serata, solamente geograficamente lontani. #outdoor sport #festival cinema outdoor

 

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Domani

Domani, il doc ecologista che dà soluzioni e risposte al nostro futuro

Film diretto dai francesi Cyril Dion e Mélanie Laurent, presenta nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Arriva al cinema il 6 ottobre

di Simona Santoni – panorama.it, 20/09/2016

E se indicare soluzioni e raccontare storie di successo fosse il modo migliore per risolvere le crisi ecologiche, economiche e sociali che attraversano la nostra realtà? Questo si sono chiesti l’attivista, scrittore e regista Cyril Dion e l’attrice Mélanie Laurent. La loro risposta è stata il documentario Domani, che Lucky Red porta in Italia, dal 6 ottobre al cinema. In seguito alla pubblicazione di uno studio che annuncia la possibile scomparsa di una parte dell’umanità da qui al 2100, i due artisti francesi sono partiti con una troupe di quattro persone per svolgere un’inchiesta in giro per il mondo e scoprire che cosa potrebbe provocare questa catastrofe, ma soprattutto come evitarla.

Nel corso di un viaggio che attraversa Europa (Germania, Francia, Svezia, Inghilterra, Svizzera e Finlandia),  Stati Uniti (Detroit, San Francisco, Oakland e New York), India e Rèunion, Dion e Laurent scoprono, un po’  alla volta, nuovi modelli per sviluppare l’agricoltura, le risorse energetiche, l’urbanistica, la scuola e la democrazia del futuro, e insieme consentire agli esseri umani di condurre vite più felici. La rivoluzione delle monete “aperte”, i sistemi di produzione agricola locale senza petrolio o meccanizzazione, le regioni che producono più energia rinnovabile di quanta ne consumino, i modelli di amministrazione che consentono a migliaia di cittadini di partecipare alla stesura della costituzione del loro paese: giorno dopo giorno, i due autori registrano la difficoltà di promuovere e implementare questi sistemi altamente efficienti, e incontrano gruppi di persone che sono riusciti a farlo nel posto in cui vivono, superando tutti gli ostacoli.

Patrocinato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sostenuto da Legambiente, Greenpeace e Slow Food Italia, Domani traccia un quadro di quello che potrebbe essere il nostro futuro.

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La diga in bianco e nero

Tra il 1949 e il 1953 l’opera fu realizzata sul Ghiacciaio del Sabbione Per Ermanno Olmi fu l’occasione del debutto con la macchina da presa.

di Marco Albino Ferrari – lastampa.it, 08/08/2016

«Io qui tutto bene, e così pure spero per voi» c’era scritto in una delle migliaia di cartoline che, come in trincea al fronte, partivano e arrivavano per tener conforto agli uomini. «Ti aspettiamo, torna presto». «Riguardati, fai attenzione». Ma la guerra era finita da quattro anni e lassù si andava per edificare la nuova Italia, non per distruggere.

Tra il 1949 e il 1953, 1200 uomini si accalcavano al Ghiacciaio del Sabbione: quota 2500 metri. Operai, dirigenti, ingegneri, tutti insieme per erigere la grande diga: la più grande del Piemonte in quanto a capacità d’invaso (49 milioni di metri cubi), la seconda delle Alpi. Il punto prescelto per ancorare il colosso, dopo calcoli e lavori preparatori ai fianchi della montagna, si trovava vicinissimo alla lingua del ghiacciaio. Così, con l’innalzamento del muro, l’acqua avrebbe iniziato a sua volta a salire e soprattutto a fondere il ghiacciaio, scalzandolo verso l’alto, sbriciolandolo in tanti piccoli iceberg, relitti di un immenso cataclisma prima che il «global warming» facesse sentire i suoi effetti.

Mine esplodevano, martelli pneumatici bucavano la roccia, intere placche di gneiss franavano, divenendo pietre destinate a soddisfare il fabbisogno di calcestruzzo del muro. Gli uomini erano ridotti a formichine accanto alla grandiosità della loro opera.

Siamo in alta Val Formazza, dove l’estremo Nord del Piemonte si incunea tra le Alpi svizzere. E la storia di questo prodigio ingegneristico ne contiene un’altra, più piccola e delicata, che ci dà il pretesto per tornare a quei tempi, quando il Ghiacciaio del Sabbione veniva fissato in bianco e nero da un regista alle prime armi.

In cordata sulla distesa del ghiacciaio

Tutto parte da un teatro milanese, il Litta. Un giovane bergamasco dai capelli rossi, tal Ermanno Olmi, lavora come attore e dirige alcune riviste. Rimasto orfano del padre ferroviere, ha abbandonato il liceo scientifico per tentare una vita d’attore. Si trasferisce a Milano con la madre impiegata all’Edison e si inscrive alla Filodrammatici. Ma a quel tempo recitare non basta, bisogna anche lavorare: c’è l’Italia che chiama per rialzarsi dalle macerie della guerra appena finita. Grazie alla madre, anche lui trova impiego alla Edison, nell’ufficio approvvigionamenti. La sera, però, il ragazzo dai capelli rossi non molla con il teatro. E al Litta prende gli applausi anche da alcuni dirigenti della sua azienda. «Lei di giorno è dei nostri, perché non usa questa sua vena artistica per fare qualche cosa di utile anche per noi?», gli chiede un pezzo grosso della Edison. «Mi serve una macchina da presa. Possiamo anche provare con una 16 millimetri. Poi vedremo». Poco dopo, nasce la Sezione Cinema della Edisonvolta con il compito di documentare il lavoro nelle dighe, nelle centrali, negli impianti di produzione.

Il giovane ha tutto da imparare con bobine, cineprese, microfoni. Ma, provando e riprovando, la strada può aprirsi, soprattutto se si sbircia cosa fanno gli amici della nascente televisione Rai. Olmi mette insieme una squadra: lui è il capo, ne ha la tempra. Con i suoi aiutanti si intende in dialetto mezzo bergamasco e mezzo milanese. In azienda vengono chiamati «I ragazzi di Olmi». E l’alto dirigente Bruno Janni (figlio di Ettore Janni, ex direttore del «Corriere della Sera»), vedendo i progressi, gli conferma la fiducia. «Sù Olmi, vada in Val Formazza, c’è il cantiere da filmare».

La «Diga del Ghiacciaio», oggi in Dvd, è il primo film di Olmi, girato a 23 anni

 Olmi parte senza sapere quanto sarebbe rimasto su al Ghiacciaio del Sabbione, né cosa avrebbe visto. Ma non gli sfugge l’occasione per fare un colpo di mano. Si procura dai suoi amici della Rai una Arriflex 35 millimetri, che non ha niente a che vedere con il giocattolo da 16 millimetri datogli in dotazione. Se ne andrà in giro sul cantiere nella luce abbagliante del ghiacciaio a caccia di informazioni e immagini per tre settimane. «Curiosava, parlava con gli operai e dirigenti, cercava di ambientarsi. Ogni tanto impugnava la cinepresa e filmava a mano un’immagine, un personaggio, una testimonianza. Spesso sembrava dimenticarsi il motivo per cui era là», ricorda l’amico Tullio Kezich.

Tornato con il carniere pieno di pellicola, si chiude nel laboratorio di montaggio in via Mac Mahon 16 e affida la voce fuoricampo a Silvano Rizza, speaker della Rai, che, finito il lavoro, ricambierà portando una copia alla televisione. Alla Edison pochi sanno e, quando il film viene trasmesso in tv, il giorno dopo in ufficio esplode l’entusiasmo. Un film così su un cantiere nessuno l’ha mai visto. Eccezionale! Meraviglioso! Si intitola «La diga del ghiacciaio», è lungo 10 minuti e 35 secondi. Ed è letteralmente un capolavoro, soprattutto per l’intensità emotiva che trasmette. La bolgia organizzata dell’immane cantiere nelle inquadrature di Olmi pare l’apoteosi estetica dell’Homo Faber.

Le prime inquadrature si soffermano sulla natura arcadica dell’alta Formazza, con gli alpeggi, e la chiesetta di Riale eretta in memoria dell’antico borgo di Morasco inghiottito dalle acque di una diga poco più a valle di quella «dei ghiacciai». Poi il ritmo si fa incalzante: vengono snocciolati dati, informazioni tecniche sulla potenza dell’impianto che andrà a irrorare di energia la nuova Italia.

La diga, alta 64 metri e lunga 279, produce 44700 kilowatt. Si passa ora a inquadrature strette sui volti degli operai stagliati sullo sfondo del ghiacciaio, mentre, come in trincea, aspettano con gli occhi socchiusi l’esplosione di una mina; e ancora si vedono braccia che spingono carrelli pieni di pietre; in fine le dita forti che girano e rigirano l’ultima cartolina ricevuta dai propri cari, unico conforto nella solitudine della sera: «Noi stiamo bene e così pure speriamo di te». La “diga del Ghiacciaio” (oggi si trova in Dvd pubblicato da Feltrinelli) è il vero film di esordio di Ermanno Olmi nel cinema professionale in 35 millimetri. Uno dei 19 girati tra il 1953 e il ’61 per la Edison, ai quali negli anni seguiranno capolavori a soggetto come «L’albero degli zoccoli», «Il mestiere delle armi»: poi premi, riconoscimenti alla carriera.

Olmi, partito dal ghiacciaio sulla punta estrema del Piemonte, diventerà il grande maestro che tutti conoscono. Fino all’ultimo film di due anni fa, ancora una storia di trincea e di montagna, anche se questa volta la guerra è quella vera: «Torneranno i parati» (prodotto da Cinemaundici, Ipotesi Cinema, Rai).

Da quella moltitudine di operai filmati da Olmi, oggi sul colosso si alternano solo turni di due uomini. Salgono in funivia a 2500 metri, dove si trova il piccolo alloggio. Quasi tutto è automatizzato. Lavorano nel silenzio assoluto dell’alta quota. Il grande muro sembra quasi sparire accanto al lago e al ghiacciaio. O meglio, ai ghiacciai, perché, ritirandosi, il Sabbione nel frattempo si è diviso in più corpi distinti.

La montagna è tornata selvaggia e persino la lince è stata vista aggirarsi da queste parti dopo che era data estinta dal 1920. Volendo, è possibile percorrere a piedi il coronamento della diga che collega i sentieri situati sulle sponde opposte. Passando da lassù, si potrà salire al rifugio Claudio e Bruno, dove tutto prenderà una luce diversa, se negli occhi si avranno le prime, poetiche inquadrature del giovane regista dai capelli rossi. Immaginando che da questo ghiacciaio è partito il suo cammino.

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Il Cerro Torre secondo me

Marcello Cominetti ad Arabba presenta Il Cerro Torre secondo me

Giovedì 11 agosto 2016, alle 21.00, presso la Sala Congressi di Arabba, Marcello Cominetti presenta il docu-film: Il Cerro Torre secondo me. Moderatore Giampaolo Soratroi.

planetmountain.com, 10/08/2016

Guida alpina e sciatore, viaggiatore e organizzatore di spedizioni, alpinista eclettico, fotografo, scrittore e musicista. Ora vive a Corte un paesino della valle. Marcello Cominetti è sempre stato un girovago.

Nella serata di Giovedì 11 agosto alla sala Congressi di Arabba racconterà il suo approccio con la montagna, il mestiere affascinante e complesso della guida. «Fin da piccolo ho sempre girato il mondo, in ogni luogo sono un “foresto”, ma il fatto di non sentirmi legato ad un posto in particolare non mi ha mai creato problemi. Ci sono luoghi dove sto bene, mi sento a casa. La Patagonia è uno di questi luoghi».

«L’alpinismo mi è sempre e così tanto piaciuto, da farmi diventare guida di montagna e da farmi credere che avrei perfino potuto viverci. Ancora oggi mi piacciono le grandi avventure, l’incertezza e l’isolamento e se devo privilegiare un aspetto in quello che mi propongo di fare, è la qualità dell’emozione che provo. L’alpinismo per me è sempre stato divertimento. Anche se si fa fatica, a volte si soffre, ho sempre cercato di privilegiare l’aspetto ludico».

Ad Arabba, Marcello Cominetti presenterà il docu-film “Il Cerro Torre secondo me” nel quale mostrerà al pubblico non tanto la complicatezza dell’ascensione, quanto dell’impegno totale che questa richiede a un professionista che voglia praticare il mestiere di guida su queste cime.

www.marcellocominetti.com
marcellocominetti.blogspot.it

Info: www.arabba.it

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Passione Verticale 2016

Simone Moro a Courmayeur per Passione Verticale 2016

Giovedì 28 luglio a Courmayeur prende il via Passione Verticale la classica rassegna estiva del Comune di Courmayeur dedicata all’alpinismo e alla montagna. Primo ospite per “I Volti” dell’alpinismo sarà Simone Moro che dialogherà con Vinicio Stefanello di planetmountain.com. La serata si terrà nella tensostruttura di Piazza Petigax.

planetmountain.com, 27/07/2016

Sarà Simone Moro ad inaugurare Passione Verticale, l’ormai classico appuntamento estivo di Courmayeur con i protagonisti dell’alpinismo e con tutto ciò che fa cultura e passione per la montagna. Come sempre il programma è ricco di spunti e spazia dagli incontri con “I Volti” dell’alpinismo a cura di Vinicio Stefanello, ai film dedicati alla montagna e all’esplorazione, a due serate speciali. La prima ripercorrerà la grande storia della Scuola di alpinismo del Monte Bianco che proprio quest’anno festeggia il 50° anniversario. La seconda presenterà Le Montagne da Sogno ovvero le grandi discese con gli sci della parete Nord della Dent Blanche e della via Major al Monte Bianco.

Simone Moro, l’ospite d’eccezione che quest’anno ha il compito di dare il via alla manifestazione, non ha certo bisogno di presentazioni. Viene da Bergamo. Ha scritto la storia delle salite invernali sugli 8000. E’ reduce dalla sua 4a prima invernale su un 8000: il Nanga Parbat compiuta insieme a allo spagnolo Alex Txikon e al pachistano Ali Sadpara (mentre la sua compagna di cordata Tamara Lunger si è fermata a 100 metri dalla vetta). Sicuramente è uno degli alpinisti più forti, con più esperienza e famosi a livello internazionale. Ma forse è riduttivo presentarlo solo così. La sua storia è la storia di un percorso. Parte dall’arrampicata sportiva. Arriva in Himalaya. E s’innamora dell’alta quota e degli 8000. Più di 40 spedizioni all’attivo sono una vita. Il suo è un cammino di grandi successi. Ma anche, come sempre, di tentativi falliti, di delusioni. Di idee. Di sogni. Di fatica. Di felicità. Ma anche di importantissimi incontri con quei compagni che hanno condiviso con lui la corda. Proprio per questo il titolo della serata è L’Himalaya d’inverno e il senso delle cordate.

Va detto che Moro inaugura un trittico di “Volti” dell’alpinismo da incorniciare. Il 7 agosto sarà la volta di Sir Chris Bonington mentre il 17 agosto salirà sul palco di Passione Verticale Ueli Steck. Come dire l’immensa storia dell’alpinismo himalayano e non e uno dei più grandi protagonisti in assoluto dell’alpinismo dei nostri tempi.

PASSIONE VERTICALE 2016 – PROGRAMMA

I Volti:

  • 28 luglio – 21.15 – SIMONE MORO / L’Himalaya d’inverno e il senso delle cordate
  • 7 agosto – 21.15 – SIR CHRIS BONINGTON / Una vita di esplorazioni e avventure
  • 17 agosto – 21.15 – UELI STECK / Alpinismo e arrampicata senza fine

I Film:

  • 30 luglio – 21.15 – SUI MIEI PASSI, VIAGGIO NELL’ALTRO AFGHANISTAN di Eloïse Barbieri / Una donna occidentale vive per due mesi durante l’inverno con gli ultimi nomadi kirghisi del Pamir afgano. Il film è il suo sguardo discreto su un mondo che la sorprende.
  • 4 agosto – 21.15 – CERRO TORRE, A SNOWBALL’S CHANCE IN HELL di Thomas Dirnhofer / Premio CAI miglior film d’alpinismo Cervino CineMountain 2015
  • 20 agosto – 21.15 – LA SFIDA DI VANESSA di Eloïse Barbieri / La storia vera di Vanessa François, rimasta paralizzata a causa di un incidente in montagna, ma che continua a scalare e affronta il Grand Capucin, un monolite di quasi 4.000 metri nel massiccio del Monte Bianco. Con la partecipazione di Vanessa François

Serate Speciali:

  • 11 agosto – 21.15 – LA SCUOLA DI ALPINISMO MONTE BIANCO 50° ANNIVERSARIO Proiezione di filmati storici. A cura della Società Guide Alpine Courmayeur
  • 14 agosto – 21.15 – MONTAGNE DA SOGNO con le Guide Alpine di Courmayeur / Nella primavera 2016 le Guide Alpine di Courmayeur hanno realizzato due discese di sci ripido di grande rilievo: La parete Nord della Dent Blanche e la via Major al Monte Bianco. A raccontare le imprese Edmond Joyeusaz, Francesco Civra Dano e Luca Rolli Partecipa Giulio Signò, presidente della Società Guide Alpine di Courmayeur
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Banff Mountain Film Festival Italy

Banff Mountain Film Festival Italy: Genova e Saronno le prossime tappe

planetmountain.com, 21/03/2016

Appuntamento lunedì 21 marzo a Genova e martedì 22 a Saronno con il Banff Mountain Film Festival Italy 2016 prima dello stop pasquale.

Il Banff Mountain Film Festival prosegue il tour con due tappe prima della pausa pasquale: lunedì 21 marzo a Genova presso il cinema Porto Antico-The Space Cinema e martedì 22 marzo a Saronno (VA) presso il cinema Silvio Pellico. Tutte le proiezioni inizieranno alle 20,30.

Seguito da moltissimi appassionati di montagna e di sport outdoor, il BMFF World Tour Italy offre agli spettatori una selezione dei migliori filmati presentati alla 40ma edizione del festival canadese, tenutasi a Banff tra il 31 ottobre e l’8 novembre 2015.
Il tour italiano 2016 prevede un totale di 26 tappe in 24 tra le principali città italiane.

Sci, mountain bike, kayak, arrampicata, alpinismo e trail running: in circa due ore di proiezioni, sarà possibile assistere a una serie di emozionanti e coinvolgenti corto e medio metraggi, con immagini spettacolari che raccontano le storie di chi, tutti i giorni, cerca di alzare l’asticella dei propri limiti tra grandi spazi selvaggi e natura incontaminata.

Tra i film in programma ricordiamo “Eclipse”, “Chasing Niagara” e “Golden Gate”. È possibile acquistare i biglietti online all’indirizzo www.banff.it al prezzo di prevendita di 15€, mentre la sera stessa al botteghino il costo del biglietto sarà di 16€.

Nella realizzazione dell’edizione 2016, il BMFF WT Italy è affiancato dagli sponsor Salewa, Enervit e dai partner tecnici Artech Digital Cinema e Vivaticket. La tappa di Genova è in collaborazione con il CAI Sezione Ligure e Il Salewa Store di Genova, mentre quella di Saronno con il CAI sezione di Saronno e il CAI sezione di Legnano.

Nella realizzazione dell’edizione 2016, il BMFF WT Italy è affiancato dagli sponsor Salewa, Enervit e dai partner tecnici Artech Digital Cinema e Vivaticket.

PROGRAMMA DEI FILM DEL BMFF WT 2016
1) Torino, 22 Febbraio 2016 – Cinema Massimo
2) Torino, 23 Febbraio 2016 – Cinema Massimo
3) Milano, 24 Febbraio 2016 – Cinema Odeon-The Space Cinema
4) Milano, 25 Febbraio 2016 – Cinema Odeon-The Space Cinema
5) Bologna, 1 marzo 2016 – Cinema Teatro Antoniano
6) Brescia, 3 marzo 2016 – Teatro Sociale
7) Bolzano, 4 marzo 2016 – Cinema Teatro Rainerum
8) Varese, 7 marzo 2016 – Cinema Teatro Nuovo
9) Lecco, 8 marzo 2016 – Cinema Palladium
10) Cuneo, marzo 2016 – sala in fase di definizione
11) Bergamo, 10 marzo 2016– Cinema Conca Verde
12) Vicenza, 14 marzo 2016 – Cinema Patronato Leone XIII
13) Treviso, 15 marzo 2016 – Silea-The Space Cinema
14) Udine, 16 marzo 2016 – Auditorium Zanon
15) Trieste, 17 marzo 2016 – Cinema Ariston
16) Genova, 21 marzo 2016 – Cinema Porto Antico-The Space Cinema
17) Saronno, 22 marzo 2016 – Cinema Silvio Pellico
18) Padova, 4 aprile 2016 – Cinema MPX – Pio X
19) Morbegno (Sondrio), 7 aprile 2016 – Cinema Pedretti
20) Casatenovo (Lecco), 8 aprile 2016 – Cinema Auditorium
21) Firenze, 11 aprile 2016 – Cinema Odeon
22) Roma, 12 aprile 2016 – Cinema Moderno-The Space Cinema
23) Terni, 13 aprile 2016 – Cinema Cityplex Politeama Lucioli
24) L’Aquila, 14 aprile 2016 – Cinema Movieplex
25) Champoluc-Ayas (Aosta), agosto – Centro Congressi MonterosaTerme, inizio serata ore 20,45
26) Cortina (Belluno), 25 agosto 2016 – Centro Congressi Alexander Hall, inizio serate ore 20,45

ELENCO COMPLETO DEI FILM IN PROGRAMMA PER LA 4a EDIZIONE
in ordine alfabetico

Beat Down
Bike / USA 2014 / ; Regia / Anson Fogel; Produttore / Anson Fogel; Casa di Produzione / Camp4 Collective
Due biker su un trail ripido in una gara “senza regole”, fino in fondo, giù a Moab.
Un cortometraggio ritmato dal metal sound degli Slayer, firmato da Camp4 Collective.

Chasing Niagara
Best Film / Mountain Sports / Award Special Edit; Kayak / USA 2015 / 30’, Regia / Rush Sturges; Casa di Produzione / Red Bull Media House GmbH
La decisione del kayaker professionista Rafa Ortiz di scendere dalle cascate del Niagara mette in moto una serie di eventi che porteranno il suo team lungo un viaggio lungo due anni, dai fiumi della foresta pluviale messicana alle cascate del Nord-Ovest degli Stati Uniti, prima di un insolito finale con protagoniste le cascate per eccellenza, quelle del Niagara.

Curiosity
Trail Running / USA 2015 / 13’; Regia / Renan Ozturk, Tim Kemple; Produttore / Aimee Tetreault; Casa di Produzione / Camp4 Collective
Seguire la propria curiosità può portarci ad affrontare sfide impegnative e difficili. Ma può anche portarci a vivere le migliori esperienze della nostra vita. Curiosity racconta le storie di un team di atleti composto da Rory Bosio, Timothy Olson e Hal Koerner e il loro spirito di esploratori mai sazio.

Darklight
Special Edit; Bike / USA 2015 / 6’; Regia / Mike Brown; Produttori / Rachel Franks, Matt O’Connor, Zac Ramras; Casa di Produzione / Sweetgrass Productions LLC
Le mille luci di Sweetgrass Productions ritornano con Darklight, un film che trascinerà gli spettatori in un mondo luminoso e colorato. Con il supporto di Philips TV, il film racconta l’incredibile discesa notturna dei biker professionisti Graham Agassiz, Matt Hunter e Matty Miles lungo i paesaggi lunari del Sud-Est dello Utah fino alle foreste nelle regioni del Nord-Ovest che digradano verso il Pacifico.

Degrees North
Special Tour Edit; Snowboard & Sci / Svizzera 2015 / 24’; Regia / Guido Perrini; Produttori / Matthieu Geraud, Matt Hollis; Casa di Produzione / Timeline Missions
Lo snowboard è molto più di uno sport per il famoso freerider Xavier De Le Rue, è la vera ricerca dell’avventura. De Le Rue e Samuel Anthamatten – con gli sci – utilizzano il parapendio per esplorare e raggiungere le più belle linee dell’emisfero Nord, e filmarle in volo, dal cielo.

Eclipse
Best Film / Snow Sports Award; Sci e avventura / Canada 2015 / 31’; Regia / Anthony Bonello; Produttori / Anthony Bonello, Mike Douglas; Casa di Produzione / Switchback Entertainment
Le probabilità di riuscita sono poche, i rischi alti: il fotografo Reuben Krabbe vuole a tutti i costi scattare una foto di uno sciatore di fronte all’eclisse solare del marzo 2015. Scelgono di provarci alle Svalbard, luogo dove l’eclisse sarà totale. Ma il tempo non è buono, la guida non è sempre all’altezza della situazione e gli sciatori vogliono solo sciare…

Golden Gate
Arrampicata / USA 2015 / 17’; Regia / Jon Glassberg; Produttore / The North Face, Petzl; Casa di Produzione / Louder Than Eleven
Da soli 3 anni Emily Harrington pratica arrampicata trad, ma non sa resistere all’attrazione magnetica di El Capitan, e della sua famosa via Golden Gate (5.13 VI). In 6 giorni e 40 tiri, raggiunge la cima con la pelle lacerata, i muscoli doloranti e un sorriso che riempie l’intera valle di Yosemite.

Japan by Van
Sci / USA 2014 / 5’; Regia / Nick Waggoner; Produttori / Josh Nielsen, Alex Lowther; Casa di Produzione / Sweetgrass Productions LLC
Non ci sono comprensori sciistici sulle montagne che circondano l’antico villaggio di Shirakawa-go, ma sciare è meraviglioso, se solo si ha voglia di raggiungere le cime a piedi. Esplorando con Carston Oliver, Eliel Hindert, Pep Fujas e Makoto Takeishi la zona di Shirakawa scopriremo il vero significato della parola “profondo” quando si parla di neve.

Living Rivers
Surf / USA 2015 / 3’; Regia / Max Lowe; Produttore / Max Lowe; Casa di Produzione / Max Lowe Media
Kevin Benhardt sta animando la scena di un’attività in Montana: fare surf sui fiumi. Racconta della sua attrazione per questo sport e del suo legame con i fiumi mostrando che cosa rende “surfare” le acque di un fiume un’esperienza davvero unica.

Che cosa è il Banff Mountain Film Festival
In programma ogni autunno nella cittadina di Banff, nello stato dell’Alberta, il Banff Mountain Film Festival è una prestigiosa rassegna cinematografica: nove, intense giornate in cui i riflettori sono puntati sui migliori film e libri di montagna del mondo con ospiti internazionali, autori, registi, alpinisti, climber ed esploratori provenienti da ogni angolo del pianeta. Come si chiude il sipario a Banff, prende il via il World Tour tra Canada, Stati Uniti e altri 40 Paesi. Da circa 20 anni infatti il BMFF ha messo a disposizione il programma del festival a una community internazionale che ormai conta la partecipazione di circa 500.000 spettatori per un numero complessivo di circa 950 serate che si svolgono in quasi 600 teatri e cinema in tutto il mondo.

ORARI:
h 19,00 – Ritiro biglietti acquistati online oppure vendita biglietti presso la sala cinema
h 20,00 – Apertura sala – ingresso del pubblico in sala
h 20,30 – Inizio serata

ACQUISTO E PREZZO BIGLIETTI 
È già aperta la prevendita sul sito ufficiale al link www.banff.it
15€ Prezzo prevendita online su www.banff.it
16€ Prezzo al botteghino la sera stessa dell’evento

COME ACQUISTARE I BIGLIETTI
È possibile acquistare i biglietti online all’indirizzo www.banff.it al prezzo di prevendita di 15 €, mentre la sera stessa dell’evento al botteghino il costo del biglietto sarà di 16€. 

LINK
www: Info, programma e biglietti su www.banff.it
Facebook: www.facebook.com/BanffMountainFilmFestivalItaly
Twitter: @BanffItalia

NEWS BANFF PLANETMOUNTAIN.COM
01/02/2016 – Banff Mountain Film Festival 2016: al via la quarta edizione del tour italiano
16/02/2016 – Banff Mountain Film festival: al via la 4a edizione con le tappe di Milano e Torino
03/03/2016 – Brescia e Bolzano: oggi e domani le prossime tappe del Banff Mountain Film Festival Italy
07/03/2016 – Banff Mountain Film Festival Italy a Varese, Lecco e Bergamo
14/03/2016 – Il Banff Mountain Film Festival nel Nord Est: Vicenza, Treviso, Udine e Trieste

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Pellicole in guerra

Rassegna cinematografica sulla Grande Guerra

di Mauro Morandini – predazzoblog.it, 16/03/2016

A Predazzo, pellicole in guerraun viaggio nella rappresentazione cinematografica del primo conflitto mondiale, con materiali girati dal 1914 alla fine della guerra

Forte Dossaccio

Venerdì 18 marzo 2016 alle ore 21.00  si terrà presso Aula Magna del Comune di Predazzo la serata di presentazione di “Pellicole in Guerra”, un viaggio nella storia della cinematografia durante il primo conflitto mondiale con materiali unici girati nel periodo compreso tra il 1914 e il 1919.

Quale rapporto ha legato fin dal principio due realtà così distinte, come cinema e guerra?
Pellicole in guerra” fa parte della rassegna Forti d’Inverno, ed è un viaggio nella rappresentazione cinematografica del primo conflitto mondiale.

Se in alcuni casi il set era effettivamente il fronte, in altri la scena del conflitto venne invece ricreata artificiosamente dal regista e il confronto tra realtà e finzione diventa molto labile agli occhi dello spettatore. Verrà posta l’attenzione su tematiche accompagnanti ogni conflitto e sempre di attualità,  come il ruolo della propaganda o le rovine causate dalla guerra. L’incontro sarà preceduto da un breve prologo volto ad introdurre il contesto storico nel quale si girarono queste pellicole, oltre ad alcune nozioni sulla storia del cinema ai suoi albori.

Forte Dossaccio

Con l’occasione si porterà a conoscenza del pubblico anche il neo costituito gruppo di progettazione sul Circuito dei Forti del Trentino e per il quale fanno parte sette giovani collaboratori della Fondazione Museo Storico di Trento, il cui compito fondamentale è quello di coordinare e promuovere le iniziative e gli eventi a carattere culturale sul tema della Grande Guerra, affiancandosi nella collaborazione a comuni, aziende per il turismo ed associazioni di volontariato. Lo scopo è di valorizzare e dare maggiore visibilità alla rete dei forti della Provincia e al Sentiero della Pace.

L’area trentina rappresenta storicamente una delle zone a più alta concentrazione di sistemi difensivi realizzati dall’Impero Asburgico ed in particolare una quindicina di tali strutture sono state elette come le testimonianze più rappresentative lungo quello che allora era il confine tra Impero Austro-ungarico e Regno d’Italia. Diversi di questi monumenti, patrimonio storico ed architettonico di particolare pregio, sono stati di recente restaurati e riportati al loro antico splendore. Fra questi si annovera per il Comune di Predazzo anche Forte Dossaccio.

La rassegna è composta da una decina di estratti di film girati tra il ’14 e il ’18.  L’intento è capire come veniva raffigurato il conflitto attraverso lo strumento cinematografico e dunque: finzione o realtà, propaganda, punto di vista americano e punto di vista europeo ecc. La visione dei filmati è accompagnata da commenti riguardo le opere e il contesto bellico in cui si collocano.
Alcuni titoli sono:
“Charlot Soldato” (Chaplin)
“Hearts of the Wolrd” (Griffith)
“Civilization” (Ince)
“Maciste Alpino” (Pastrone)
“La guerra e il sogno di Momi” (Chomòn-Pastrone)
“La guerra d’Italia a 3000metri sull’Adamello” (Comerio)
…e altri

Un’occasione da non perdere, sia per gli appassionati di “cinema”, sia per coloro studiano ed hanno la passione per la documentazione storica relativa alla Grande Guerra.  Una prospettiva e un punto di vista nuovo sugli argomenti e le ragioni che hanno trascinato nel conflitto mondiale l’Europa intera con milioni di morti e uno sconvolgimento geopolitico senza precedenti.

Ingresso libero.

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Orobie Film Festival

Dal 18 al 23 gennaio 2016, torna  a Bergamo Orobie Film Festival, il festival internazionale del documentario di montagna e del film a soggetto. La manifestazione, giunta alla decima edizione, sarà quest’anno dedicata al grande alpinista Walter Bonatti, protagonista di tre film fuori concorso.

Valentina d’Angella (Meridiani Montagne) – lastampa.it, 18/01/2016

Un frame del film «Le montagne non finiscono là», di Arianna Colliard e Maurizio Pellegrin

Come ogni anno l’Orobie Film Festival si tiene presso l’Auditorium Piazza Libertà, dove le serate iniziano alle 20 e 30. Suddivisi nelle tre categorie “Orobie e montagne di Lombardia”, “Paesaggi d’Italia” e “Terre alte del mondo”, sono  16 i film in concorso. Tra questi «Cervino – La montagna del mondo» di Nicolo? Bongiorno, figlio del celebre Mike; «Citadel», il primo film di montagna girato interamente in 4k da Alastair Lee, con gli alpinisti Matt Helliker e Jon Bracey; «L’inverno del vicino» girato da Pietro Bagnara sulla parete Fasana, Grigna Settentrionale; «The great Shark Hunt», il film di Filippo Salvioni sulla spedizione in Groenlandia di Matteo Della Bordella, Silvan Schu?pbach e Christian Ledergerber; «Le montagne non finiscono là», di Arianna Colliard e Maurizio Pellegrini sul Cordon Mariano Moreno in Argentina; «Zanzara e Labbradoro» di Lia Giovanazzi Beltrami, sull’arrampicatore Roberto Bassi.

Bonatti superstar

Per il suo decimo compleanno l’Orobie Film Festival dedica questa edizione a Walter Bonatti che sarà protagonista di tre film fuori concorso proiettati grazie al Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai: «Sfide: Walter Bonatti al di la? delle nuvole», prodotto dalla Rai nel 2014; «Finis Terrae», film del 1999 di Fulvio Mariani e «Il pilone centrale del Freney» di Jérome Equer, girato nel 1994.

“La condivisione di questo progetto – ha detto Roberto Gualdi presidente del Festival – da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, della Regione Lombardia, del CAI Regione Lombardia, del Bim e del Touring Club Italiano, oltre che di diversi partner pubblici e privati, ci conferma di aver dato vita anni fa ad un importante evento culturale e cinematografico. L’entrata e?, come di consueto, libera: la formula di ‘cultura gratuita’ e? finalizzata a rendere sapere e cultura accessibili a tutti, attraverso occasioni concrete”.

Sulle montagne lombarde

Il Festival prevede anche un concorso fotografico e tre momenti musicali. Sono in programma poi alcuni eventi collaterali, come la serata di Maurizio Agazzi, che ha salito tutte le 520 vette delle Orobie tra i 2000 e i 3000 metri, e la proiezione del documentario di Roger Fratter “Guerra Bianca. Storia e memoria nei luoghi della Grande Guerra in Lombardia”.

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