Cerimonia questa mattina (24/01) nella Reggia di Colorno, per il Comune è intervenuto l’Assessore Virgilio.
welfarenetwork, 24/01/2017
A fine dicembre 2016 il Comune di Cremona ha aderito al progetto Po Grande per la candidatura della Media Valle del Po come patrimonio MaB (Man and Biosphere) dell’UNESCO. Questa mattina, nella Reggia di Colorno, si è tenuta la cerimonia di sottoscrizione del Protocollo d’intesa tra gli enti coinvolti, mentre il testo del documento è stato presentato al Palazzo Ducale di Revere, in provincia di Mantova, lunedì 23 gennaio. Per l’Amministrazione comunale la firma è stata apposta dall’Assessore al Territorio e all’Area Vasta Andrea Virgilio.
Il progetto coinvolge cinque Province e 50 Comuni, appartenenti a due Regioni, Lombardia ed Emilia Romagna, per un tratto di 200 km di asta fluviale, 39 siti classificati come “Natura 2000”, 38 habitat di interesse comunitario e dieci affluenti. L’attività di coordinamento del progetto è affidata al Comune di San Daniele Po per il territorio di Cremona, al Comune di Colorno per il territorio di Parma, al Comune di Guastalla per il territorio di Reggio Emilia, al Comune di Motteggiana per il territorio di Mantova e al Comune di Piacenza. La candidatura a Riserva della Biosfera MaB UNESCO è sostenuta, accanto alle località rivierasche, anche dall’Autorità di Bacino del Fiume Po, ente capofila della strutura di coordinamento, dall’Università degli Studi di Parma e da Legambiente. Ai due appuntamenti ha partecipato anche Philippe Pypaert dell’Ufficio UNESCO di Venezia, unitamente ai rappresentanti delle Riserve MaB già istituite nel bacino padano: il Delta, la “CollinaPo Torinese” e l’area del Monviso che comprende la Prima Valle del Po. Per quanto riguarda la nostra provincia i Comuni coinvolti sono Casalmaggiore, Cremona, Gerre de’ Caprioli, Gussola, Martignana di Po, Motta Baluffi, Pieve d’Olmi, San Daniele Po, Scandolara Ravara, Stagno Lombardo e Torricella del Pizzo.
“Con la sottoscrizione di questo Protocollo – dichiara Virgilio – il Comune di Cremona prosegue innanzitutto il percorso avviato da tempo, insieme ad altri enti, teso a valorizzare il grande patrimonio che rappresenta il nostro fiume: basti pensare ad iniziative quali il Contratto di Fiume, Pedalando un Po, l’ampliamento del PLIS del Po e del Morbasco, Armonie del Grande Fiume e il Protocollo d’Intesa per la valorizzazione strategica dei territori dell’Asta fluviale del Po”.
“Insieme agli altri Comuni cremonesi, in stretta sinergia con gli enti delle provincie di Mantova, Parma e Piacenza, nonché dell’Autorità di Bacino del Fiume Po, dell’Università degli Studi di Parma e di Legambiente, la firma di oggi rappresenta un altro importante passo nella direzione intrapresa. Tutti quanti i sottoscrittori del documento concordano nel ritenere di grande rilevanza che l’area mediana del Po venga inserita nel programma UNESCO: qui infatti la storia dell’uomo è sempre stata strettamente intrecciata al fiume, ai suoi ritmi, alle sue caratteristiche naturali, ai suoi paesaggi e al suo clima, creando la possibilità di uno sguardo d’insieme sul fiume. Per il futuro di questa area ci deve essere la piena valorizzazione dell’ambiente e dell’identità storica, mettendoli al centro di politiche territoriali ed economiche, che guardino oltre i confini amministrativi” aggiunge l’Assessore, che conclude: “Anche il Comune di Cremona ha deciso di cogliere questa grande opportunità: il coordinamento permanente di un’area per stesse esigenze e peculiarità, non appunto per confini amministrativi, per attuare progettualità, infrastrutture turistiche, politiche ambientali sovracomunali, reperimento di risorse, attuazione di politiche turistico-culturali”.
Il Programma MAB (Man and the Biosphere) è stato avviato dall’Unesco negli anni ’70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity building, promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo e pianificazione territoriale.
Il Programma ha già portato al riconoscimento, da parte dell’UNESCO, delle Riserve della Biosfera di altri territori lungo l’asta del Po: il Delta (riconoscimento nel 2015), le Collina Po torinese (riconoscimento nel 2016), l’area del Monviso comprendente la prima valle del Po (riconoscimento nel 2013) e l’Appennino Tosco Emiliano (2015). I passaggi necessari a formalizzare la candidatura ufficiale alla rappresentanza UNESCO in Italia devono essere completati entro il settembre 2017.
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