Vacanze di Natale, occasione più unica che rara per pestare un po’ di neve tutti insieme e per far provare le ciaspole al figlio. Muoversi all’ultimo minuto costringe a dover adattare il programma alla sistemazione che si riesce a trovare. Direi che è andata bene, nel complesso: abbiamo passato due giorni in Trentino, fra Valli Giudicarie e Val Rendena, alloggiando in un B&B a Tione.
Val Breguzzo e rifugio Trivena
Per la prima escursione abbiamo scelto un itinerario non impegnativo ma con dislivello dignitoso in Val Breguzzo, che è una valle laterale delle Giudicarie inferiori. Ricade nel territorio del Parco Naturale Adamello Brenta, appartiene al bacino idrografico del Sarca ed è percorsa dal torrente Arnò, suo affluente di destra, che nella parte alta si divide in due corsi distinti: l’Arnò ed il Roldòne. Le cime che la delimitano appartengono al Gruppo dell’Adamello-Sottogruppo del Breguzzo.
Si tenga presente che la zona è a rischio valanghe: dopo Pont d’Arnò c’è un cartello con indicazione dei canaloni a rischio e lungo il tragitto le zone critiche sono segnalate (e non si tratta di allarmismo…). È opportuno consultare preventivamente il bollettino valanghe.
Come arrivare
La valle si imbocca nell’abitato di Breguzzo (comune di Sella Giudicarie).
Arrivando da Tione (da Madonna di Campiglio o Trento), si prende una deviazione sulla destra, ben segnalata. Arrivando da sud (Brescia) il cartello di avviso deviazione è prima del ponte, l’incrocio segnalato è poco più avanti, ma la svolta a sinistra è poco agevole: è più comodo svoltare appena dopo ilnponte, seguendo le indicazioni per il parco avventura e il noleggio bici (cartello arancione, svola sinistra e all’incrocio in cima alla salita ancora a sinistra).
Si risale la valle fino a Pont d’Arnò, poco dopo si attraversa il ponte e si prosegue ancora per qualche centinaio di metri.
In funzione dell’innevamento, si può parcheggiare in prossimità del Parco Avventura o proseguire fino alla centrale. Fino qui abbiamo trovato la strada pulita, oltre c’era un po’ di neve e ghiaccio ma volendo si poteva proseguire fino al parcheggio di Ponte Pianone.
Itinerario
Come riferimento prendiamo i 1150 m slm del Parco Avventura, ubicato in corrispondenza del l’innesto della valle del Roldòne.
Si segue la strada che costeggia l’Arnò in destra idrografico, si passa accanto alla centrale e si raggiunge il parcheggio. Già in questo tratto sono indicate le zone a rischio scarica, le zone più a rischio le si incontra più avanti.
Dal parcheggio il percorso “standard” e certamente più sicuro segue la forestale che, passato il ponte, svolta a sinistra e sale nel bosco con qualche ampia curva e pendenze abbordabili. Noi abbiamo trovato la pista battuta molto bene, inizialmente con poca neve e qualche tratto un po’ scivoloso ma si poteva salire tranquillamente con gli scarponi. Man mano che si prosegue la coltre nevosa aumenta di spessore… e le pendenze aumentano, mentre lancio una “sfida” al mio compagno: vieni a farla in mtb?
Con un doppio tornante si supera Malga Acquaforte (1374m slm), in questa zona sulla sinistra si stacca un sentiero nel bosco che riporta verso il parcheggio (ne parlerò successivamente).
Le pendenze salgono ulteriormente, man mano che si sale e la valle si apre diventa evidente che salire qui con bici “muscolare” non è proprio così facile. La forestale in un paio di punti si riduce ad un sentiero ricavato sulle scariche di valanghe scese ad inizio stagione a causa delle copiose nevicate, ma si procede comunque senza problemi, anche se la neve è meno compatta.
Ancora qualche curva e si guadagna la vista del rifugio Trivena, ai piedi di una conca che è un paradiso per scialpinisti. Proseguire oltre richiede l’uso delle ciaspole e neve ben assestata, ma i dislivelli si fanno impegnativi. La quota qui non è infatti particolarmente elevata, siamo intorno ai 1650… Le creste circostanti sono anche 1000m più in alto!
Qui ci si rende conto di quanto ha nevicato prima di Natale, il cappello bianco sui massi erratici la dice lunga!
Ci rifocilliamo al rifugio e poi ci rimettiamo in marcia, prima però facciamo indossare le ciaspole ad Ettore, per fare un po’ di pratica. Il ragazzo non trova grossi problemi, anche perché non è proprio piccolino e le mie hanno dimensioni contenute. Ci fa tranquillamente mezza discesa.
Scendendo decidiamo di prendere la “variante Bosco”, sentiero decisamente più divertente (soprattutto per il figlio, che detesta le forestali, infatti in salita ha sbuffato non poco). Non so se è stata una scelta intelligente (che comunque è assolutamente da evitare in caso di pericolo, perché si attraversano un paio di canalini non proprio rassicuranti). Il sentiero a tratti è libero dalla neve, il problema maggiore lo troviamo nell’attraversamento di un ruscello perché l’asse che fa da ponte, un po’ troppo esile per lo scopo, è privo di un appoggio, presumibilmente portato via dalla corrente, ed oscilla paurosamente.
Passato questo ostacolo, raggiungiamo agevolmente il parcheggio e, da qui, l’auto.
Dati percorso e traccia
Complessivamente, il tragitto di andata è di circa 5km per 500m D+. È quindi necessaria 1h30′ circa.
Avendo malauguratamente messo in pausa Strava durante la salita, metto qui il link al percorso seguito in discesa.
Commenti recenti