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Aperi-VenTo!

Fonte: pagina facebook VenTo

Abbiamo organizzato un aperitivo culturale al Politecnico di Milano col il rettore Ferruccio Resta e tutti quei soggetti: aziende, enti, associazioni che hanno sostenuto, sostengono e sosterranno VENTO nel suo percorso.

Un incontro di lavoro e confronto in cui raccontare a che punto è VENTO, il ruolo che un progetto di ricerca applicata ha nel DAStU – Politecnico di Milano e il fare parte del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche.

Un momento per mettere assieme le idee, le prospettive e i diversi punti di vista per accompagnare un progetto di ricerca universitario, di territorio, che continua a fare territorio mettendo in circolo la conoscenza e le esperienze di tutti, per capire come lavorare e interfacciarsi, creando relazioni con le tante realtà che saranno presenti, disegnando la sua linea di futuro.

Ripartiamo da qui in prospettiva di VENTO Bici Tour 2019 e di tante novità.

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Piste ciclabili, il Mit conferma 361 milioni per la rete della mobilità dolce

Dal Grande raccordo intorno a Roma alla Venezia-Torino, ecco i fondi per realizzare i piani delle Regioni

repubblica.it, 17/07/2018

da repubblica.it

Oltre 360 milioni di euro per far nascere il Sisema nazionale delle ciclovie turistiche, piste di mobilità dolce che vanno dal Grande raccordo ciclabile intorno a Roma alla Verona-Firenze e Venezia-Torino. Lo stanziamento è stato confermato, annuncia una nota del Mit, dal ministro Danilo Toninelli, per voce del sottosegretario Michele Dell’Orco, in Conferenza unificata con le Regioni.

Sono 361,78 milioni di euro per la nascita del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche, “un’infrastruttura che promuove la mobilità “dolce” e crea una ulteriore attrattiva legata alle due ruote a pedali e al turismo sostenibile”. Secondo il ministero “lo schema di decreto, predisposto dal ministro Toninelli di concerto con il ministro della cultura Alberto Bonisoli è pronto e individua i criteri di ripartizione delle risorse stanziate nel 2015 e nel 2016, disciplinando la progettazione e realizzazione delle opere. Costituisce inoltre un tavolo permanente di monitoraggio per la verifica del raggiungimento degli obiettivi”.

A questo punto, dettaglia il Mit, serve “solo l’invio da parte delle Regioni degli studi di fattibilità, finanziati con circa 5 milioni di euro nel maggio 2017. Invio che il Ministero auspica avvenga quanto prima, così da rendere il Sistema nazionale delle ciclovie turistiche una realtà”.

Alla fine del processo, l’Italia dovrebbe avere una rete di “centinaia di chilometri di percorsi ciclabili: dal Grab di Roma, il Grande raccordo ciclabile, alle Ciclovie del Sole e del Vento (Verona-Firenze e Venezia-Torino); dalla ciclovia dell’Acquedotto pugliese a quelle del Garda, della Sardegna e della Magna Grecia; e poi la ciclovia Tirrenica, la ciclovia Adriatica e la Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia”. Secondo il Mit “si tratta di un importante investimento per il destino economico di tante aree del Paese: finalmente si punta su opere in perfetta simbiosi con il territorio circostante, sulla mobilità sostenibile e in particolare la ciclabilità e su una forma di fruizione turistica del territorio che porterà certamente posti di lavoro e opportunità economiche per i territori attraversati dalle ciclovie. Un progetto trasversale, condiviso e sostenuto da diverse forze politiche, e finalmente attuato”.

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Ciclovie come opere strategiche: il lavoro di Fiab premiato nel documento del MIT

di Raffaele Di Marcello – fiab-onlus.it, 19/04/2017

Grandi sorprese nell’uovo di Pasqua per la ciclabilità nazionale. Con il Documento Economia e Finanza 2017 è stato infatti approvato l’Allegato su proposta del ministro del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, dal titolo Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti infrastrutturali, nel quale si individuano le priorità infrastrutturali da qui al 2030.

Fra i paragrafi del documento del MIT, comprese nel sistema nazionale integrato dei trasporti (SNIT), insieme alle strade di grandi comunicazione, ferrovie, porti, interporti e aeroporti, anche le ciclovie, alle quali viene data pari dignità strategica. Tra le rotte privilegiate a livello nazionale quelle segnate dai tracciati EuroVelo e da altri itinerari di interesse nazionale.

Il documento “Connettere l’Italia”, pur con reti EuroVelo e Bicitalia non aggiornate, riconosce altre ciclovie oltre alle quattro già finanziate nella Legge di Bilancio 2016. Nell’elenco compaiono la ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, la ciclovia del Sole, VenTo e Grab; si prosegue con l’anello ciclabile del Lago di Garda e le ciclovie Sarda, Magna Grecia (tra Puglia, Basilicata e Calabria), Tirrenica (quella della prossima edizione Bicistaffetta), l’Adriatica (quella della scorsa) e la Trieste-Venezia.

Un riconoscimento e un’attenzione al mondo della mobilità sostenibile dal parte del MIT che soddisfano Fiab. La Federazione che lo scorso 29 marzo ha incontrato a Roma, presso il ministero, il Gruppo di Lavoro interministeriale incaricato di definire criteri di progettazione e standard per le ciclovie già finanziate. Occasione che è servita anche a ribadire i contenuti del dossier consegnato da Fiab al Ministero dell’Ambiente sulla “promozione della rete ciclabile nazionale” nel 2014.

Durante l’incontro tra Fiab e il Gruppo di Lavoro interministeriale è stato infine consegnato l’aggiornamento della rete Bicitalia. Tre i nuovi itinerari: BI 19 ciclovia Tirrenica, che correrebbe da Ventimiglia a Latina, comprensiva delle ciclovie della Sardegna (come da proposta alla Regione da parte del CIREM dell’Università di Cagliari e della Fiab); BI 20 ciclovia medio padana, che collegherebbe Susa a Trieste, coinvolgendo la futura ciclabile lungo il Canale Cavour in Piemonte; BI 21 ciclovia TIBUR, unendo Pescara a Roma passando per Sulmona e Tivoli.

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Gradini d’acqua

Una rete di “gradini d’acqua”, per ripopolare il lago d’Orta

Progetto da un milione di euro: «Così torneranno i pesci»

Il fiume Toce e il Lago Maggiore

di Vincenzo Amato – lastampa.it, 27/03/2017

Dall’Adriatico al lago d’Orta, passando per il Po, il Ticino, il lago Maggiore, il Toce e i torrenti Strona e Nigoglia. Non è fantascienza, ma l’antico percorso che pesci, e uomini, hanno compiuto per millenni e che da un secolo, nell’ultimo tratto, si era interrotto a causa della presenza di briglie e sbarramenti – muri pressoché invalicabili per la fauna ittica – realizzati per le centraline idroelettriche.

Il progetto, valore 991 mila euro, finanziato in massima parte dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del bando di «connessione ecologica», è stato voluto dai Comuni di Omegna, Casale Corte Cerro, Gravellona Toce, Baveno e Stresa con la direzione scientifica dell’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr, che ha sede a Verbania. «E’ un progetto particolarmente significativo di recupero ambientale e per questo ha avuto il nostro sostegno – dice la commissaria Cariplo per il Vco Francesca Zanetta -: significa ridare vita ai torrenti e far uscire il lago d’Orta dall’isolamento in cui si trova da quasi un secolo. In questo modo verrà ricollegato al bacino fluviale del quale storicamente fa parte, che comprende il lago Maggiore e tutti i fiumi fino al mare».

Al momento i pesci che si trovano nel lago d’Orta arrivano dal Maggiore, prelevati dai ricercatori del Cnr, con un’immissione forzata. L’idea sviluppata dagli scienziati, invece, è ri pristinare corridoi di risalita per i pesci nel torrente Strona e nel canale Nigoglia, che collegano i due laghi, consentendo alla fauna ittica di circolare liberamente. Un’idea apparentemente semplice, ma ora il corso naturale dello Strona è interrotto da 10 sbarramenti con salti che nemmeno i salmoni riuscirebbero a superare, figurarsi persici e lavarelli.

«E’ un esperimento mai fatto prima in Italia – osserva Pietro Volta del Cnr -: si tratta di frammentare questi sbarramenti, costruendo accanto dei “gradini” che i pesci sono in grado di risalire». Per essere sicuri che ciò avvenga non solo nelle prove di laboratorio e nei calcoli scientifici i ricercatori faranno un duplice monitoraggio: su alcuni pesci verrà installato un microchip che permetterà di seguire il percorsi di andata e ritorno tra i due laghi.

Tra lago d’Orta e Nigoglia verrà invece piazzata una speciale telecamera in grado di tenere sotto controllo i transiti. Scienza e turismo in questo caso si sposano. In un’area degradata di Casale Corte Cerro dove scorre il torrente Strona verrà realizzato un laghetto artificiale, una sorta di area di sosta per i pesci migratori, e di conseguenza un parco fluviale con percorsi pedonali e pannelli descrittivi.

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La Ciclovia Olona Lura tra le Brezze della Città Metropolitana di Milano

Il bando Brezza 2 è disponibile sul sito della Fondazione Cariplo.

Ciclovia Olona Lura

Giovedì 16 marzo alla Città Metropolitana di Milano si è svolto il convegno “La Mobilità Ciclabile Metropolitana riparte da una Brezza“, con il quale sono stata presentati i quattro studi di fattibilità che incrociano li territorio della Città Metropolitana sul Ticino, Adda, Lambro ed Olona Lura.

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Viaggiare in Sardegna in bicicletta: tutte le novità

Stanziati 15 milioni di euro per i primi bandi di un progetto rivoluzionario: 2000 km e 42 itinerari tutti in sicurezza

Tre bikers sulla costa nord dell’isola

di Fabrizio Milanesi – touringclub.it, 08/02/2017

Fare sistema, coinvolgere le istituzioni, essere coraggiosi immaginando una prospettiva diversa: la Sardegna si è smarcata dal cliché di isola solo mare e spiagge mettendosi “davanti a tirare”. Il gergo non per caso richiama il linguaggio corsaiolo, visto che proprio la bicicletta è al centro di questo nuovo ambizioso progetto isolano.

La Regione Sardegna ha infatti avviato l’iter per la realizzazione di oltre duemila (duemila!) chilometri di strade destinate alle biciclette su una rete che coinvolgerà ben 209 comuni.

Una partenza che è il risultato di un anno e mezzo di progettazione che ha visto l’apporto di 65 associazioni, 209 enti locali, quattro assessorati regionali, l’Enas, l’agenzia Forestas e i Consorzi di bonifica.

La mappa del primo lotto di ciclabili in progettazione

VIA AI BANDI PER 5 DIRETTRICI E 13 ITINERARI CICLABILI

I due primi finanziamenti di 15 milioni di euro sono sufficienti a indire le gare entro il 2017 e finanzieranno la realizzazione sul territorio sardo di una rete di collegamento tra aree urbane ad extraurbane: circa 700 chilometri di piste da suddividere in 5 macro-direttrici e 13 itinerari.

  • Direttrice 1 Alghero-Porto Torres-Sassari + Porto Torres/Sassari-Badesi  (km 115,84)
  • Direttrice 2 Ozieri/Chilivani – Illorai Staz. Tirso + Illorai staz. Tirso – Macomer + Macomer – Bosa (km 164,17)
  • Direttrice 3 Bosa – Oristano + Oristano – Tharros + Oristano Terralba (km. 133,79)
  • Direttrice 4 Cagliari/Elmas/Assemini – Sanluri/San Gavino + Sanluri-Isili (km 113,78)
  • Direttrice 5 Santa  Margherita di Pula – Cagliari + Cagliari – Villasimius + Villasimius – Villaputzu (km 149,75)

Per arrivare a tagliare il traguardo dei 1400 chilometri mancanti si aprirà una competizione con le altre regioni italiane e gli altri Stati europei per accreditarsi i finanziamenti europei destinati a chi può dimostrare di avere un progetto in fase avanzata.

LA BICICLETTA, UN TOCCASANA PER L’ECONOMIA REGIONALE

Letteratura francese e provenzale medievale; studi danteschi; linguistica sarda; letteratura catalana; teoria e storia della critica letteraria; critica del testo. Questo è il background non particolarmente agonistico del “regista” della rivoluzione sarda a pedali. 

Paolo Giovanni Maninchedda dopo l’attività di ricerca e giornalistica sulle testate regionali si è infatti impegnato nella gestione della cosa pubblica sarda fino a ricoprire il suo attuale ruolo di assessore ai Lavori pubblici. Sostenitore di una sana e meritoria competizione con il “continente”, Maninchedda si è speso molto per un progetto davvero ambizioso.

Nella conferenza stampa di presentazione, l’assessore ha dichiarato entusiasta infatti che “la bicicletta non è più solo uno strumento di svago, è un mezzo di trasporto ma anche un produttore di ricchezza sostenibile e di salute. È stato calcolato – aggiunge Maninchedda – che un euro investito in ciclabilità restituisca un euro di ricaduta economica nel comparto turistico, questo significa che ha un ritorno altissimo”.

A dare sostanza alle parole dell’assessore anche una pubblicazione del Cirem, il centro interuniversitario di ricerche economiche e mobilità dell’università di Cagliari che ha stimato in 85 milioni di euro l’apporto del progetto dopo la sua realizzazione.

Il relax dopo una pedalata su una splendida spiaggia dell’Iglesiente

SARDEGNA E BICICLETTA NELL’EDIZIONE DEL CENTENARIO DEL GIRO D’ITALIA

Il timing del progetto è perfetto sapendo che il Giro d’Italia ha programmato proprio sull’isola le prime tre tappe della storica edizione del Centenario.

Il prossimo 5 maggio si partirà con la Alghero-Olbia, che si svilupperà per 203 chilometri sui saliscendi lungo la costa nord dell’isola. Sarà seguita il 6 maggio dalla Olbia-Tortoli, una tappa di mezza montagna che si accentra verso le montagne di Nuoro, mentre domenica 7 maggio sarà la volta della Tortoli-Cagliari, con in mezzo il passaggio panoramico sulla costa di Villasimius.

Una Sardegna pronta a vestirsi di Rosa, ed è solo l’inizio perché se le azioni istituzionali continueranno a tenere il gruppo compatto si arriverà presto a quello che l’assessore regionale al Turismo sardo Francesco Morandi ha definito in conferenza stampa “il più importante progetto di infrastrutturazione turistica che la Sardegna abbia mai visto, con duemila chilometri di percorsi possiamo infatti costruire un prodotto legato a sostenibilità, crescita economica delle zone interne e destagionalizzazione”. Un po’ la dimostrazione che pedalare spesso rende liberi.

Sintesi del progetto Sardegna – scarica

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Vie e binari verdi, i giardini alla riconquista degli spazi urbani

Barcellona, San Francisco, Seul, Portland, Milwaukee: progetti di riqualificazione che hanno nascosto o sostituito ferrovie e strade

edilportale.com, 16/01/2017

Eliminare strade ad alta intensità di traffico e ferrovie per ridurre l’inquinamento e sostituirle con parchi, aree pedonali e piste ciclabili. Oppure nasconderle con aree verdi in grado di riqualificare le aree urbane. Sono le soluzioni adottate da molte città che, dopo uno sviluppo industriale significativo, vogliono diventare più vivibili e belle.

Ecco alcune delle soluzioni adottate in giro per il mondo.

Jardins de la Rambla de Sants, Barcellona – Spagna

Un parco sopraelevato di 20mila metri quadri nasconde la linea ferroviaria nei pressi della fermata ‘Sants’. Diversamente da quanto accaduto a Parigi, New York e Milano, in cui le aree verdi prendono il posto dei binari, a Barcellona la linea ferroviaria continua a funzionare, ma è nascosta da una specie di scatola contenente giardini e spazi pubblici. Il progetto è stato curato dagli architetti Sergi Godia e Ana Molino. I lavori sono terminati nel 2016, dopo dieci anni di cantiere.

Foto: Sergi Godia

Madrid Río, Madrid – Spagna

Il parco è stato aperto nel 2011, dopo che, nel 2003, si era deciso di interrare una strada ad alta intensità di traffico che correva parallela al fiume Manzanares. Il progetto è stato curato dallo studio olandese West 8 e dallo studio associato MRIO (Burgos & Garrido, Porras La Casta e Rubio Álvarez-Sala), che hanno integrato nel parco le opere d’arte e architettoniche presenti sul percorso, come il Puente de Segovia e Puerta del Rey.

Foto: Studio West 8

Pier Freeway, San Francisco, California – USA

All’inizio degli anni Ottanta il piano urbanistico della città di San Francisco aveva previsto la demolizione dell’autostrada “480 California highway” e la realizzazione di un parco al suo posto.

Dal momento che si trattava di una strada “storica” c’erano dei dubbi a riguardo, ma nel 1989 è stato un terremoto a decidere il da farsi. I danni subiti sono stati tali da rendere la demolizione più conveniente della riparazione. A guadagnarne è stato il verde urbano.

Foto: Gerald P.

 

Cheonggyecheon, Seul – Corea del Sud

Negli anni Cinquanta il canale nella zona Cheonggyecheon era stato tombato e sopra era stata costruita una strada sopraelevata. Il progetto di riqualificazione della zona, avviato nel 2005, ha riportato alla luce il canale che è tornato ad avere il suo ruolo di area verde e ricreativa.

Foto: Kimmo Räisänen

Harbor Drive Portland, Oregon  – USA

È stato il primo parco ad essere realizzato, nel 1978, sulle ceneri di una autostrada che costeggiava il fiume Willamette River. Si tratta della Harbor Drive, che è stata accorciata per lasciare spazio al verde.

Foto: Flickr -Brx0

 

Alaskan Way, Seattle, Washington – USA

Questo viadotto appartenente alla “Route 99”, realizzato nel 1950 e danneggiato dai terremoti, sta per essere interrato creando un tunnel a quattro corsie lungo circa tre chilometri. Al suo posto sorgerà un parco che sarà incluso in un progetto di riqualificazione del waterfront. I lavori dovrebbero essere completati nei prossimi mesi. Qui un rendering.

Foto: Washington State Department of Transportation

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Torino, aperitivo con VenTo

Giovedì 20 ottobre a Torino, presso la  Bibliomediateca Mario Gromo, ci sarà la proiezione del film “VenTo, l’Italia in bicicletta lungo il fiume Po“.

L’evento sarà preceduto dall’Aperitivo Bikers organizzato da Ciclocucina (ore 19,30)

Alla proiezione saranno presenti due degli autori (Pino Pace e Stefano Scarafia) e Camilla Munno, del team di progettazione.

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Roma: al via il Grab

Roma: al via il Grab, Grande raccordo anulare delle biciclette

44 chilometri dall’Appia Antica alle architetture contemporanee di Zaha Hadid e Renzo Piano

Entro i prossimi mesi si avvieranno le attività di progettazione e realizzazione del Grande Raccordo Anulare delle Biciclette (GRAB) di Roma.

E’stato, infatti, firmato, il 21 settembre scorso al Campidoglio, il protocollo d’intesa tra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e il Sindaco di Roma Capitale, Virginia Raggi, per il GRAB, la ciclovia che completa la prima fase del sistema delle ciclovie turistiche nazionali, iniziata lo sorso 27 luglio con la sottoscrizione dei protocolli d’intesa per le ciclovie “Del Sole”, “Ven-To” e “Dell’acqua”.

Ciclovie turistiche: il GRAB di Roma

Grazie all’accordo siglato, il Campidoglio potrà subito mettersi al lavoro rispettando il cronoprogramma: entro 90 giorni sarà fatta la stima economica del progetto di fattibilità e nei successivi 180 giorni il piano verrà consegnato al Ministero.

La ciclovia prevede oltre 44 chilometri di percorso, interamente in piano, tra i siti d’interesse storico-artistico-archeologico: parte dalla Roma antica e dalla Appia Antica e arriva alle architetture contemporanee di Zaha Hadid e di Renzo Piano, alla street art del Quadraro e di Torpignattara unendo tra loro Colosseo, San Pietro, Trastevere e il centro storico, la Galleria Borghese, l’Auditorium e numerosi altri punti di interesse, attraversando parchi e inaspettati paesaggi bucolici, costeggiando i fiumi Tevere, Aniene e Almone.

Il percorso correrà per 30,5 chilometri lungo vie pedonali e ciclabili, per altri 6 chilometri su strade poco trafficate e per il resto su strade a traffico intenso, dove però il tracciato ciclabile sarà adeguatamente protetto. Una volta ricuciti tra loro questi lunghi segmenti e assicurata la ciclopedonalizzazione della passeggiata archeologica tra Colosseo e Appia Antica, la Capitale e il Paese avranno “un corridoio verde, una greenway unica e irriproducibile”.

GRAB Roma: i commenti

Subito dopo l’accordo il Ministro Delrio ha dichiarato: “Con la firma di oggi prende il via la fase di progettazione e realizzazione del grande raccordo anulare delle bici di Roma, che ha tutte le carte in regola per essere la più bella ciclovia del mondo. Il Grab non poteva mancare nella nostra idea di un sistema nazionale delle ciclovie turistiche, con l’appoggio del Governo agli enti locali, per realizzare vere e proprie infrastrutture di mobilità sostenibile, con pari dignità rispetto alle altre infrastrutture nazionali e con pianificazione e finanziamento pluriennali. Il Grab, ideato da Velolove, per le sue location monumentali e paesaggistiche avrà una forte attrattiva  per i cittadini e per i visitatori, e può essere realizzato in tempi rapidi grazie a un’opera di riqualificazione e di ricucitura dei tratti esistenti”.

“La realizzazione del Grab è un grande passo verso una mobilità più sostenibile a Roma – ha dichiarato Virginia Raggi – Non solo: sarà un’occasione per valorizzare le identità e le eccellenze del nostro territorio. Uno strumento di promozione del patrimonio storico-artistico che viaggerà su due ruote. Il Grande raccordo anulare delle bici è un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni. Una sinergia messa al servizio dei cittadini per dare loro un’infrastruttura concreta all’insegna del rispetto dell’ambiente e che punta a ricucire centro e periferie pedalata dopo pedalata. Un progetto condiviso anche con le associazioni ciclistiche e ambientali. Un progetto fatto con i cittadini, per i cittadini”.

Mobilità dolce: le strategie del Governo

Il GRAB è tra i progetti previsti dal sistema nazionale di ciclovie turistiche, inserito nella Legge di Stabilità 2016; al settore sono stati assegnati per il triennio 91 milioni di euro: 17 milioni per il 2016, 37 milioni per il 2017 e 37 milioni per il 2018.

Due i criteri utilizzati per i primi quattro percorsi prioritari individuati: “dall’alto” tenendo conto delle indicazioni della  rete ciclabile  “Eurovelo” e, in considerazione del “Piano straordinario per la mobilità turistica” di Mit, Mibact e Regioni, “dal basso” con quattro tracciati già delineati da studi di fattibilità, redatti da parte di associazioni, privati e enti, proponendo il riuso e la ricucitura di percorsi esistenti, identificabili come parti di una unica rete nazionale e con livelli di qualità comuni.

Le vie di comunicazione sostenibili dovranno essere riservate esclusivamente per viaggi non motorizzati, salvaguardando l’ambiente e il territorio circostante, con standard soddisfacenti per essere percorse da utenti di tutte le abilità.

Ricordiamo i percorsi delle altre tre ciclovie:
– la Ciclovia “Ven-To” da 680 chilometri, che collega Venezia a Torino;
– la Ciclovia “Del Sole”, da 300 chilometri che va da Verona a Firenze;
– la Ciclovia “Dell’Acqua”, da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE), lunga circa 500 chilometri.

Con la firma del Grab, tutte le 4 ciclovie sono incamminate sul percorso amministrativo. Gli atti firmati rappresentano una “road map” in cui si descrivono le azioni in capo a ogni ente, Mit, Mibact e Enti locali, tra cui, in sintesi:
– nel 2016 la sottoscrizione dei protocolli e lo stanziamento dei fondi per la progettazione;
– nel 2017 la progettazione dei tracciati, gli accordi di programma con gli enti locali interessati dai percorsi, le prime gare per la realizzazione delle ciclovie e l’apertura dei primi cantieri;
– nel 2018 la chiusura dei primi cantieri e le altre gare per la realizzazione delle ciclovie con l’apertura e la chiusura degli ultimi cantieri.

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Parole e immagini per ricucire la bellezza

Parzialmente sovrapposto alla settimana europea della mobilità è in corso il VenTo Bici Tour 2016. Il tema di questa edizione è “Ricuciamo la bellezza” (qui il programma completo). E, finalmente, si può cominciare a preparare ago e filo, con i 91 milioni di euro in tre anni inseriti in legge di stabilità, destinati ai 4 principali progetti legati alla mobilità ciclistica su scala nazionale, fra i quali figura proprio la ciclovia del Po. Il 21/09 gli incontri hanno interessato la mia zona, ovvero la provincia di Cremona e il Basso Lodigiano: in mattinata a Casalmaggiore si è parlato della “Tangenziale dei bambini“, a pranzo a Cremona si è tenuta una conferenza su intermodalità e navigazione fluviale e, in serata, un incontro in Piazza del Popolo a Somaglia, con tema “Gli scrittori del Po”.

Io a Somaglia ci sono andata, ed è stata, freddo a parte, una serata piacevole ed interessante. E diversa da come me l’ero immaginata, perché non mi aspettavo questo tipo di testimonianze, portate da persone anche più giovani di me. Testimonianze legate al territorio, alla sua evoluzione… cose che ho potuto toccare (almeno in parte) con mano anche io.

Prima di tutto, vediamo chi sono i protagonisti, quanto meno quelli che hanno parlato dal palco:

  • Alex Corlazzoli, di Offanengo (CR), maestro elementare e giornalista del “Fatto Quotidiano”, autore di “Gita in Pianura”, ha fatto da moderatore della serata.
  • Alessandro Sanna, di Ostiglia (MN), pittore ed illustratore, ha realizzato un libro per immagini con protagonista il Po.
  • Roberto Peia, originario di Lodi, è il fondatore di Upcycle café (Milano).
  • Stefano Rotta, un giovane collaboratore della “Gazzetta di Parma” che ha vinto il premio “Enzo Biagi” per giovani cronisti, ha scritto “Gente di provincia”, nel quale ha raccontato storie raccolte fra Po e Appennino.
  • Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano, coordinatore del progetto VenTo, si occupa di consumo di suolo; ha scritto alcuni libri anche di carattere divulgativo, fra i quali “Vento – la rivoluzione leggera a colpi di pedale e paesaggio
  • Alessandro Giacomel, fa parte del gruppo di ricerca che si dedica al progetto VenTo.

img_20160921_214024Gli ospiti hanno raccontato la loro storia e le loro storie per parole e immagini, tutte legate alla pianura e al fiume e, più o meno direttamente, alla bicicletta: un mezzo che, come un filo, può legare comunità anche distanti fisicamente ma non così “distanti”, accomunate come sono dal lento fluire dell’acqua. Il fiume è coprotagonista delle storie di vita di molte persone, luogo di sofferenza e sopravvivenza in passato, ora luogo di rinascita per chi vuole restare legato ad un territorio che sente parte di sé e che col suo lavoro vuol veder rinascere, recuperare dignità in un mondo sempre più globalizzato, in una Nazione che sembra voler regolare tutto in funzione dei grandi centri urbani. A legare queste storie le parole di Corlazzoli, che, con le parole del suo libro, ha parlato del mutare nel tempo del territorio e delle persone, la cementificazione, gli ipermercati, l’arrivo dei “forestieri” prima (e con forestieri si intendevano lodigiani, bergamaschi…) e immigrati poi, in una comunità piuttosto chiusa nella quale ci si chiamava non per nome ma per soprannome.

A fare gli onori di casa c’era, ovviamente, il sindaco di Somaglia, comune che, insieme a molti altri centri rivieraschi (e non solo) del lodigiano, ha aderito al progetto nel corso del VenTo Bici Tour del 2014. Il territorio di Somaglia è stato anche oggetto di analisi da parte di un gruppo di studenti del Politecnico di Milano, che ha elaborato una proposta di intervento per collegare l’abitato al percorso principale della ciclovia.

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Il progetto: potenzialità e legame col territorio

ventoPileri e Giacomel hanno spiegato brevemente la filosofia che sta dietro al progetto e le possibili ripercussioni sul territorio. Due aspetti sono stati messi in evidenza: la prima è la funzione di connessione fra territori che un’opera di questo genere può contribuire a realizzare, interessando comunque una fascia di territorio che è più ampia di quella fisicamente servita dalla ciclovia. Questa connessione però non può aver luogo senza l’azione concreta delle amministrazioni locali, che devono fare rete per sfruttarne le potenzialità. Un esempio che ha portato Pileri è relativo ai siti UNESCO che sono presenti lungo l’asse del Po: sono circa una decina, e gli amministratori delle località interessate si sono incontrati la prima volta qualche giorno fa a Ferrara, nell’ambito del VenTo Bici Tour.

Giacomel ha invece detto di essere rimasto colpito principalmente dalla forza delle donne, e sono tante, che, in contesti ambientali ed economici difficili, hanno ripreso in mano la loro vita per imbarcarsi in imprese toste, recuperando un rapporto col territorio che veniva dato ormai per perduto.

Le storie del Po e della pianura

Roberto Peia

Cresciuto nella cascina della Fam. Cerri a Melegnanello, da giornalista si è trovato disoccupato e si è dovuto reinventare una vita, e lo ha fatto fondando un’azienda su due ruote, un corriere espresso che faceva consegne a Milano e dintorni in bicicletta. Occupazione, questa, che gli ha consentito di vedere gli aspetti belli e brutti della metropoli, gli angoli nascosti e i cortili, così come le situazione di degrado, che puntualmente annotava nel suo taccuino. Da questa storia è nato un libro, “Tutta mia la città“.

La sua passione per la bici lo ha portato ad aprire a Milano, in via Ampère, l’Upcycle Café, dove si può mangiare e bere, ascoltare storie di bici, assistere a presentazioni di libri e filmati. Da questa esperienza è nato “Dalla padella alla bici – 50 ricette per fughe golose

L’ultimo libro scritto da Peia è…un noir su due ruote, la storia di un corriere che si trova a fare un trasporto “scottante” per un’associazione criminale. Si intitola “A rincorrere il vento – storie di pedali, pistole e puttane”.

Stefano Rotta

Con due amici fotografi ha vagato per cinque anni fra Po e Appennino alla caccia di storie. Persone, vite… con particolare riguardo a chi negli anni ’40 aveva la loro età (25 anni o poco più). Ne è nato un libro, “Gente di provincia” (qui la pagina facebook dedicata), in cui queste storie vengono raccontate, e molte di esse sono legate al Po. Persone che vivevano il fiume e di fiume: contadini, pescatori… una vita dura, che ha lasciato il segno sui loro corpi ma che queste persone, potendo tornare indietro, rivivrebbero esattamente nello stesso modo. Oggi c’è ancora la “gente del fiume”, ma il rapporto simbiotico col Po è scomparso, probabilmente anche a causa della cementificazione. Ora però, forse a causa della crisi, i giovani stanno tornando al territorio, e sono più vicini ai loro “vecchi” rispetto ai giovani di qualche anno fa.

Alessandro Sanna

fiume-lentoCome molti della mia generazione e di quella che ci ha preceduto si è allontanato dalla sua terra, trasferendosi in una città più grande. Alla sua terra però è tornato per costruirvi la sua famiglia. Fra le altre sue attività ha dipinto una serie di acquerelli che avevano come protagonisti paesaggi e genti del Po, i cambiamenti delle stagioni lungo il corso del fiume. Queste tavole sono state viste da un’editrice americana, che le ha raccolte in un libro. Successivamente il libro è uscito anche in Italia col titolo “Fiume lento” ed ha trovato diffusione anche in altri paesi europei e non solo ad (esempio in Cina), le tavole originali sono state esposte a Praga mentre, paradossalmente, la sua Mantova non ha ancora dato al suo lavoro piena visibilità.

In chiusura di serata ha mostrato un filmato con le sue opere, e devo dire che sa smuovere emozioni anche con pochi tratti di pennello. Forse perché dimostra che, per entrare nel cuore delle persone, non è sempre necessario puntare lontano. A volte basta guardarsi intorno, nel proprio mondo, e saper vedere, cogliere sensazioni ed emozioni per poi riportarle su carta.

Categorie: bicicletta, iniziative, percorsi ciclabili | Tag: , , , , | 1 commento

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