Articoli con tag: FIAB

Pedali di salute

Quest’anno, per la prima volta, la “Settimana Europea della Mobilità … in bicicletta” promossa da FIAB ottiene il patrocinio del Ministero della Salute.

Tra le iniziative della Settimana non mancano quelle che evidenziano il rapporto tra mobilità attiva e salute.  L’uso quotidiano della bicicletta, soprattutto per andare al lavoro, attua una strategia di prevenzione primaria. Come evidenzia il seminario che si terrà a Mestre venerdì 21 settembre, con i contributi di esperti in salute e mobilità (locandina scaricabile qui).

Sul sito della fiab si legge quanto segue:

L’intento dell’iniziativa è renderci consapevoli che uno stile di vita attivo è indispensabile per tutti, dai più piccoli fino alle persone più adulte. È stato riconosciuto che l’uso quotidiano della bicicletta come mezzo di trasporto previene il 40% della mortalità prematura e l’attività fisica regolare aumenta l’aspettativa di vita e consente di ridurre significativamente il consumo di farmaci e la spesa sanitaria.

La dott.ssa Germana Prencipe, Consigliere FIAB nazionale e promotrice del seminario, cita le linee guida dell’OMS, che raccomandano una costante attività fisica per 30’ al giorno. Tale attività è però disattesa da una percentuale troppo elevata della popolazione. Il problema della salute e della prevenzione, non può essere risolto semplicemente con lo sport. La sedentarietà, nei ragazzi come negli adulti, riguarda la relazione tra le persone e il loro ambiente. E’ quindi indispensabile rivolgere l’attenzione agli stili di vita e al movimento nella vita quotidiana, incoraggiando alla mobilità attiva le persone di ogni età: bambini, adulti (per i quali il trasporto attivo diventa ancora più importante, essendo impegnati nel lavoro e con poco tempo libero) e anziani.

L’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto in città, potrebbe diventare una salutare abitudine quotidiana con adeguate infrastrutture e con una nuova organizzazione della città, questo è il filo conduttore del seminario.

Giulietta Pagliaccio, Presidente FIAB, ricorda che

Andare a scuola a piedi, al lavoro in bicicletta, fare le scale per salire e via dicendo: sono solo esempi di come la mobilità attiva può aiutarci ad acquisire benessere e salute mentre siamo impegnati nelle nostre attività quotidiane. E se prendo la bicicletta per andare in palestra ho già fatto un pezzo del riscaldamento necessario alla mia attività!

Tutti i riferimenti alla seguente pagina: fiab-onlus.it, 16/09/2018

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Una giornata storica per il mondo della bicicletta in Italia

fiab-onlus.it, 15/11/2017

COMUNICATO STAMPA

Ieri l’approvazione all’unanimità alla Camera della Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica

 Una giornata storica per il mondo della bicicletta in Italia

 I positivi commenti della presidente FIAB Giulietta Pagliaccio, che lancia un appello al Senato, dove si attende l’approvazione definitiva prima della fine della legislatura: “Non interrompete un sogno che vorremmo diventasse realtà!”

Milano, 15 novembre 2017 ­– L’approvazione all’unanimità, ieri alla Camera, della Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica (che ora passa al Senato) rappresenta anche secondo Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta un grande momento storico che sottolinea il cambiamento in corso sul tema della mobilità. Cambiamento certamente sostenuto da altri provvedimenti messi in campo da questo Governo negli ultimi anni, come le risorse per la rete nazionale delle ciclovie e il collegato ambientale, che ha premiato progetti di città impegnate nello sviluppo di temi come bike2work e il bike2school”.

Il risultato della votazione sancisce, infatti, un’adesione reale e un impegno concreto del mondo politico verso i temi di mobilità sostenibile e ciclistica in particolare“Non mi stancherò mai di ribadire come la bicicletta sia un mezzo che, insieme al trasporto pubblico e al muoversi a piedi, può dare risposte ai gravi problemi delle nostre città, in tempi brevi e con investimenti contenuti: inquinamento dell’aria, congestione da traffico, sicurezza sulle nostre strade”, prosegue Giulietta Pagliaccio.

“Lo straordinario traguardo raggiunto ieri con l’approvazione della Legge sulla mobilità ciclistica premia le tante città che faticosamente portano avanti politiche per la mobilità sostenibile e che, oggi, possono avere il supporto di una politica nazionale. Auspicando che la legge passi all’approvazione del Senato prima della fine delle legislatura, mi piace oggi vedere un po’ di ‘luce in fondo al tunnel’, che ci sproni a percorrere con coraggio la lunga strada per portare la mobilità ciclistica italiana al livello dei migliori paesi europei”.

Con un caloroso messaggio affidato nella notte ai social, la presidente di FIAB ha voluto ringraziare in particolare l’onorevole Paolo Gandolfi, che ha sostenuto questo provvedimento fin dalla sua prima presentazione in Parlamento nell’aprile 2014, “per aver messo in campo, insieme alla sua esperienza di amministratore pubblico, la competenza tecnica e la tenacia, ma, soprattutto, il cuore”.

Giulietta Pagliaccio esprime apprezzamento per i frutti del lavoro fatto negli anni da FIAB: “penso, ad esempio, all’impegno di due soci storici della nostra Federazione come Lello Sforza e Claudio Pedroni, che hanno contribuito alla stesura del primo testo diventato poi proposta di legge, o alla lunga e faticosa azione di promozione della bicicletta svolta con costanza e dedizione dal nostro fondatore, Gigi Riccardi”.

Condivise in pieno da FIAB anche le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrioche ieri ha detto: “Oggi si celebra soprattutto un fatto culturale: lo Stato assume pienamente la pianificazione della mobilità ciclistica, insieme alle Regioni. Esattamente come il sistema autostradale o il sistema ferroviario, con questa legge la ciclabilità fa parte di una strategia di mobilità che diventa prioritaria nei centri urbani e  per lo sviluppo del turismo nel nostro Paese.” E ancora: Se si riesce a stimolare l’uso della bicicletta nei primi 5 km, si possono ottenere riduzione del traffico cittadino del 40%: cose che non nessuna tecnologia può fare”(fonte: http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/approvata-legge-mobilita-ciclistica).

Guardando al passaggio che ora la legge deve fare in Senato per l’approvazione definitiva, Giulietta Pagliaccio lancia un appello: Non interrompete un sogno che vorremmo diventasse velocemente realtà: l’Italia ha finalmente intrapreso un percorso virtuoso per lo sviluppo di un nuovo modello di mobilità, ma ha bisogno di essere sostenuta da coerenti politiche nazionali, norme nuove come quelle legate al Codice della strada e finanziamenti continuativi nel tempo”.

Ufficio Stampa FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta – http://www.fiab-onlus.it

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SEM 2017…in bicicletta

Dal 16 al 22 settembre torna la “Settimana Europea della Mobilità…in bicicletta”

settimanaeuropeafiab.it

La Settimana Europea della Mobilità rappresenta per Fiab un appuntamento fisso: è l’occasione per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano e per il tempo libero, e rafforzare le collaborazioni con le pubbliche amministrazioni per rendere più ciclabili le nostre città.

Per l’edizione 2017 la Commissione Europea ha scelto come focal theme la Condivisione degli spazi e dei trasporti per una mobilità più pulita e intelligente.

Sharing gets your further – Condividere ti porta lontano

L’obiettivo è quello di invitare i politici, le aziende private e i cittadini tutti a sperimentare i vantaggi della mobilità condivisa. Utilizzando forme di trasporto condivise possiamo ridurre le nostre spese e abbassare la produzione di anidride carbonica. Inoltre, possiamo incontrare nuove persone e rendere il nostro viaggio più socievole.

Le centinaia di eventi organizzati a livello locale e regionale saranno anche una grande opportunità per far conoscere ed apprezzare le eccellenze storiche e culturali dei nostri territori; infine la promozione dei percorsi ciclabili sarà stimolo per una crescita verso modelli europei, con la creazione di nuove opportunità di lavoro.

Per l’edizione 2017 Fiab invita tutti a registrarsi, inserire i propri eventi nel calendario nazionale all’interno del sito con una veste grafica aggiornata www.settimanaeuropeafiab.it.

Venerdì 22 settembre 2017 Fiab propone per il quarto anno la giornata dedicata al Bike to Work

È l’occasione per promuovere l’uso della bicicletta per andare al lavoro: dipendenti di aziende, commercianti, amministratori pubblici e studenti, tutti possono provare a farla diventare una salutare abitudine quotidiana.

Informazioni supplementari per le iniziative delle singole città e riferimenti alle passate edizioni sono reperibili sullo stesso sito o scrivendo a info@settimanaeuropeafiab.it

Condividere lo spazio ti porta lontano!

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Bimbimbici 2017

fonte: fiabcremona.it

Bimbimbici è una manifestazione nazionale, la cui prima edizione si è svolta nel 2000, voluta dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e tesa a promuovere la mobilità sostenibile e a diffondere l’uso della bicicletta tra i giovani e giovanissimi.

La manifestazione si concretizza in una allegra pedalata in sicurezza lungo le vie cittadine e nel territorio urbano, che si svolge ogni anno nel mese di maggio ed è rivolta principalmente a bambini e ragazzi, ma è aperta a tutti i cittadini.

L’evento è una vera e propria occasione di festa e di rivincita per tutti quegli utenti deboli delle strade che vivono quotidianamente la città come luogo riservato ad utenti forti (in primo luogo gli automobilisti). Il “popolo” di Bimbimbici è costituito da tutti coloro (grandi e piccini) che amano la bicicletta, la natura e desiderano vivere in un mondo dove le macchine lascino spazio alle bici, lo smog all’aria fresca, la frenesia alla lentezza. Bimbimbici vuole quindi sollecitare la collettività ad una riflessione generale sulla necessità di creare zone verdi e piste ciclabili per aumentare la vivibilità dei centri urbani.

Ogni anno FIAB organizza parallelamente alla manifestazione Bimbimbici, un Concorso Nazionale di Disegno, aperto a tutti i bambini delle scuole dell’infanzia, elementari e medie di tutta Italia.
A Bimbimbici è dedicato un sito apposito dove, tra l’altro, si riportano le modalità per l’adesione e il materiale disponibile per gli Enti Promotori (associazioni, scuole, Comuni, ecc.), i programmi locali, gli eventi collaterali (il Concorso annuale, ecc.).

Vai al sito ufficiale della manifestazione per i dettagli e le città aderenti.

Per quanto riguarda Cremona (una città a caso…) il ritrovo è in piazza Stradivari alle ore 9.30. Tutti i dettagli QUI.

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L’agenda ritrovata: la prima ciclostaffetta in memoria di Paolo Borsellino

fiab-onlus.it, 26/03/2017

Parte da Milano, precisamente da Bollate, domenica 25 giugno la prima ciclostaffetta in memoria di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia a Palermo nel luglio 1992. Una manifestazione itinerante organizzata dall’associazione culturale L’Orablù che terminerà proprio nel capoluogo siciliano con l’arrivo dei suoi ambasciatori mercoledì 19 luglio, a 25 anni esatti dalla strage di via D’Amelio. In Sicilia i ciclostaffettisti porteranno una copia esatta dell’agenda rossa, ceduta dal fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, su cui i partecipanti potranno apporre una firma.

Tra le associazioni che sosterranno e parteciperanno alle varie tappe del progetto anche la Fiab, che ha patrocinato la prima edizione del progetto de L’agenda ritrovata. Un’iniziativa che si ispira alla scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, sparita dal luogo dell’attentato. Fogli su cui sono in molti a credere che il magistrato avesse annotato informazioni e nomi sull’omicidio del collega e amico Giovanni Falcone e altri dati fondamentali per il suo lavoro.

Un viaggio in sella da Milano a Palermo con un programma ricco di eventi, letture e spettacoli per parlare di legalità e lotta alla mafia. Due i ciclostaffettisti che prenderanno parte all’intero percorso accompagnati da un camper. Un centinaio o poco più i chilometri al giorno, pedalabili del tutto o in parte da chiunque voglia aggregarsi, purché in sicurezza e rispettando le tabelle di marcia. Sarà comunque possibile agganciarsi al gruppo negli ultimi 5 chilometri di ogni tappa. Già attiva nel frattempo la rete delle associazioni che si impegnano a ospitare presso alloggi privati o sedi del territorio gli ambasciatori dell’agenda ritrovata.

Il progetto de L’agenda ritrovata sosterà in numerose piazze, in un giro d’Italia che vuole coinvolgere il maggior numero di comuni possibili, dal Nord al Sud. Tra quelli toccati, ad esempio, Piacenza, Bologna, Rimini, Perugia, Grosseto, Roma, Napoli, Bari e Messina. Città dove tutte le associazioni Fiab sono invitate a dare il proprio contributo. “Quelle che abbiamo contattato – ci ha raccontato Barbara Marelli di L’Orablù – si sono subito rese disponibili. Non chiediamo uno sforzo agonistico, ma piuttosto una partecipazione attiva da parte dei cittadini”.

A lanciare poi la ciclostaffetta in memoria di Paolo Borsellino, pochi giorni prima della partenza del prossimo giugno verrà pubblicata un’antologia di testi edita da Feltrinelli. Racconti di scrittori italiani che si sono cimentati con la vicenda ancora irrisolta dell’agenda rossa. Soddisfatto anche Walter Palagonia, presidente de L’Orablù, “soprattutto perché è la casa editrice che si è messa a disposizione per la raccolta di questi testi”, un segno che testimonia quanto sia ancora forte la spinta per la ricerca della verità sulle stragi di mafia.

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Pedaliamo la FVG3

fiab-onlus.it, 28/03/2017

Domenica 2 aprile, nell’ambito della “Giornata Nazionale delle Ferrovie Non Dimenticate”, il Coordinamento regionale FIAB del Friuli Venezia Giulia organizza un’escursione lungo la ciclovia pedemontana FVG3 che si sviluppa ai piedi delle Prealpi Carniche e delle Dolomiti Friulane nella Provincie di Pordenone e Udine.

Per effettuare questo evento sono stati organizzati 2 treni speciali in arrivo dal Veneto e da Trieste. Sono previsti più di 150 partecipanti.

A metà giornata a Cavasso Nuovo si terrà la conferenza «Ciclovia Pedemontana FVG3: opportunità di sviluppo del territorio alla luce della riattivazione della ferrovia Sacile-Gemona» in cui interverranno, tra gli altri, il Responsabile nazionale FIAB del settore cicloturismo  Antonio Dalla Venezia e l’Assessore regionale alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro.

La FIAB fa parte di un gruppo di associazioni che si sono impegnate a sostenere il progetto di sviluppo dell’area, che punta a far sinergia tra i mezzi della mobilità sostenibile, in particolare bici e treno: quale miglior modo per entrare in contatto col territorio, con i luoghi, le persone, le tradizioni?

La ciclovia pedemontana FVG3 è una delle dieci sigle che identificano i principali percorsi cicloturistici del Friuli Venezia Giulia e che vanno a comporre la Rete delle Ciclovie di Interesse Regionale (ReCIR). È l’itinerario pedemontano che, nella sua parte occidentale, affianca il tracciato della linea ferroviaria Sacile-Gemona. Un percorso strategico per diversi motivi, non ultima la possibilità di convogliare il turismo ciclistico che proviene da nord e che percorre la pluripremiata ciclabile Alpe Adria, verso il Veneto e, in particolare, verso Venezia.

Si parte da Gemona in direzione Tagliamento, ultimo grande fiume dell’arco alpino che scorre in un greto naturale con la sua particolare conformazione a rami intrecciati. La strada lungo il Tagliamento dedicata ad Ottavio Bottecchia è un omaggio al grande ciclismo e conduce all’affascinante laghetto di Cornino, uno specchio d’acqua di origine glaciale senza immissari né emissari. In alto, volteggiano i grifoni reintrodotti nella riserva con un progetto di conservazione degli anni Ottanta.

Dalla stazione di Pinzano il paesaggio si fa rurale con la cornice, in questa stagione, delle vette innevate del Monte Cavallo e delle Dolomiti Friulane. Qui iniziano anche i castelli, che punteggiano il territorio fino a Toppo, uno dei borghi più belli d’Italia, e poi fino a Cavasso Nuovo, mezzeria ideale della tratta cicloturistica.

Vi si può arrivare allora partendo da Sacile, lasciarsi alle spalle le anse del Livenza e pedalare verso Budoia e poi Aviano. Anche da questo lato il percorso si snoda attraverso borghi e castelli antichi, immerso nel verde della campagna pedemontana tra i profumi della natura ed i sapori delle specialità gastronomiche tipiche della zona (cinque dei nove presidi Slow Food censiti in regione sono dislocati lungo la ciclovia FVG3). Oltrepassato il Cellina si raggiunge Maniago, capitale dei coltelli, e infine Cavasso Nuovo.

Programma del convegno «Ciclovia Pedemontana FVG3: opportunità di sviluppo del territorio alla luce della riattivazione della ferrovia Sacile-Gemona» che si terrà domenica 2 aprile alle 13.00 presso la sala consiliare del palazzo comunale di Cavasso Nuovo in Piazza Plebiscito, 12.

  • Saluti: Emanuele Zanon, Sindaco di Cavasso Nuovo; Andrea Palese, Associazione Comitato Pendolari Alto Friuli
  • La complementarità di ferrovia e ciclovia per lo sviluppo del cicloturismo: Antonio Dalla Venezia, Responsabile nazionale FIAB settore cicloturismo
  • Prospettive di sviluppo della ciclovia FVG3: Luana Casonatto, Presidente dell’Associazione Aruotalibera FIAB Pordenone
  • La riattivazione della linea Sacile-Gemona e le politiche regionali per il cicloturismo: Mariagrazia Santoro, Assessore regionale Infrastrutture e Territorio
  • Conclusioni: Federico Zadnich, Coordinatore regionale FIAB FVG

Scarica locandina con programma

Invito al convegno

29/03 – 02/04 “Oltre i confini – Viaggio nella mobilità dolce in friuli” – Programma

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Emilia-Romagna a due ruote, verso la legge regionale sulla ciclabilità

di Raffaele Di Marcello – fiab-onlus.it, 09/03/2017

L’Emilia-Romagna, dove le persone che usano regolarmente la bicicletta sono il doppio rispetto alla media nazionale – 10% rispetto al 5% -, punta a diventare ancora di più la regione delle due ruote e della mobilità sostenibile.

A partire dalla realizzazione della prima Rete delle ciclovie regionali, da Piacenza a Rimini, passando per nuove piste ciclabili e ciclopedonali e, nelle aree urbane, nuove ‘zone 30’, dove velocità e traffico siano ridotti, cui associare la promozione delle “bici pieghevoli” per affiancare l’utilizzo dei mezzi pubblici.

Con obiettivi chiari: raddoppio della percentuale di spostamenti in bici e a piedi sul territorio; dimezzamento entro il 2020 delle vittime su strada, come indicato dall’Unione europea; nuovi collegamenti tra le piste esistenti, una maggiore integrazione treno-bici e servizi per i ciclisti, dalla riparazione alla vigilanza. E per ogni nuova strada realizzata, una nuova pista ciclabile, come prevede il codice della strada, anche se non necessariamente affiancata all’infrastruttura carrabile.

È quanto prevede il primo progetto di legge sulla ciclabilità in Emilia-Romagna, approvato dalla Giunta regionale. Norma alla quale corrisponderà un investimento iniziale della Regione di 10 milioni di euro, risorse stanziate dal Fondo di sviluppo e coesione e messe a bando a favore di Enti Locali, agenzie per la mobilità e società di gestione nel campo dei trasporti. Con una avvertenza: gli enti e i soggetti inadempienti sulle misure per la ciclabilità non potranno beneficiare di contributi regionali. Complessivamente, sono 25 i milioni di euro destinati alla mobilità ciclistica entro la fine della legislatura.

Mobilità ciclopedonale in Emilia-Romagna: i dati

In Emilia-Romagna la rete della mobilità ciclopedonale vede una percentuale di spostamenti doppia rispetto a quella nazionale: 10%, contro il 5% del dato italiano. Negli anni c’è stato un significativo incremento dei chilometri di piste ciclabili realizzate nelle aree urbane dei 13 comuni dell’Emilia-Romagna con popolazione superiore ai 50mila abitanti, passati dai 400 chilometri del 2000 agli attuali 1.400. Parallelamente, le aree a traffico limitato (ZTL) e quelle pedonali dei centri storici sono aumentate, passando dai 7,2 kmq del 2000 agli attuali 10 kmq. Mentre le “zone 30” sono aumentate dai 20 km del 2000 ai 400 km attuali. Inoltre, tutti i Comuni capoluogo si sono dotati di sistemi di controllo elettronico dei varchi di accesso alle zone con limitazioni di accessibilità e le ZTL coprono ormai gran parte dei nuclei storici delle principali centri, da Piacenza a Rimini. Va ricordato poi che in Emilia-Romagna ci sono 630 treni attrezzati per il trasporto bici (su un totale di circa 900 circolanti), di cui 90% su rete nazionale e 10% su rete Fer.

Abbiamo sentito Bibi Bellini, Coordinatore FIAB Emilia-Romagna: “Fiab considera questa legge un passaggio importante per fare diventare l’Emilia-Romagna la bike valley della ciclabilità italiana e vero e proprio hub del cicloturismo del nostro Paese: non a caso parliamo di un territorio attraversato da ben tre eurovelo e un quarto (lungo la direttrice adriatica) che da tempo è nelle strategie di medio periodo di Fiab che in Italia è centro di coordinamento Eurovelo. 

Una legge che è promossa dall’assessorato ai trasporti ma che ci auspichiamo possa interessare trasversalmente tutti gli assessorati perché la promozione della bicicletta ha ricadute positive non solo sul piano dei trasporti ma anche su quelli dell’Ambiente, del Turismo, delle Attività produttive e naturalmente della Salute.”

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Infortunio in itinere: come è andata a finire?

di Eugenio Galli (*) – fiab-onlus.it, 17/01/2017

Nei mesi scorsi ha avuto un’eco anche mediatica l’approvazione in Parlamento di una modifica della normativa dell’infortunio in itinere che ha esteso la copertura assicurativa anche al lavoratore che utilizza la bicicletta. La modifica a cui facciamo riferimento è stata introdotta dai commi 4 e 5 dell’articolo 5 della legge 28.12.2015 n. 221 (cd. Collegato ambientale alla Legge di stabilità 2016), entrata in vigore il 2 febbraio 2016. L’INAIL – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro – è poi intervenuto con la Circolare 14 del 25 marzo 2016 chiarendo a tutti gli uffici le linee guida della nuova regolamentazione.

Poiché riteniamo che questa sia una buona notizia, e considerando che le buone notizie scarseggiano, ci sembra doveroso illustrarla con cura ai nostri lettori. Anche perché non soltanto di quella modifica normativa noi siamo stati promotori, ma siamo stati altresì protagonisti in prima persona di una intensa opera di pressione durata anni e riteniamo quindi che non sia fuori luogo rivendicare con orgoglio il risultato raggiunto: il giusto riconoscimento dei meriti fa bene all’impegno.

Chiariamo intanto il concetto giuridico di base: che cosa si intende con “infortunio in itinere”?

L’infortunio in itinere consiste nell’infortunio subìto dal lavoratore durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, o durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro, se il lavoratore ha più rapporti di lavoro. Inoltre, se non è presente un servizio di mensa aziendale, l’evento può ricomprendere anche il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti. La giurisprudenza ha poi allargato il concetto di infortunio in itinere, facendo rientrare in questa fattispecie anche la caduta o le lesioni riportate dal lavoratore in seguito a uno scippo subito durante il percorso casa-lavoro.

La protezione del rischio inerente il percorso casa-lavoro è riconosciuta in quanto tale tragitto appare ricollegabile, sia pure in modo indiretto, allo svolgimento dell’attività lavorativa.

Qual era il quadro precedente?

Dopo una lunga elaborazione quasi esclusivamente giurisprudenziale, la normativa relativa agli infortuni sul lavoro (Decreto Legislativo 23 febbraio 2000, n. 38) aveva espressamente introdotto all’art. 12 la disciplina dell’“infortunio in itinere”. Per effetto di tale articolo, l’INAIL riconosce tutela al lavoratore assicurato, nel tragitto casa-lavoro, solo nei casi in cui lo spostamento avviene a piedi o con i mezzi pubblici. Quando il tragitto può essere compiuto a piedi o con mezzi pubblici, l’eventuale scelta del mezzo privato – quale che esso sia: auto, moto, bici… – doveva risultare indispensabile (“necessitato”, secondo la dizione legislativa), occorrendo cioè dal lavoratore la prova che non avrebbe potuto raggiungere in altro modo il luogo di lavoro.

Dunque, la bicicletta (come pure il bike sharing, giacché secondo l’INAIL risulta indifferente la proprietà privata o pubblica del mezzo), lungi dall’essere considerata con favore anche per i positivi impatti sulla salute, il traffico, l’inquinamento delle città, appartenendo al novero dei mezzi di trasporto privati era a tutti gli effetti equiparata all’automobile. Così, chi subiva un infortunio nel tragitto casa-lavoro, per essere indennizzato dall’INAIL, doveva dimostrare che l’utilizzo della bici era effettivamente “necessario”. Con il risultato, davvero paradossale, di penalizzare proprio quella che, per altro verso, si propone come mobilità virtuosa.

Sulla base di queste premesse, FIAB si era fatta promotrice già nel 2007 di una proposta di legge, lanciando in seguito anche una petizione nazionale per chiedere al Parlamento che l’uso della bicicletta venisse «comunque coperto dall’assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico». Le oltre 10.000 firme raccolte, fra cui anche alcune adesioni istituzionali di regioni, province e comuni, vennero consegnate ai parlamentari “amici della bici” nel febbraio 2010.

Nel frattempo, proseguiva senza sosta la nostra campagna di opinione.

Attraverso il Servizio legale FIAB, chi scrive aveva intessuto – tra settembre 2010 e luglio 2011 – una fitta corrispondenza sia con la Direzione Generale INAIL sia con il Ministero del lavoro, da cui l’Ente assicurativo dipende. Le risposte che avevamo ricevuto (poi riversate in una nota diffusa dallo stesso INAIL con lettera della Direzione centrale prestazioni n. 8476 del 7.11.2011) in parte mitigavano le precedenti esclusioni, riconoscendo sì la possibilità di indennizzare il lavoratore infortunato in bici nel tragitto casa-lavoro, ma solo nel caso in cui l’evento si fosse verificato… su un itinerario ciclabile ovvero in zona interdetta alla circolazione dei veicoli a motore. Questa soluzione, pur dimostrando in qualche misura la buona volontà dell’Ente assicurativo a favore della massima estensione interpretativa consentita dalla legge vigente, era per altro verso gravemente insoddisfacente, considerando che è a tutti noto quale sia, in Italia, lo stato della rete ciclabile, sia dal punto di vista qualitativo, sia quantitativo. E ciò rendeva ancora più ineludibile la necessità di una soluzione legislativa.

Negli anni, oltre ad avere cercato di tenere informati tutti i nostri soci, abbiamo anche attivato una mobilitazione diffusa chiedendo a cittadini e istituzioni di sostenere la nostra battaglia.

Incardinato dunque in Parlamento, tra alti e bassi, momenti in cui sembrava cosa fatta e altri in cui ci sentivamo sopraffatti, il provvedimento ha finalmente visto la luce con la novella legislativa ricordata all’inizio.

Come cambia, qual è lo stato della normativa, oggi?

Il Legislatore, con l’intervento contenuto nelle norme del Collegato Ambientale, ha dunque espressamente sancito che, a prescindere dal tratto stradale in cui l’evento si verifica, l’infortunio in itinere in bici deve essere, al ricorrere di tutti i presupposti stabiliti dalla legge per la generalità degli infortuni in itinere, sempre ammesso all’indennizzo.

L’INAIL, con la Circolare 14/2016 ha confermato che, per quanto riguarda gli infortuni avvenuti facendo uso di tutte le altre tipologie di mezzi privati, eccetto la bicicletta, nulla cambia anche con riferimento alla valutazione relativa al carattere “necessitato” del mezzo di trasporto privato.

Con la Circolare citata, l’INAIL ribadisce i requisiti necessari al riconoscimento dell’infortunio in itinere, che continuano a valere anche in caso di uso del “velocipede” (così, ancora oggi, la legge italiana definisce la “bici”).

Normalità del percorso.

Innanzitutto, va ribadito il concetto di normalità del percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro che deve essere affrontato per esigenze e finalità lavorative e, ovviamente, in orari confacenti con quelli lavorativi in modo tale che il lavoratore non abbia possibilità di una scelta diversa, né in ordine al tragitto, né in ordine all’orario.

Il percorso da seguire deve essere quello normalmente compiuto dal lavoratore, anche se diverso da quello oggettivamente più breve, purché giustificato dalla concreta situazione della viabilità (es. traffico più scorrevole rispetto a quello del percorso più breve, ecc.).

Interruzioni o deviazioni del percorso.

Anche nell’ipotesi di infortunio occorso a bordo del velocipede, la tutela assicurativa non opera nel caso di interruzioni e deviazioni del percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro che siano del tutto indipendenti dal lavoro o comunque non necessitate.

Le brevi soste che non espongono l’assicurato a un rischio diverso da quello che avrebbe dovuto affrontare se il normale percorso casa-lavoro fosse stato compiuto senza soluzione di continuità non interrompono, invece, il nesso causale tra lavoro e infortunio e, dunque, non escludono l’indennizzabilità dello stesso.

Utilizzo del mezzo di trasporto privato.

Ai fini della tutela assicurativa, ogni volta che il tragitto può essere compiuto a piedi o con mezzi pubblici, l’eventuale scelta del mezzo privato deve risultare “necessitata”.

L’uso del mezzo privato è ritenuto necessitato quando non esistono mezzi pubblici di trasporto dall’abitazione del lavoratore al luogo di lavoro (o non coprono l’intero percorso), nonché quando non c’è coincidenza fra l’orario dei mezzi pubblici e quello di lavoro, o quando l’attesa e l’uso del mezzo pubblico prolungherebbero eccessivamente l’assenza del lavoratore dalla propria famiglia.

La valutazione in ordine alla necessità dell’uso del mezzo privato di trasporto va condotta con “criteri di ragionevolezza”. Tali criteri sono stati così individuati:

  1. la sussistenza di un rapporto causa-effetto tra il percorso seguito e l’evento, per cui il percorso deve costituire quello normale per recarsi al lavoro e per tornare alla propria abitazione;
  2. la sussistenza di un nesso causale, sia pure occasionale, tra l’itinerario seguito e l’attività lavorativa, cioè il percorso non deve essere seguito per ragioni personali o in orari non ricollegabili al lavoro;
  3. la necessità dell’uso del mezzo privato, per cui si deve tener conto degli orari di lavoro e di quelli dei servizi pubblici, della eventuale carenza o inadeguatezza di mezzi pubblici, della distanza tra il posto di lavoro e l’abitazione al fine di determinare la percorribilità a piedi o meno.

La valutazione della necessità del mezzo privato va fatta caso per caso, ma – e questo è il frutto della modifica legislativa qui in commento – risulta superflua per gli infortuni avvenuti a bordo della bici, essendo il suo utilizzo ora equiparato per legge a quello del mezzo pubblico o al percorso a piedi.

Infine, l’indennizzo è applicabile anche qualora l’infortunio si sia verificato per colpa del lavoratore, salvo comprensibilmente che non si tratti di un comportamento abnorme, idoneo a interrompere il nesso di causalità fra lavoro e infortunio sfociando nel cd. rischio elettivo, che identifica un comportamento, contrario al buon senso, adottato dal lavoratore in conseguenza del quale si è verificato un infortunio.

Da ciò deriva infine che anche l’infortunio in itinere in bici potrà essere escluso dalla tutela ogni volta che, esaminate le circostanze in cui si è verificato (l’ avere imboccato una strada vietata alla circolazione della bici o l’aver guidato in stato di ubriachezza, per esempio), la qualificazione dell’elemento soggettivo del lavoratore vada definita nell’ambito del rischio elettivo sopra citato, e non della mera colpa.

Possiamo dunque essere fieri di un traguardo raggiunto che va a beneficio di tutti i cittadini che usano la bici per la mobilità casa-lavoro.

Concludendo, riconosciamo che quella per il riconoscimento legislativo dell’infortunio in itinere in bici è stata una battaglia lunga, impegnativa, faticosa, ma possiamo affermare senza timore di smentita che, se non ci fosse stato il nostro impegno a tener fermo il tema nell’agenda politica, oggi non potremmo celebrare questo risultato frutto di un lavoro collettivo paziente e tenace: dobbiamo ricordarcene, quando, magari a volte anche per stanchezza o per distrazione, mettiamo in dubbio l’utilità dell’impegno associativo.

(*) responsabile Servizio Legale FIAB

Per altre informazioni:

http://fiab-onlus.it/bici/attivita/campagne-ed-interventi/in-itinere.html

http://www.bici-initinere.info/

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LibrinBici a Crema

LibrinBici: dalla biblioteca a casa tua, il nuovo servizio proposto da Comune di Crema e Fiab

Dalla Biblioteca comunale a casa tua: con l’inizio del nuovo anno, l’assessorato alla Cultura del Comune di Crema in collaborazione con Fiab Cremasco propone ai cittadini un nuovo servizio di consegna libri a domicilio.

welfarenetwork, 15/01/2017

Nata su suggerimento di un cittadino cremasco, l’iniziativa è pensata per favorire l’accesso al patrimonio della biblioteca comunale di Crema, ed è rivolta ai cittadini che per diversi motivi non riescono a recarsi presso la sede bibliotecaria per prestiti o consegne. Il nuovo servizio sarà gratuito, e permetterà di ritirare i libri prenotati e restituire quelli presi in prestito.

Come funziona LibrinBici:

  • Il cittadino può prenotare in modo autonomo i libri desiderati rivolgendosi agli sportelli della biblioteca o accedendo al catalogo virtuale, prenotando direttamente on line o via e-mail.
  • La biblioteca avvisa l’utente per comunicare la disponibilità del libro, pronto per essere ritirato: per richiedere il servizio a domicilio basta inviare una e-mail all’indirizzo libriinbici@fiabcremasco.it. Fiab risponderà alle richieste, per fissare luogo e data di consegna.
  • Fiab ritira il libro a nome dell’utente e lo consegna secondo gli accordi presi direttamente con lui;
  • Per la restituzione, il meccanismo è lo stesso: il cittadino può contattare direttamente Fiab che provvederà alla riconsegna del libro in biblioteca.

“Ringrazio Luca Filisetti, cittadino attivo e curioso che ha ideato e proposto al Comune questa iniziativa nuova e geniale, e i volontari Fiab, che hanno accettato la  collaborazione con entusiasmo – commenta l’assessore alla cultura Paola Vailati –  Librinbici sarà una prova di cittadinanza attiva, oltre che esempio di quel ‘fare comunità’ che in qualità di amministrazione promuoviamo da anni. Sono certa che questo servizio incrementerà ulteriormente i già numerosi prestiti libri che la biblioteca di Crema gestisce.  Invito chiunque sia interessato a contattarli per  ‘portare a spasso’ la cultura”.

“Con questo servizio Fiab intende rispondere alle esigenze delle persone realmente impossibilitate a recarsi in biblioteca in modo autonomo – spiega Davide Severgnini, referente Fiab – Iniziative di questo tipo evidenziano inoltre quanto la bicicletta rappresenti il mezzo di trasporto privilegiato per gli spostamenti in città, nel rispetto di una cultura

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Settimana Europea Mobilità 2016

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Dal 16 al 22 settembre torna la “Settimana Europea della Mobilità…in bicicletta”

La Settimana Europea della Mobilità rappresenta per Fiab un appuntamento fisso: è l’occasione per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano e per il tempo libero, e rafforzare le collaborazioni con le pubbliche amministrazioni per rendere più ciclabili le nostre città.

Quest’anno la commissione europea propone il tema della mobilità sostenibile come un vero investimento per l’Europa’ visti gli stretti legami tra il trasporto e l’economia.

I vantaggi della mobilità intelligente si applicano a tutti i livelli – dal pubblico al settore privato, dagli interessi sociali a quelli individuali. Nel 2016 dobbiamo incoraggiare le amministrazioni pubbliche e i politici a guardare alla mobilità intelligente e sostenibile come un investimento per il proprio paese.

Le centinaia di eventi organizzati a livello locale e regionale sono una grande opportunità per far conoscere ed apprezzare le eccellenze storiche e culturali dei nostri territori; la promozione dei percorsi ciclabili è lo stimolo per una crescita verso modelli europei, con la creazione di nuove opportunità di lavoro.

Per l’edizione 2016 Fiab invita tutti a registrarsi, inserire i propri eventi nel calendario nazionale all’interno del sito con una veste grafica aggiornata www.settimanaeuropeafiab.it

Venerdì 16 settembre 2016 Fiab propone per il terzo anno la giornata dedicata al Bike to Work

E’ l’occasione per usare la bicicletta per andare al lavoro: dipendenti di aziende, commercianti, amministratori pubblici e studenti, tutti possono provare per farla diventare una salutare abitudine quotidiana.

Partecipare alla Giornata Nazionale del Bike to Work può essere anche un gioco! Iscrivere la propria azienda su www.biketowork.it, scaricare l’App e pedalare. Si possono vincere premi semplicemente andando al lavoro in bicicletta!

Informazioni supplementari per le iniziative delle singole città e riferimenti alle passate edizioni sono reperibili sullo stesso sito o scrivendo a info@settimanaeuropeafiab.it

Le nostre città hanno bisogno di una mobilità più intelligente per un’economia più forte: rendiamola possibile con la bicicletta!

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