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Hero kids 2019

Venerdì 14 giugno, nel pomeriggio, uno stuolo di bambini fra i 4 e i 12 anni si è riversato per le strade di Selva, per scoprire il piccolo eroe che ognuno si porta dentro e che chiede solo di essere svelato. Anche questo anno i percorsi previsti sono stati tre

  • 4-5 anni: percorso 800m
  • 6-8 anni: percorso 2,3km
  • 9-12 anni: percorso 3km

I più grandicelli hanno l’opportunità di cimentarsi con la discesa finale della Hero “dei grandi” prima di portarsi all’arrivo.

kids 2019

I tre percorsi di gara

Vedere questi ranocchietti vestiti (quasi) tutti uguali, pronti scalpitanti al via e poi lanciati per le strade di Selva, pedalando o spingendo la bici, è sempre uno spettacolo.

E alla fine, festa e merenda per tutti. Perché è una festa, non una gara. L’unico premio (una bici nuova fiammante) è ad estrazione.

E il prossimo anno (se papà avrà ancora voglia di soffrire sul percorso medio) verremo ancora, col nostro marmocchio.

Faccio solo un appello agli organizzatori: le misure delle magliette andrebbero riviste. La massima è una 152, e ai più grandicelli va corta.

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Cargobaby

Stamattina a Milano.

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Attorno alla Roda

Panoramica dallo Stalòn de Vaèl

Allora: posso finalmente dire che ho trovato un compare di escursioni che, pur non essendo (ancora) all’altezza di quello che piace fare a me, anche se quanto ad altezza fisica manca poco, mi tiene un po’ a freno impedendomi di zompettare qua e là più di quanto consentito dalle ginocchia malandate.

Si, insomma… posso finalmente contare sul figlio, che ora ha nove anni e un passo più che discreto, per non andare sempre in giro da sola.

E dove posso portare un bambino curioso alla scoperta del mondo dolomitico? Attorno alla cresta del Majaré e alla Roda di Vaèl!!!

Già, perché qui di che chiacchierare mentre si cammina ce n’è, dall’origine delle dolomiti (su cui a momenti tiene lezioni lui a me), ai fossili che si possono trovare nelle formazioni su cui sono nate le dolomiti, alle dis-avventure mie di quando, sedicenne, ho fatto l’ascensione di fine corso di arrampicata a Torre Finestra. Oltretutto il tratto dal Rifugio Paolina al Roda di Vaèl è una vita che non lo faccio, quindi…

Quindi si pianifica la giornata in montagna, orario dei mezzi alla mano: qui l’auto la si sposta solo se necessario, e visto che partenza e arrivo non coincidono… si va col bus.

Dalla carta Tabacco 06 – 1:25000 (è un po’ vecchia è vissuta…)

Scelta del percorso

Dunque: tenendo come fissi il Paolina e il Ciampedie, facciamo da Est a Ovest o il contrario?

Diciamo che la logica vorrebbe partenza dal Ciampedie e ritorno dal Paolina, per sfruttare meglio la mattina facendo pausa pranzo sotto alla Roda, d’altra parte facendo così, in caso di peggioramento del tempo, correremmo il rischio di scendere in seggiovia sotto la pioggia (e non è mai un gran divertimento). Ma ciò che fa propendere per percorrenza Ovest-Est è una questione… ehm… pratica: al Ciampedie c’è il parco giochi, e partire da lì è un bel casino. Meglio arrivarci, e al limite fermarsi lì prima di scendere (ovviamente, ometto la trasmissione di questo mio ragionamento allo gnomo).

Quindi ci organizziamo, partenza in bus da Soraga e cambio a Vigo, direzione Carezza, e la fermata è accanto alla partenza della seggiovia per il Paolina. L’attesa della coincidenza è allietata dalla vista sulle vette circostanti.

Roda di Vaèl e Majaré da Vigo

L’escursione

La seggiovia ci porta al Rifugio Paolina (2125m) passando sopra verdi prati che, in inverno, si trasformano in piste da sci; alcuni contadini sono impegnati qui nel taglio dell’erba con mezzi che, dalle mie parti, non si usano più nemmeno per l’erba del giardino. D’altra parte, le pendenze non consentono l’impiego di mezzi di dimensioni maggiori. Incuneato fra i prati c’è anche un campo da golf, disegnato in modo da sfruttare la pendenza del versante. Mentre ci avviciniamo alla cresta del Majaré, la vista si apre accanto a noi sul Latermar e, alle nostre spalle, sulla Val d’Ega e verso Bolzano. Purtroppo la foschia e le nuvole all’orizzonte nascondono alla vista le vette innevate dell’Adamello e dell’Ortles, che da qui sono visibili nelle giornate limpide.

Il Latemar

Verso la Val d’Ega

Dal rifugio imbocchiamo il sentiero in direzione Rifugio Roda di Vaèl (n° 539) che ci fa prendere quota, con una manciata di gradini, fino ad intercettare il n°549, che “circumnaviga” il Catinaccio fra i rifugi Fronza e Roda. Siamo indicativamente all’altezza del monumento a Christomannos, personaggio chiave per lo sviluppo del Turismo nel Sud Tirolo e nelle Dolomiti, e “papà” della cosiddetta “Strada delle Dolomiti”. L’aquila in bronzo è ben visibile lungo il sentiero, appollaiata sopra uno sperone roccioso a circa 2300m, dominante il Passo di Costalunga.

Monumento a Christomannos

Il sentiero ora si snoda agevole, pressoché in quota, aggirando la parte terminale della Cresta del Majaré (qui termina la ferrata omonima), mentre la vista si sposta ora verso Moena e la sovrastante valle verso il San Pellegrino, e, man mano che si procede, verso il Buffaure, la Marmolada, Il Gruppo del Sella. Avvicinandoci ai rifugi Roda di Vaèl e Pederiva compaiono alla nostra vista anche il Larsech, la cresta delle Cigolade e i Mugoni, mentre il pargolo, sollevando lo sguardo dal sentiero, si lascia scappare un sonoro

Wow!!!

Arriviamo così alla nostra prima tappa (2280m circa), e approfittiamo del fatto che siamo arrivati presto per ordinare il pranzo prima che arrivi la “folla”. Mangiamo così con vista sulla Roda di Vaèl e sulla Torre Finestra, lastrone di roccia il cui foro, nelle giuste condizioni di luce, è visibilissimo anche da fondovalle.

Il rifugio Pederiva e, seminascosto, il Roda di Vaèl

Rifugio Roda di Vaèl

Rifugio Pederiva

Con lo sguardo verso il Sella

Ci sediamo poi sul prato, guardandoci intorno e scattando qualche foto. In quel momento suona il telefono. E’ il mio compagno, che, nel frattempo, è andato a fare un giro in mtb.

Senti, ma…. Hai tu le chiavi di casa?

(attimo di panico… il moroso è chiuso fuori di casa)

Cazzo, si, le ho io… mi sono dimenticata di lasciartele. Solo che non riesco mica ad essere giù prima di due ore e mezzo-tre…

La stima è fatta ad minchiam, senza considerare l’eventuale attesa del bus.

Non preoccuparti, finite tranquilli il giro.

Certo, fossi da sola potrei anche scendere diretta verso Vigo, ginocchio permettendo, ma se faccio fare al bambino 800m di dislivello in discesa di corsa, come minimo mi disconosce come madre…

Torre Finestra e Roda di Vaèl

Paolo Fresu in concerto con Musega de Poza, 29/07/2018 – www.lausc.it

Il sentiero verso il Ciampedie

A quel punto ci rimettiamo in moto lungo il sentiero 545. L’inizio è ostico, nel senso che il dislivello che separa i rifugi dal sottostante Stalòn de Vaèl è di circa 250m, e il primo tratto di sentiero è molto ripido ed inciso dall’acqua. Arrivati nell’ampia conca erbosa però si procede agevolmente, con una splendida vista sulle cime che ci avvolgono, come se si trattasse di un teatro naturale.

E proprio questo scenario naturale è stato sfruttato anche per spettacoli in alta quota. Ad esempio, nell’ambito de “I suoni delle Dolomiti” a fine luglio in questa zona si è tenuto un concerto con Paolo Fresu e la banda Musega de Poza (nel link il video). Ecco, Fresu è uno degli artisti che spesso si esibiscono in quota, e purtroppo non sono ancora riuscita ad assistere ad un suo concerto…

Si scende lungo una forestale, a tratti ripida, fino alla malga Vaèl, da qui si procede ulteriormente seguendo i segnavia (attenzione, perché la vecchia strada non è più percorribile) e, dopo il torrente, si segue un sentiero ben segnalato che si addentra nel bosco.

Qui si procede per un primo tratto in salita e poi ci si mantiene in quota, dapprima nel bosco, successivamente si percorre una zona piuttosto scoscesa caratterizzata dalla presenza di speroni di roccia fittamente stratificata e parecchio fratturata, che forniscono l’occasione per un piccolo ripasso di geologia…

Occhio ai sassi…

Si rientra ancora nel bosco, che a tratti, si fa meno rado, finché non si sbuca sulla pista da sci che scende verso Vigo.

A lezione di geologia

La si attraversa e si riprende nuovamente il sentiero. Ma manca poco: percorso un breve tratto si intravede la sottostante sterrata, si scende e ci si ritrova a percorrere il primo tratto della pista Thoni. Si passa fra due rocce e si costeggia il rifugio Negritella. Si alza lo sguardo ed eccolo lì, il Ciampedie, la terrazza sul Catinaccio.

Il Ciampedie

Verso il Vajolet

Visto il casino combinato con le chiavi, non possiamo goderci più di tanto il panorama (e nemmeno usufruire del parco giochi). Ci avviamo quasi subito verso la funivia, alla ricerca del primo bus utile per tornare a casa (col capo cosparso di cenere).

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Ai piedi del Sassolungo

Dove si può andare a fare un giro in montagna a portata di bambino ma con un bel panorama, partendo da Selva di Valgardena senza muovere la macchina perché in paese è tutto bloccato causa Hero?

Il percorso seguito è quello evidenziato in verde (da http://www.alpenwelt-kunden.com/www/kunden/tvb_groeden/)

La risposta è abbastanza facile: città dei sassi!!! Ovvero, una passeggiata tranquilla ai piedi del Sassolungo, dalla stazione di monte della cabinovia Ciampinoi fino a passo Sella e ritorno, così vediamo passare i bikers che si cimentano col percorso medio…e se, non ci mette troppo a fare il giro, becchiamo pure il capofamiglia sulla strada del ritorno. E l’escursione sotto il punto di vista tecnico è decisamente facile, bisogna solo sperare che non ci sia vento.

Il 16 mattina ci svegliamo con un sole spaziale. Quando io e il pargolo ci prepariamo per la nostra escursione, papà Massimo è già uscito da un pezzo. Mentre usciamo direzione stazione di valle della cabinovia, lancio uno sguardo all’orologio:  è più o meno l’ora della partenza del nostro Hero, che, dalla griglia numero 14, si appresta ad affrontare la salita per Dantercepies. Noi intanto scendiamo tranquillamente da Pian verso il paese seguendo il torrente, passando cioè dal parcheggio dei camper. Intanto un’occhiata verso il Sella la lancio: pare non ci sia vento, per fortuna.

Dopo aver provato inutilmente a raggiungere la Ciampinoi passando dal prato (ma di lì mi sa che si passa solo d’inverno), ci riportiamo sulla strada ed arriviamo alla cassa. Davanti a noi, alcuni bikers stanno facendo i biglietti. la cabinovia infatti consente di prendere quota con la due ruote, per poi affrontare il percorso di freeride o percorrere i sentieri ai piedi del Sassolungo, con  senza “aiutino” elettronico: già, perché le e-bike a ruote grasse prendono sempre più piede, per le possibilità che offrono. Il mio figliolo intanto, dall’alto delle sue due partecipazioni alla Hero kids, fa il piccolo integralista:

No, a me le bici elettriche fanno schifo. In bicicletta bisogna pedalare

Caro mio, aspetta che mamma ti porti questa estate a fare qualche giro…poi vediamo se la vedi ancora così…

Verso le Odle

Con la cabinovia superiamo i circa 700m di dislivello che portano ai 2250 della stazione di monte. Da qui il panorama si apre verso lo Sciliar e l’Alpe di Siusi, sulla la Val Gardena verso le Odle, Passo Gardena, il Gruppo del Sella e il Sassolungo. Ed è da qui che si parte per immettersi sulla Saslonch (vecchia o nuova, a seconda dei gusti), per provare il brivido della discesa a fionda lungo la pista dei campioni. Ecco, il “si parte” e generico: fate pure, io vi guardo dal bar 😀 . E mica solo loro… pure i ragazzi che si buttano col parapendio li osservo, ma da lontano. Deve essere bellissimo, per carità… ma anche no. Io i piedi li tengo ben attaccati a terra.

Sciliar e Alpe di Siusi

Dopo le foto di rito cominciamo a scendere. Seguiamo il segnavia 21, che ci porta, con qualche “tornante” in mezzo al pascolo, ad una selletta (Sela Tieja). Da qui, svoltando a sinistra si scende a Pian de Gralba, noi invece andiamo dritto lungo il 21A, passando ai piedi del Piz Sella (da non confondersi con il Sella, quello vero, che domina l’omonimo passo e la strada che sale da Selva).

Gli elicotteri Rai stanno sorvolando la zona da tempo, e ora ne vediamo uno abbassarsi: guardiamo sullo sterrato sottostante e vediamo due persone in mtb che scendono a precipizio, quella davanti ha una divisa rossa. L’elicottero li segue per un pezzo, riproducendo, lungo un invisibile sentiero sospeso, le curve seguite dai due ciclisti, ovvero Christina Kollmann-Forstner, vincitrice della Hero 60km femminile, e l’operatore video.

Rifugio Comici, al cospetto del Sassolungo

Bottger, con numero 14.

Mentre proseguiamo, altre mtb si apprestano ad affrontare la discesa, e quando arriviamo ad incrociare il 526 dobbiamo prestare attenzione. Saliamo i pochi metri che ci portano al rifugio Comici, punto di osservazione straordinario per veder transitare le campionesse e i maschietti che hanno deciso di cimentarsi su questo percorso, che è già ben bastardo di suo.

Wittlin, col numero 98.

In particolare, proprio davanti al rifugio c’è uno strappo che fa rallentare i bikers, creando così le condizioni ideali per fare foto e qualche filmato (e per fare il tifo, ovviamente). E il luogo ideale per l’appostamento diventa l’incrocio del sentiero, dove il tracciato di gara devia per scendere verso Selva.

Ci fermiamo un po’ qui, poi ci rimettiamo in marcia lungo il sentiero 526, con l’orecchio ben teso e l’occhio all’erta, per poterci scansare per tempo all’arrivo di qualche atleta. E, da pseudo ciclista che non può certo definirsi “atleta”, devo dire che fa impressione la reattività con cui affrontano questi strappi, pur con 3200m di dislivello nelle gambe. E capisco ancor di più le parole della padrona di casa, che ci ha raccontato di esser salita a Dantercepies, qualche anno prima, e di essere rimasta impressionata proprio dalla velocità

Noi così non andiamo nemmeno in discesa

Superato il punto critico, dove il sentiero compie frequenti curve e la presenza degli alberi copre la visuale, possiamo camminare più tranquilli, perché lo sguardo corre libero verso lo sterrato che corre a monte della città dei Sassi, e se arriva qualcuno ce ne accorgiamo per tempo.

Camminiamo così sotto un sole caldo, con un clima ottimale per fare una passeggiata, passando ai piedi di un gruppo montuoso (il Sassolungo-Sassopiatto) che per me è il simbolo delle dolomiti al pari del Vajolet: perché è caratteristico, è visibile da molte valli laterali di Fassa e Gardena e, ad ognuna di esse, offre un aspetto diverso del suo “carattere”. Ed è il protagonista indiscusso di una delle immagini icona della Val di Fassa, ovvero la foto del laghetto della casa cantoniera (che, per la cronaca, campeggia nel puzzle appeso nel soggiorno di casa di mia madre).

Gruppo del Sella

Genziana

E così, con il Sassolungo sulla destra e la vista dell’imponente Gruppo del Sella sulla sinistra, arriviamo ad un bivio. Noi prendiamo il sentiero più basso, così non siamo di impiccio ai bikers e ci godiamo il proseguimento della passeggiata. Mentre il figlio comincia a borbottare perché ha fame, saliamo leggermente su un agevole sentiero che attraversa il pascolo fino a raggiungere una recinzione. La passiamo, e proseguiamo lungo un sentiero che si fa via via più stretto.

Arriviamo all’inizio della Città dei Sassi, ovvero un’area caratterizzata dalla presenza di massi erratici… che hanno errato ben poco, essendo caduti dalle sovrastanti pareti del Sassolungo. Sono di dimensioni molto varie, alcuni sono sufficientemente alti da poter essere usati come palestra di roccia, e proteggono il suolo a sufficienza da consentire la crescita ad alcune conifere.

A questo punto cedo, ed “esco” il panino che mi ero portata da casa. Il pargolo infatti si è fatto un po’ troppo lagnoso, e ormai la promessa di un piatto di pasta al rifugio non è sufficiente a tenerlo buono. Facciamo quindi un pre-pranzo vista Sella, e tutte le volte che lo guardo penso a quanto siamo piccoli noi rispetto alla natura, alla sua forza, perché ce ne vuole, di forza, per sollevare di 3000m un atollo corallino di milioni di anni fa…

Gruppo Sassolungo-Sassopiatto dalla Città dei Sassi

Le vette del parco Puez-Odle dalla Città dei Sassi

Proseguiamo facendo lo slalom fra i macigni e sbuchiamo in prossimità del Rifugio Passo Sella. Questo, più che un rifugio di montagna, sembra un locale trendy per la borghesia milanese, quindi impongo all’erede di andare a mangiare al baretto sull’altro lato della statale. Qui però scopro che il menù offre panini, salamelle e cose decisamente strong per i nostri stomaci, e non c’è la pasta, quindi ritorniamo sui nostri passi e ci sediamo al rifugio. Devo dire che la mia scelta si è rilevata ottima, ho preso una crema di patate e rafano con la menta, mentre per la pasta al ragù del figlio non c’è nemmeno da chiedere, vista la velocità con cui è sparita dal piatto.

La Marmolada fa capolino dietro la cresta erbosa

Le Torri del Sella e il Sass Pordoi

Ci riavviamo sulla strada del ritorno, mentre mandiamo un messaggio al “nostro” alle prese con le salite (e le discese) del Sellaronda. Chissà dove caspita è? Sarà riuscito a passare in tempo dai vari cancelli? Se non si è ancora fatto vivo, il Campolongo lo ha passato, magari è ad Arabba….

Rododendri

Ci riportiamo lungo il tracciato di gara, e ora chi passa lo fa in modo decisamente meno…ehm… “baldanzoso”. Gente di tutte le età, di tutti i sessi, di tutte le “forme”. Ci fermiamo a fare un po’ di tifo, e arriva un signore che tira sui 60.

Bravo! Forza che fra poco è tutta discesa!

Eh, quando non ce n’è più, non ce n’è più….

Guardi, noi stiamo aspettando il mio compagno, che arriverà fra un’ora, non meno…

Ecco, il tempo stimato da me si è poi rivelato un po’ troppo ottimistico, ma qui ci arriviamo dopo…

Gente strana…

Torniamo così al Comici, e ci prepariamo ad aspettare, dandoci come tempo limite le 16.30 (la cabinovia chiude alle 17.30), nel frattempo ci dissetiamo, ci lustriamo gli occhi guardando le vette circostanti, vediamo gruppi in supporto di amici e parenti scrutare l’orizzonte alla ricerca di una mtb arancione, di una divisa rossa… e guardiamo incuriositi i personaggi pittoreschi che si aggirano in prossimità del bar. Il tutto con un clima gradevolissimo, trovare qui 22° alle quattro del pomeriggio, a metà giugno, non è che capita proprio tutti i giorni.

Aspetta che ti aspetta, mentre le facce che transitano davanti al Comici sono sempre più stravolte e si rischia qualche tamponamento fra chi si sforza di farla in sella e chi proprio non ce la fa, e in salita scende e spinge la bici, cominciamo a raccattare zaini e cappellino. Si, insomma, non proprio: il cappellino della Hero di Ettore non si trova.

Ma dove lo hai lasciato?

Boh?

‘nnamo bene!!! Torna indietro e fai il giro al contrario!

Fortunatamente una signora ci sente brontolare e viene in nostro soccorso, e il cappello lo recuperiamo. Manca solo il capofamiglia. E arriva un sms

Sella!!!

Ok, è ancora vivo, ma noi dobbiamo scendere, altrimenti ci tocca la pista da sci a piedi. Ci rimettiamo in marcia, e, sulla salita verso la stazione di monte, incrociamo un ragazzo in mtb, munito di protezioni alle ginocchia. Ecco, questo biker mettiamolo da parte (questa citazione la possono capire solo i fans i Carlo Lucarelli) e andiamo avanti. Saliamo in cabina e, mentre chiacchieriamo, osserviamo gli ultimi a lanciarsi col parapendio e sbirciamo sul sottostante percorso di freeride, arriviamo in paese. Ci dirigiamo verso la piazza, e incontriamo, tra gli altri ciclisti, un ragazzo in mtb munito di protezioni alle ginocchia.

…Ettore, guarda che quel ragazzo lo abbiamo incrociato sul sentiero!!! E’ arrivato prima di noi!

E, mentre ci avviciniamo all’arrivo, comincia ad arrivarci la voce dello speaker che pronuncia il nome degli eroi che tagliano il traguardo. E, per un attimo, mi sembra di sentire il nome del “nostro”. Poco dopo mi trovo una chiamata persa. Ci troviamo al lavaggio bici. Seduto per terra ci aspetta un rottame d’uomo, ma pur sempre #hero!!!

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Orange is the new black

No, la serie TV non c’entra nulla, ovviamente.

C’entra la hero kids. Lo scorso anno più di quattrocento bambini fra i 4 e i 12 anni si sono “sfidati”, con addosso la maglietta nera della manifestazione, sui due tracciati preparati per loro.

Quest anno invece i bambini erano circa 500, i percorsi sono diventati tre e… La maglietta è diventata arancio, con un muso di orsacchiotto stilizzato sul petto (ci ho messo un po’ a capirlo…)

Beh, un bello spettacolo, nulla da dire, soprattutto perché stavolta c’era un tempo splendido. E i bimbi si sono impegnati un sacco!!!

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Trieste – Vojnic | 400 km in bicicletta per la solidarietà

AGENDA DEGLI APPUNTI

Partirà il 5 ottobre da Trieste la “sfida” di solidarietà in bicicletta per raccogliere fondi da donare ai pulcini della squadra di calcio del Petrova Gora

Il gruppo, composto da sei ragazzi di Busto Arsizio, dopo aver ricevuto la benedizione in Piazza Unità d’Italia a Trieste, partirà alla volta di Lubjana, prima tappa di questo viaggio per la solidarietà.

Effettuare una una donazione è semplicissimo: basta cliccare sul link https://www.paypal.me/LOVEonlus, scegliere l’importo da donare, scrivere il nome del “pedalatore” che si vuole sostenere nello spazio apposito, confermare l’importo ed il gioco è fatto.

Dal 5 al 8 ottobre sei ragazzi di Busto Arsizio saranno in viaggio da Trieste a Vojnic (Croatia) in bicicletta 

Viaggeranno e si sfideranno per 400 km con l’unico scopo di sostenere il progetto “un calcio al passato, un goal per il futuro, coniugando così passione per la bicicletta, impegno civico e…

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I piccoli eroi del 2017

Bellissimi i pargoli. Erano circa 400.

E il percorso per i più “grandicelli”, ovvero dai 7 ai 12 anni, non era stupidissimo…

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Il Parco Adda Sud visto dai bambini

Lodi Il Parco Adda Sud raccontato dai più piccoli, in 7 anni incontrati oltre diecimila bambini

Domenica 28 maggio iniziative green sotto i portici del Broletto a Lodi. Il Parco Adda Sud raccontato dai bambini

welfarenetwork.it, 25/05/2017

Sono oltre diecimila quelli coinvolti negli ultimi sette anni in incontri di educazione ambientale, conoscenza del territorio, degli animali, della flora e del fiume. Domenica 28 maggio 2017 dalle 10 alle 18, sotto i portici di Palazzo Broletto a Lodi, saranno esposte decine di opere (disegni e creazioni in cartone) realizzate nelle scuole elementari e medie della provincia di Lodi e della provincia di Cremona. Sempre nella stessa giornata, a Lodi, alle 15.30 si terrà il laboratorio di disegno e creatività “Pane di terra: dalla terra alla tavola” organizzato sotto il Broletto dalla scuola primaria di Casaletto Ceredano.

“Quello che cerchiamo di fare con i bambini è piantare il seme della conoscenza e della responsabilità ambientale, poi starà a loro e alle famiglie, far crescere questo seme – spiega Silverio Gori, Presidente del Parco Adda Sud – siamo convinti poi del ruolo strategico della scuola e degli insegnanti. E’ grazie alla loro collaborazione che possiamo trasmettere ai più giovani il valore dell’ambiente e la voglia di proteggerlo”.

Nei 24mila ettari di territorio protetto che seguono il corso dell’Adda fra Lodi e Cremona – spiega il Parco Adda Sud – esiste un ecosistema di oltre duemila specie animali e vegetali, fra cui 300 fra uccelli e mammiferi, 1.400 varietà fra piante, fiori e funghi, 50 specie di pesci, oltre 40 varietà di farfalle, 21 specie di anfibi e rettili, quasi 300 tipologie di insetti. “Quello che tuteliamo – conclude Gori – è un mondo che diventa una grande scuola all’aperto per grandi e bambini. Ed è quello che racconteremo anche domenica 28 maggio negli spazi di Palazzo Broletto a Lodi”.

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Bicibus

Scuolabus a pedali: il progetto sostenibile e divertente

Un modo sostenibile e anche divertente, a giudicare dalle splendide immagini, di andare a scuola: arriva il bicibus, Scuolabus a pedali

nonsprecare.it, 17/09/2015

Scuolabus a pedali

Ogni genitore che ha figlie e figli in età scolare sa quanto sia stressante affrontare il traffico dell’ingresso e dell’uscita da scuola. Nonostante la maggior parte delle famiglie viva abbastanza vicino alle scuole frequentate dalle alunne e dagli alunni, si continua ad utilizzare come mezzo privilegiato per andare e tornare dalle aule l’automobile. Questo comporta un grande impatto ambientale ed emotivo: tante macchine concentrate nello stesso punto allo stesso momento, inquinamento e tanto stress.

Molti sono i sistemi per poter evitare il traffico scolastico come, ad esempio, il piedibus, progetto che vede le alunne e gli alunni andare a scuola a piedi in fila, guidati da un adulto e seguiti da un altro, come se fossero un ipotetico autobus con tanto di fermate e segnali stradali.

Traffico sostenibile

Lo scuolabus a pedali è un progetto che vede luce negli asili nido di Malmö in Svezia. I piccoli passeggeri vengono presi dalle abitazioni e portati a scuola con questo particolare mezzo di locomozione creato appositamente per la comodità e la sicurezza delle bambine e dei bambini. Un progetto altamente pedagogico che fa scoprire ai più piccoli spazi della città in cui vivere con serenità esperienze che altrimenti non avrebbero avuto modo di apprezzare.

Le piccole passeggere e i piccoli passeggeri sono entusiasti di andare e tornare da scuola con questo mezzo che può contenere fino a 12 bambine e bambini e la bici che li guida ha un meccanismo a pedalata assistita in modo da non far stancare troppo il ciclista che conduce. Le foto e il video sono ricchi di allegria e serenità. Potrebbe essere un ottimo incentivo per la mobilità sostenibile anche in Italia con il potenziamento della rete ciclabile.

 

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Bimbimbici 2017

fonte: fiabcremona.it

Bimbimbici è una manifestazione nazionale, la cui prima edizione si è svolta nel 2000, voluta dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e tesa a promuovere la mobilità sostenibile e a diffondere l’uso della bicicletta tra i giovani e giovanissimi.

La manifestazione si concretizza in una allegra pedalata in sicurezza lungo le vie cittadine e nel territorio urbano, che si svolge ogni anno nel mese di maggio ed è rivolta principalmente a bambini e ragazzi, ma è aperta a tutti i cittadini.

L’evento è una vera e propria occasione di festa e di rivincita per tutti quegli utenti deboli delle strade che vivono quotidianamente la città come luogo riservato ad utenti forti (in primo luogo gli automobilisti). Il “popolo” di Bimbimbici è costituito da tutti coloro (grandi e piccini) che amano la bicicletta, la natura e desiderano vivere in un mondo dove le macchine lascino spazio alle bici, lo smog all’aria fresca, la frenesia alla lentezza. Bimbimbici vuole quindi sollecitare la collettività ad una riflessione generale sulla necessità di creare zone verdi e piste ciclabili per aumentare la vivibilità dei centri urbani.

Ogni anno FIAB organizza parallelamente alla manifestazione Bimbimbici, un Concorso Nazionale di Disegno, aperto a tutti i bambini delle scuole dell’infanzia, elementari e medie di tutta Italia.
A Bimbimbici è dedicato un sito apposito dove, tra l’altro, si riportano le modalità per l’adesione e il materiale disponibile per gli Enti Promotori (associazioni, scuole, Comuni, ecc.), i programmi locali, gli eventi collaterali (il Concorso annuale, ecc.).

Vai al sito ufficiale della manifestazione per i dettagli e le città aderenti.

Per quanto riguarda Cremona (una città a caso…) il ritrovo è in piazza Stradivari alle ore 9.30. Tutti i dettagli QUI.

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