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I Suoni delle Dolomiti 2018

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Col Margherita

E’ da qualche giorno che su facebook mi compare il promo de “I Suoni delle Dolomiti”. Per chi non sapesse di cosa si tratta, cito paro paro ciò che dice visittrentino.info

Le alte vette dolomitiche saranno il tuo teatro, un prato verde e una coperta il tuo posto a sedere e, come effetti speciali, le mille sfumature dell’alba in quota. Qui, tra guglie e cime meravigliose, potrai ascoltare musicisti di fama internazionale suonare dal vivo!

Jazz, musica classica, world music o canzone d’autore? A te la scelta! Sono 25, in tutto, gli eventi musicali che, dal 30 giugno al 31 agosto, prenderanno vita nei più suggestivi angoli del Trentino. Appuntamenti straordinari in una cornice naturale d’eccezione, che potrai raggiungere camminando assieme agli stessi artisti. E a fine concerto? Un territorio tutto da scoprire! Benvenuto ai Suoni delle Dolomiti!

Un connubio perfetto tra suoni e natura, in un palcoscenico unico al mondo

Traduco. Vi fate una bella camminata, magari con il plaid infilato nelle cinghie dello zaino, arrivate in un posto mediamente spettacolare, mettete il plaid sul prato (dove c’è, altrimenti vi cercate un sasso “comodo”) e vi sedete.

E ascoltate.

Musica, di tutti i generi, musicisti italiani e no, ma tutti decisamente “di livello” (giusto per fare un esempio, qualche anno fa sono andata a sentire Bollani in val Duron). Oppure attori, che si esibiscono in uno spettacolo dove spesso e volentieri le forma artistiche si contaminano. Neri Marcorè è quasi di casa, qui, ma mica è l’unico…

Ecco, stasera sono andata finalmente a vedere il programma. Sì, perché ogni volta spero che ci sia qualche interessante concerto in Val di Fassa nelle due settimane nelle quali io sono in ferie, ed ogni anno mi mangio le dita, perché in questo periodo di solito vengono battute altre zone. Infatti mi stanno ancora qui il concerto di Carmen Consoli a Fuciade, che ho mancato perché era a fine agosto, o le volte che mi sono fatta sfuggire il sopra citato Marcoré.

Apro il file, faccio scorrere le date. Per un attimo mi sbarluccicano gli occhi: Paolo Fresu (che desidero tanto vedere dal vivo, qui nelle dolomiti) insieme a… Muzega de Poza, la banda di Pozza ti Fassa, nella quale, tra l’altro, suonano alcune persone che conosco. E la location non è niente male, visto che si tratta del Roda de Vael.

La data però mi riporta alla realtà. 29/07. Giorno nel quale, in teoria, dovrei essere in Valtellina causa granfondo del moroso. E lo sconforto  mi assale..

E niente… mi tengo la voglia anche per questo anno. Ma se voi volete consultare il programma completo, eccolo qui

 

 

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A mente sgombra (forse…)

Inforcare una bici, andare a correre… mica lo si fa “solo” per buttar giù qualche etto (e già sarebbe un successo). E’ anche un modo per “buttar giù” i pensieri, nel senso di liberarsene, sgomberare la mente. Poi, ovvio che a correre, se non si è abbastanza allenati, dopo un po’ subentra il pensiero “no, cazzo, non ce la faccio”. Ma questo è un altro discorso.

Con la bici, invece, è più facile, perché, se non si vuole battere il record personale, ci si può rilassare di più, e le tensioni se ne vanno. Per me questo funziona soprattutto se mi muovo seguendo il flusso d’acqua di un fiume, o di un canale.

Ma una testa non riesce a stare a lungo vuota, l’eliminazione delle tensioni riattiva le connessioni, e le suggestioni del paesaggio, le piccole cose che si notano guardandosi intorno si mescolano ad altri pensieri che riaffiorano, e ti ritrovi, nuovamente, a ripensare ai tuoi casini, ma analizzandoli con spirito diverso, cambiando punto di osservazione, a fare qualche piccolo bilancio.

E allora, mentre ti fai una piccola uscita nella campagna cremonese, tagliando inizialmente per campi per poi riportarti su asfalto a fare un giro tranquillo, di quelli che sai quanto ci metti e quanto margine puoi prenderti per fermarti a scattare qualche foto, prende avvio il processo di rimozione, miscelazione e rielaborazione. E lo sguardo sulla natura che sta completando il risveglio primaverile, questo processo lo aiuta. E così, passando accanto alla cascina disabitata lungo lo sterrato verso la Roggia Marchesa, scopri l’immancabile gatto nero, ma anche qualche cucciolotto nato da poco. E le rogge che non sono ancora state riempite d’acqua, mentre l’acqua caduta nei giorni precedenti qualche segno sulla vicinale lo ha lasciato, e tu un po’ smadonni, perché non hai voglia di infangarti troppo.

Cascina Vallate Ponte

E via, lungo lo sterrato, fino a Regona, e da qui verso Formigara, dove la Cascina Vallate Ponte, col suo inconfondibile rosa-rosso, un tempo tipico delle abitazioni della mia zona, sta a presidiare il ponticello sul Serio Morto. Ed ecco che l’acqua, elemento essenziale di questo paesaggio, trasporta pensieri, riflessioni… Potesse rimuovere completamente anche le frustrazioni sarebbe una gran bella cosa… e invece non è proprio così. E dal muro rosa carico ai muri di gomma contro i quali ti sei imbattuto durante la settimana il passo è breve…

Il Serio Morto

E arrivi a Ferie, lungo la scarpata del Lago Gerundo… territorio modellato da un corso d’acqua un tempo ampio e ora rientrato nell’alveo dell’Adda. Cascine più o meno grandi, villette… un sacco di case vuote, l’osteria del paese, l’oratorio (ma ci sono i bambini qui? in quanti usano i giochini di lato al parchetto?), l’immancabile asinello nel recinto lungo la strada per Formigara… I discorsi fatti in ufficio, a casa… che si mescolano nella testa senza un ordine logico mentre affronti la salitella, e insieme ai pensieri, le canzoni. Già, perché non puoi mai sapere che canzone ti verrà in mente, per qualche stranissimo scherzo della mente. Per associazione di idee (in ufficio era stato nominato Vasco Rossi, un paio di giorni prima) ti viene in  mente la Mannoia e la sua bellissima interpretazione di Sally. Una canzone che associ ad un periodo poco divertente della vita. Un periodo di decisioni drastiche.

Sally cammina per la strada senza nemmeno / guardare per terra

Sally è una donna che non ha più voglia / di fare la guerra

No, ma io per terra devo guardare, mica che poi prendo una buca. E non avrei certo voglia di fare la guerra, ma mi ci trovo dentro, cazzo, nella mia piccola guerra personale…

La musica esce dalla testa, svolti per imboccare la strada “di argine” verso Pizzighettone (in pratica, è il primo tratto della “ciclabile delle città murate” fatto al contrario). E sono le piccole cose che ti colpiscono…

Ma da quanto tempo non vedevo un orto con le bustine di sementi infilate su un bastoncino? Si lo so, è una cavolata… ma fa molto orto della nonna. Il mio vicino, che ha un orto immenso, non le mette. La mappa dell’orto ce l’ha stampata in testa.

E man mano che incontri viottoli laterali, ti dici che una qualche volta devi venire in perlustrazione per cercare percorsi alternativi. Anche da Ferie ce ne sono di vicinali che scendono giù verso la valle dell’Adda… totalmente sconosciute.

Uno scheletro…in golena

Però una deviazione la fai, in corrispondenza di un vecchio impianto a servizio di una cava. Deviazione si fa per dire, perché dopo nemmeno 100 metri ti trovi in riva all’Adda, che dalla strada nemmeno si vede. Quello che vedi invece sono le solite taniche di plastica blu abbandonate fra i rovi. Che schifo… ma avere cura per il proprio territorio è così da radical chic? Gli agricoltori proprio se ne sbattono, eh…

Attrezzatura di cava in disuso

L’Adda fra Formigara e Pizzighettone

Riprendi la ciclabile in direzione sud. In un campo preparato a puntino spuntano le prime piante, ma alcuni mucchietti di terra alterano la geometria perfetta del terreno perfettamente rullato e rigato dalle file di germogli. Una talpa? Talpa topografo, cazzarola, sono tutti allineati manco li avessero tracciati col laser. E qui ci scapperebbe una battuta da  ingegnere, ma non la capirebbe nessuno (addetti ai lavori a parte)…

Ecco, ci risiamo….

Sally ha già visto che cosa / ti può crollare addosso

Sally è già stata punita

Cappellina votiva

In un certo senso… sarà perché mi fido troppo delle persone, poi quando ci sbatto il naso fa molto male… Fa male vedere le persone diventare il peggio che prima detestavano… Fa male vedere la mediocrità fatta carriera (o presunta tale). E zitta non ci so stare, prima o poi mi spediranno a casa di Dio per punizione…

Sul curvone (no, la Coppa Cobram non c’entra), dove si stacca una sterrata che conduce ad un maneggio, sorge l’immancabile cappellina votiva. Ma chissà perché sono tutte dedicate alla Madonna? Le rose di lato all’ingresso, le sedie di plastica per sostare a prendere il fresco nelle giornate afose, questa ha sull’altare un dipinto che, almeno agli ignoranti in materia di religione, fa pensare alla Madonna di Lourdes che appare alla pastorella. Ma magari non c’entra un tubo…

Sally cammina per la strada sicura / senza pensare a niente

Di sicuro c’è solo la morte, ma sinceramente questa certezza spero di provarla il più tardi possibile. A pensare a niente un bel tubo… 

Quando la vita era più facile…

Ma perché caspita la vita è così un casino, che se non lo è sembra che te la complichino apposta, giusto per farti un dispetto? Perché si riempiono tutti la bocca di parole fighe, poi alla resa dei conti sono ottusi? Perché impongono agli altri delle scelte totalmente prive di senso solo perché devono far vedere che comandano loro, perché ti considerano una pedina nello scacchiere dei loro premi aziendali, e chissenefotte se ne va della tua vita familiare, e pure (diciamolo) dell’efficienza aziendale?

Mobbasta, però, eh…

Le mura di Pizzighettone

Prosegui seguendo i cartelli della Ciclabile delle Città murate, arrivi a Pizzighettone. Il sole che illumina radente la parete della torre d’angolo crea un contrasto di colori ed ombre. E per la prima volta ti fermi a guardare, da questa angolazione, le mura, ancora ben conservate (grazie anche all’appassionato lavoro di un gruppo di volontari), e noti le torrette di avvistamento presenti sul lato nord. Ma non solo… ai piedi delle mura, il percorso un po’ tortuoso di ciò che rimane di una lanca del Serio Morto, in questo periodo asciutta. Alcuni pannelli illustrano la vegetazione presente e inquadrano la zona all’interno della antica valle fluviale.

Lato Nord della cinta muraria di Pizzighettone: le torrette di avvistamento. A i piedi, la Lanca del Becco

Chiesa di San Bassiano

Attraversi il centro abitato: il Palazzo Comunale esattamente di fronte alla Chiesa di San Bassiano, la cerchia delle mura, la Polveriera, Porta Soccorso.

Poco fuori le mura, oltre il ponte della ferrovia, l’Alveo dell’Adda è stato in passato rimodellato. In corrispondenza delle “rapide” alcuni anni fa è stata costruita una centrale elettrica in riva destra. Da poco è stata inaugurata quella in sinistra, durante la realizzazione dell’opera sono stati trovati i resti di un antico mulino.

Oltre l’incrocio con la provinciale scendi lungo l’argine verso Crotta.

Bello lasciar correre le ruote… una volta tanto posso avvicinarmi ai 30km/h 😀 😀 😀

Le centrali di Pizzighettone

Prosegui, incontrando alcuni ciclisti e qualche “camminatore”, uno sguardo a sinistra su cascinali e campi e uno a destra sul fiume, le opere idrauliche, le ripide scarpate sabbiose. Costeggi la torbiera e poi su, verso Crotta. Svolti a destra e, da via Cavallatico, sovrasti l’ansa del fiume. E ancora il flusso dell’acqua accompagna quello dei pensieri.

Ma forse Sally è proprio questo il senso, il senso / del tuo vagare
forse davvero ci si deve sentire / alla fine un po’ male
Forse alla fine di questa triste storia / qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa / e cancellarli da questo viaggio
per vivere davvero ogni momento / con ogni suo turbamento
e come se fosse l’ultimo

Sensi di colpa, errori, “omissioni”… o meglio, cose su cui si è lasciato troppo correre. Per poi pentirsene. E no, non li cancelli. Però puoi trarre insegnamento, forse. Provare a cercare soluzioni. Poco diplomaticamente, dire le cose in faccia. che almeno è liberatorio. O forse, semplicemente (si fa per dire), tirare delle belle somme, e poi decidere del futuro. Ma forse quello che mi fa star veramente male è veder trattare di merda chi la possibilità di dire le cose in faccia non ce l’ha.

Ti riporti sulla strada per Acquanegra passando davanti a Villa Stanga. Sulla cascina accanto, una mano ardita ha coperto con vernice bianca una frase di stampo fascista, che, bastarda, riaffiora in trasparenza.

Sembra quasi una metafora dell’attualità… e ciò non mi piace per nulla.

Villa Stanga

Di nuovo in sella, imbrocchi la provinciale che arriva dal ponte sul fiume.

ed un pensiero le passa per la testa / forse la vita non è stata tutta persa
forse qualcosa s’è salvato / forse davvero non è stato poi tutto sbagliato

Bah, speriamo. Un pizzico di ottimismo, ogni tanto, ci vuole. Almeno al prossimo giro mi verrà in mente una canzone più allegra. 

Rientri a casa, che la famiglia aspetta.

*****

Bonus track

 

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Un violino sul Grignone

Rifugio Elisa – montagna.tv

Elena Cosmo, la violinista che molla tutto per il rifugio sul Grignone

«Basta tournée in giro per il mondo, divento capanatt: continuerò a essere una musicista, solo che i concerti invece che in un auditorium davanti a un pubblico numeroso si terranno tra le mie amate vette con accanto gli appassionati di montagna»

Elena Cosmo – resegoneonline.it

di Barbara Gerosa – milano.corriere.it, 27/04/2018

Guai a chiederle perché ha deciso di appendere il violino al chiodo per gestire un rifugio a 1.515 metri d’altezza, ai piedi del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari, a tre ore di cammino dalla frazione mandellese di Rongio e lontano dai sentieri più conosciuti. Gli occhi scuri si accendono di passione e le parole sgorgano come le note dello strumento che suona fin da piccola. «Non ho appeso proprio nulla. Continuerò ad essere una musicista, solo che i concerti invece che in un auditorium davanti a un pubblico numeroso si terranno tra le mie amate vette con accanto gli appassionati di montagna, che sono certa apprezzeranno il suono della natura che si mescola con le note del mio violino».

Elena Cosmo ha il sorriso che incanta e grinta da vendere. Fisico minuto, da un paio di settimane è la nuova «capanatt» del rifugio Elisa, di proprietà del Cai Grigne di Mandello, sul versante occidentale del Grignone, tra le più note cime lecchesi. Originaria di Desio, 37 anni, da sei vive a Pasturo, in Valsassina, dove si è trasferita per trasformare in lavoro la sua passione per la montagna. Figlia di musicisti, diplomata in violino al Conservatorio di Milano, si è inizialmente dedicata all’insegnamento per poi suonare in tutta Italia e nel mondo, con concerti anche in Indonesia.

Nel 2010 è rimasta folgorata sulla via delle vette lariane: il Resegone, la Grigna, si è poi dedicata all’arrampicata arrivando persino a risalire le cascate di ghiaccio. Infine l’attività nei rifugi, a Claviere, in Val di Susa, Brioschi, Rosalba e Sassi Castelli nel Lecchese. «Facevo praticamente di tutto. È stata un’esperienza importante e quando si è trattato di poter partecipare al bando per gestire da sola l’Elisa, raccogliendo l’eredità di Mauro Balatti che mi ha preceduta in questo incarico, non ci ho pensato un istante», racconta raggiante.

Ma insieme allo zaino pesante 70 chili con le provviste per cucinare i pranzi e le cene agli ospiti-alpinisti- amanti della musica, con sé ha portato anche il violino. «In realtà non l’ho mai abbandonato — continua a raccontare —. Nel 2016 è nato il progetto “Armonie tra cielo e terra”. Insieme al quartetto d’archi di cui faccio parte abbiamo organizzato una decina di concerti in alta quota, molto apprezzati e partecipati. Ed è quello che intendo continuare a fare, anche se non abbiamo ancora fissato date precise».

Intanto il rifugio Elisa, edificato nel 1926 in alta Val Meria, ventitrè posti letto e un panorama mozzafiato, ha già fatto il pieno di consensi, è stato letteralmente preso d’assalto nella giornata del 25 aprile e resterà aperto nei week end fino a giugno e in autunno. Porte e finestre spalancate tutti i giorni, invece, a luglio e agosto, il periodo di maggiore richiesta e quello nel quale l’ambiente e le temperature sono maggiormente gradevoli. Un richiamo irresistibile soprattutto per chi è costretto a vivere nelle città.

«Un lavoro difficile? Impegnativo certo, ma non faccio né più né meno di quello che fanno gli altri rifugisti — si schermisce Elena —. Portare le provviste a piedi per tre ore di cammino? Vivere isolati dal mondo per lunghi mesi? È normale. Anzi è fantastico. E le donne che hanno scelto di impegnarsi in questa attività sono sempre di più. Certo io suono anche il violino, ma in alta quota la musica ha tutto un altro sapore. Arriva prima al cielo e al cuore di chi l’ascolta».

Fotogallery

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Voglio una vita spericolata

A Canazei, dalla parte opposta dell’Avisio rispetto al Dòlaondes, d’inverno c’è un campo scuola: uno skilift e un tappeto a servizio di una piccola pista. D’estate… lo skilift funziona. E pure il tappeto. Viene infatti allestito un piccolo parco giochi, su scende lungo la pista con ciambelloni e macchinine, ci sono i tappeti elastici, il bar… E tutte le volte che passo di qui in bici dalle casse della radio esce buona musica, e posso godermela per qualche minuto, visto che qui devo scendere dalla mtb.

Passo di qui, destinazione Villetta Maria. Mentre sgancio i pedali mi arriva alle orecchie l’inconfondibile attacco di “Vita spericolata” di Vasco. Faccio il giro attorno alla postazione, e, davanti al “Roxy bar” vedo una mamma che, canticchiando il ritornello, culla il bimbo (a occhio e croce fra i 18 e i 24 mesi) che tiene in braccio.

Mi ha fatto tenerezza. Tutti abbiamo, in un modo o nell’altro, desiderato una “vita spericolata”, e ogni età ha un suo modo di intenderla.

I ragazzini che stanno giocando a piedi scalzi in un rigagnolo nell’alveo dell’Avisio magari hanno in testa solo le gesta dei loro idoli calciatori e desiderano ripercorrerne le orme… E crescendo non penseranno solo alle gesta sui campo di calcio, ma anche alle “spericolatezze” che accompagnano molti di quei ragazzotti cresciuti troppo in fretta, con un conto in banca troppo pieno e finiti presto sotto i riflettori.

Il vecchietto barbuto che sta parcheggiando la mtb forse la sua vita spericolata la sta già avendo, già arrivare alla pensione non è da tutti, arrivarci in forma ancora meno. Ma evidentemente non basta, visto che vuol compensare i mesi di vita conquistati andando in bici accendendosi una sigaretta.

Incontrando tanti genitori e nonni con passeggino contenenti pargoli più o meno sonnecchianti, urlanti o con vario stadio di dentizione ho ripensato a tanti papà che ricordavo atletici giovanotti, sempre in giro ad alternare le proprie passioni al lavoro, e che ho rivisto con pargolo appresso e filo di pancetta addosso, in attesa di rituffarsi nelle proprie passioni quando l’età del marmocchio sarà tale da ritoccare un pochino la lista di priorità. Forse, al giorno d’oggi, la vera “vita spericolata” è quella di pensare di metter su famiglia. E’ un mondo difficile già ora, figuriamoci fra qualche anno.

Io non sono mai stata una ribelle. Per me un tempo forse “vita spericolata” voleva dire chiudere un 6c o un 6c+, mentre mi sono limitata a due 6b+, uno lavorato e uno a vista (per i profani, si tratta dei gradi di difficoltà in arrampicata), o fare un tour di più giorni in mtb, o il tour del Monte Bianco, passare comunque intensamente le 2-3 settimane di vacanza spaccandomi di fatica su monti e sentieri. Ora ho un marmocchio da crescere (se riesco a trasmettergli le mie passioni è pure meglio)… e un po’ di chili da buttar giù. Poi si potrà pensare di trovare un po’ di tempo per qualche avventura… Nel frattempo mi devo accontentare.

Per tutti gli spericolati veri, potenziali, mancati, in aspettativa causa famiglia….questa è per tutti noi.

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Festival Alta Felicità 2017

Dopo il successo della prima edizione, il Movimento No Tav organizza anche per il 2017 il Festival Alta Felicità, dal 27 a 30 luglio.
Le parole d’ordine sono le medesime: alta felicità a bassa velocità.

A Venaus, una porzione della valle sarà interamente chiusa al traffico. Lasceremo le nostre auto e per qualche giorno fermeremo insieme il tempo e il consumo, per scoprire i segreti della natura e della vita tra le montagne. Percorsi a piedi, zone di campeggio, palchi e arene naturali in cui vivere momenti di scambio, pace e tranquillità.
Ogni attività proposta sarà gratuita e completamente accessibile. Per il pernottamento saranno messe a disposizione aree campeggio attrezzate e anch’esse gratuite.

Un appuntamento per mandare un forte segnale al governo italiano, tutti insieme, sul come vanno investiti i denari pubblici: non in un’opera inutile e dannosa come il Tav, ma a favore della cura e della messa in sicurezza del territorio. Per mettere a riparo tutti i cittadini del nostro paese da tragedie, come quelle causate dal terremoto e dalle alluvioni, a volte facilmente prevedibili con una politica seria di prevenzione.

Quattro giorni di musica, performances e dibattiti che si susseguiranno nelle diverse aree naturali raggiungibili a piedi attraverso sentieri, opportunamente indicati, tra i boschi, i fiumi e le montagne della Valle di Susa e delle Alpi Cozie.

Per info

www.altafelicità.org

Evento facebook

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Alta Felicità

Musica, natura, incontri a passo d’uomo

Venaus (TO), 22-24 luglio 2016

A Venaus, una porzione della valle Cenischia sarà interamente chiusa al traffico. Lasceremo le nostre auto e, per qualche giorno, fermeremo insieme il tempo e il consumo, per scoprire i segreti della natura e della vita tra le montagne. Percorsi a piedi, zone di campeggio, palchi e arene naturali in cui vivere momenti di scambio, pace e tranquillità.

Un programma d’incontri in cui la musica e le parole attraverseranno con il pubblico il territorio che li circonda.

Incontri a passo d’uomo

La montagna e la sua valle, luoghi che saranno anche d’incontro, come lo sono stati nei secoli. Campeggiare insieme, riflettere e divertirsi insieme, per creare quel senso di comunità che è substrato vitale per una crescita collettiva

Attività e incontri

Tre giorni di musica, performances e dibattiti che si susseguiranno nelle diverse aree naturali raggiungibili a piedi attraverso sentieri, opportunamente indicati, tra i boschi, i fiumi e le montagne della Val Susa e delle Alpi Cozie.

Artigiani e contadini valligiani ci guideranno alla scoperta dei segreti e della storia di antichi mestieri ormai quasi perduti. Accompagnati dai sapori e dai profumi dei piatti tipici della montagna.

Festival ecosostenibile

Alta Felicità intende salvaguardare la natura che ospiterà il festival.

Ti invitiamo a portarti un piatto, forchetta, coltello, cucchiaio e bicchiere così da poterli riutilizzare durante i giorni del festival.

Ti preghiamo fin da ora ad effettuare la raccolta differenziata e a riporre i mozziconi di sigaretta negli appositi posacenere.

L’organizzazione stessa cercherà di scoraggiare l’uso di materiali usa e getta.

VENERDÌ 22 

NINO FRASSICA / ROCCO HUNT /DJ GRUFF featuring GIANLUCA PETRELLA ASSALTI FRONTALI/ BESTIERARE / YO YO MUNDI / LOU DALFIN / MARCO ROVELLI / ZULI /OVERAGE / CASA DEL VENTO  / I FASTI /  IUBAL  / ERRICO CANTAMALE /ATROPINA CLAN / ALP KING

SABATO 23

EUGENIO FINARDI / 99 POSSE / KAOS & DJ KRAIMEGREEN & DJ P-KUT / LUCCI & DJ CEFFO / ANTONIO PASCUZZO / MED FREE ORKESTRA / MAO, VITO MICCOLIS, LALLO E ROBBO / EGIN / VALLENTO POSSE / MIRAFIORI KIDS / BAL OC NOTAV / BRIGATA LAMBRUSCO / ALESSIO LEGA & I MALFATTORI

DOMENICA 24

SUBSONICA / ENSI / KRAKATOA/WILLIE PEYOTETHE BLUE BEATERS / PUNKREAS / MURO DEL CANTO /GLI STATUTO / MAMA MARJAS / SOULFUL ORCHESTRA / POOR MAN STYLE /BULL BRIGADE / RIMOZIONE KOATTA / FANALI DI SCORTA

GUESTS

ELIO GERMANOCHEF RUBIO / WU MING 1 e 2 / LUCA MERCALLI /  SENSO DOPPIO & WUOZ / MICHELE RIONDINO

Sito ufficiale

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I Suoni delle Dolomiti 2016

Immagina di metterti in cammino su un sentiero di montagna, e di raggiungere un rifugio in una delle tante vallate sospese, o in qualche conca incorniciata dalle vette delle dolomitiche, o su qualche terrazza panoramica (naturale) con vista sui monti pallidi. Di camminare zaino in spalla, con i tuoi bastoncini… e di trovarti come compagno di viaggio un musicista che si porta il violoncello in spalla. O di raggiungere la meta e di trovare un pianoforte sul prato dietro al rifugio.

“I Suoni delle Dolomiti” è proprio questo: una serie di concerti e spettacoli in quota, in luoghi da raggiungere a piedi, magari assieme agli artisti che devono esibirsi di lì a poco. Negli ultimi anni sono anche stati proposti trekking di 2-3 giorni.

La manifestazione quest’anno è iniziata il 02/07 e terminerà il 26/08. Il programma lo potete trovare qui, oppure potete scaricare il programma in pdf

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Dolomiti Ski Jazz 2016

Musica calda tra paesaggi ghiacciati: questa l’originale idea che da ben diciannove edizioni è alla base del Dolomiti Ski Jazz, un festival che ha il sapore dell’avventura, musicale e sportiva. In Val di Fiemme, dal 12 al 19 marzo, la black music più popolare, il jazz, il funk faranno parte del paesaggio invernale delle Dolomiti, con numerosi concerti all’aperto in alta quota nei luoghi di riferimento per gli sport invernali.

Raggiungibili con gli impianti di risalita o sciando, offrono uno stimolante cocktail di natura e sport, di neve e musica. Al Dolomiti Ski Jazz i concerti si ascoltano con gli sci ai piedi, direttamente sulle piste, tra una discesa e l’altra, con un orecchio ai ritmi più coinvolgenti e l’occhio sui paesaggi alpini innevati. Sonorità sempre nuove e paesaggi ogni giorno diversi per i concerti che si svolgono verso l’ora di pranzo nei suggestivi rifugi in alta quota, tutti a ingresso gratuito.

La sera invece ci si rilassa a fondo valle, dove la musica continua a pieno ritmo tra teatri, locali notturni e hotel, con i nomi di spicco del programma: Donny McCaslin, Ty Le Blanc, Roberto Gatto, Boris Savoldelli tra gli altri.

info@dolomitiskijazz.com 

Il Programma QUI

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The River Journal

Mercoledì prossimo, 16 dicembre, finalmente presentiamo il nostro viaggio lungo il grande fiume Po a Milano presso lo Spazio Maimeri in zona Navigli/Porta Genova. Per gli amici milanesi e per chi è di passaggio, saremo ben felici di avervi con noi per passare una bella serata e bere un bicchiere insieme. Fate girare l’invito, la serata è aperta a tutti!

N. Fontana

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Musica nel VenTo

Musica nel Vento: il primo itinerario ciclo-musicale d’Italia

fiab-onlus.it, 02/11/2015

E’ stato presentato a Cremona “Musica nel Vento”, studio finanziato con 150.000 euro da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Brezza, e tendente a valorizzare alcuni itinerari ciclistici di collegamento fra la pianura lombarda e il fiume Po.

Musica nel Vento interessa il territorio compreso tra Adda e Serio nelle province di Bergamo, Lodi, Cremona. Lo studio ha evidenziato alcune direttrici ciclistiche già esistenti, all’interno delle aree naturali protette, come il Parco del Serio ed il Parco dell’Adda Sud, nelle quali incentivare uno specifico tema d’interesse: la musica.

Bergamo, Crema, Lodi e Cremona, oltre ad essere centri storici di grande pregio, sono anche i luoghi dove la cultura musicale italiana ha visto nascere scuole e protagonisti (compositori, cantanti, strumentisti). Inoltre, la tradizione liutaria cremonese è stata iscritta dall’UNESCO nella lista rappresentativa del patrimonio immateriale dell’Umanità.

Lungo gli itinerari sarà possibile visitare le case natali di alcuni compositori, i teatri che misero in scena le loro opere, i laboratori dove si realizzano artigianalmente gli strumenti. Ma non solo, gli itinerari saranno davvero “musicali” perché divisi in singoli tratti, ad ognuno dei quali sarà assegnata una playlist scaricabile a casa dal sito internet di Musica nel Vento e ascoltabile lungo il percorso con gli auricolari. Inoltre gli itinerari saranno dotati, in alcune piazze dei paesi attraversati, di simpatiche installazioni dove poter avvicinare il mondo della musica con “scatole sonore”, chiavi di violino didascaliche, strumenti da provare, audio-guide con brani musicali per alternare la pedalata con una piacevole sosta.

Musica nel Vento potrebbe partire idealmente dalle cascate di Valbondione e percorrere subito la bella ciclabile della Val Seriana fino a Seriate per entrare poi nel Parco del Serio, percorrendone le sponde fino a raggiungere Crema. Da qui, lungo i canali ed i navigli per Genivolta, Paderno Ponchielli, Casalbuttano fino a Cremona, degna e sontuosa meta finale di questo suggestivo percorso tra natura, arte e cultura musicale.

Lo studio è condiviso e finanziato da:  1. Comune di Cremona (capofila); 2. Parco Adda Sud; 3. Parco del Serio; 4. Comune di Crema; 5. Comune di Cassano d’Adda; 6. Plis del Serio Nord; 7. Plis del Morbasco; 8. Associazione Pianura da scoprire (Treviglio).

Appoggiano e sostengono lo studio: Provincia di Cremona, Ster di bergamo, Ster di Cremona, Fiab Bergamo A.Ri.Bi, Fiab Cremona.

A Fiab Cremona, attraverso una convenzione con il Comune capofila (Cremona) è stato assegnato lo studio delle ricadute economiche ed una parte della comunicazione dell’intero progetto.

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