Archivi del mese: novembre 2015

Velokafi

Come fare colazione il lunedì mattina (freddo permettendo…)

Velokafi, il bar per chi è in bici

di Enrica Bartalotta – tuttogreen.it, 24/01/2014

A Zurigo si sono attrezzati: ora la pausa caffé non è solo gustosa ma utile e divertente.

Vorresti fermarti al bar ma sei in bici e ci metteresti un’eternità solo a trovare un parcheggio? Vorresti appoggiare la tua due ruote davanti al bar ma temi il peggio?

A Zurigo hanno risolto il problema. C’è Velokafi, il primo bar a portata di bici. Ti siedi, prendi il tuo caffé, tenendo la tua bici sotto stretto controllo: dei tuoi piedi perché la tua seduta è il tuo sellino. Niente occhiatacce ai passanti sospetti e torcicolli, niente catene, catenacci o lucchetti, niente affanno nel dover cercare una rastrelliera il più possibile vicina all’entrata: il tuo parcheggio è il bar; perciò goditi il caffé in pace, all’aperto, sul lungofiume. Che cosa c’è di meglio?

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Parco del Beigua patrimonio UNESCO

PARCO DEL BEIGUA, IL POLMONE VERDE LIGURE DIVENTA PATRIMONIO UNESCO

di Dominella Trunfio – greenme.it, 23/11/2015

Era già stato inserito nel 2005 nella Rete globale dei Geoparchi adesso arriva un ulteriore riconoscimento: il Parco del Beigua diventa ufficialmente patrimonio Unesco.

A cavallo tra le province di Genova e Savona, anche questo polmone verde, dopo i Palazzi Rolli e il centro storico di Genova (nel 2006), Portovenere e le Cinque Terre nello Spezzino (nel 1997), conferma l’immenso patrimonio artistico e naturale ligure, che vanta oggi ben tre siti Unesco.

Il riconoscimento arriva direttamente da Parigi dove, la Conferenza generale Unesco, ha approvato la creazione di una nuova categoria di siti, i Geoparchi mondiali, una lista che ad oggi comprende 120 geoparchi in 36 Paesi di cui 69 in Europa e 10 in Italia.

I Geoparchi sono una realtà straordinaria e importante del nostro Paese che merita di essere consolidata sia a livello nazionale che internazionale. Occorre rendere ancora più visibile il lavoro attento, importante e fondamentale realizzato dai Geoparchi italiani, ha detto Vincenza Lomonaco, ambasciatore italiano presso l’Unesco a Parigi.

Oltre al Beigua, sono stati eletti a meraviglie del mondo altri 119 siti.

Una straordinaria occasione che viene fornita alle amministrazioni locali, alle imprese e agli operatori economici impegnati nel settore per promuovere e incentivare il turismo naturale, culturale, sportivo, ricreativo, gastronomico, scolastico e religioso, ha spiegato Daniele Buschiazzo, neo presidente dell’Ente Parco del Beigua.

È un riconoscimento molto prestigioso di cui siamo orgogliosi che vuole premiare non solo le caratteristiche ambientali e storico-culturali del sito del Beigua, ma anche le modalità gestionali adottate per valorizzare e promuovere lo sviluppo locale in questo territorio, ha chiarito Giacomo Giampedrone, assessore all’Ambiente Regione Liguria.

Il Parco naturale regionale del Beigua, il più vasto della Liguria, viene definito come un mosaico di ambienti poiché il suo territorio è tanto bello quanto diversificato. La sua vicinanza al mare unita al dislivello altitudinale regala, infatti,  una vegetazione molto varia e una fauna dominata da lupi, cinghiali, caprioli, lepri, tassi e oltre 86 specie di uccelli ma anche salamandre, tritoni e rane.

Queste caratteristiche rendono il Parco un luogo adatto a trekking, escursioni e sport, in pochi minuti guardandosi intorno ci si immerge a pieni polomoni tra castagni, pini, faggi e non solo. Un territorio incontaminato che riceve un ulteriore riconoscimento per continuare a preservare il proprio paesaggio naturale.

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In marcia (e in sella) per il clima

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Delago

Tre amici scalano la Torre Delago dopo le prime nevicate di ottobre.

Video: Aerovista (trovato grazie a Fassa Sport Community)

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Meglio tardi che mai…

La ciclabile sì, ma dopo l’Expo

bikeitalia.it, 20/11/2015

Meglio tardi che mai: pochi giorni fa è stata inaugurata la pista ciclopedonale di Nova Milanese, un percorso green scelto e finanziato dalla Regione Lombardia per raggiungere in maniera ecologica Expo 2015. L’apertura al pubblico è avvenuta il 15 novembre, due settimane dopo la chiusura di Expo: segno che la ciclabilità non era evidentemente in cima ai pensieri di chi doveva e poteva impegnarsi di più per cercare di aprire il percorso quantomeno a manifestazione in corso.

La notizia, riportata dal sito online Il Cittadino di Monza-Brianza, evidenzia come i collegamenti in bicicletta con il sito di Rho dell’Expo siano stati un po’ marginalizzati rispetto allo spazio concesso ai parcheggi per le auto e ai collegamenti di trasporto pubblico locale. Il 29 giugno scorso avevamo già scritto in merito alle difficoltà di raggiungere l’Expo in bici e di poter legare la propria due ruote nei pressi dei padiglioni espositivi (a meno di non recarsi in un determinato punto di accesso, mentre altri ingressi non erano provvisti di stalli per bici).

L’intervento di Nova Milanese è stato pensato per favorire gli spostamenti in bici nel tratto che collega il Parco del Grugnotorto con la ciclabile che costeggia il canale Villoresi. L’area del Parco Nord con questa nuova opera di ricucitura della ciclabilità è stata sicuramente valorizzata: non è stata sfruttata per l’Expo, speriamo che diventi un importante collegamento per il futuro.

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Il Pordoi, la luna e tu

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Rendez-vous nel cielo, fra il Pordoi e Sas Becè (gennaio 2009)

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Il piano bici di Parigi

Torniamo a pensare a Parigi in positivo…

Il nuovo piano bici di Parigi: cosa prevede il prossimo quinquennio

tuttogreen.it, 21/04/2015

La capitale francese vuole diventare la capitale mondiale della bicicletta ed essere percepita come una città amica dei ciclisti: scopriamo il nuovo piano bici di Parigi per il quinquennio 2015-2020.

Abbiamo già parlato in altre occasioni del nuovo corso parigino in relazione alle due ruote e il nuovo piano bici conferma il trend in atto: il piano 2015-2020 prevede un investimento pari a oltre 150 milioni di euro, con il quale sarà possibile raddoppiare la lunghezza delle vie ciclabili entro il 2020, passando dagli attuali 700 km fino ai 1400 km previsti, ed agevolare così gli spostamenti casa-lavoro su due ruote.

Con questo ambizioso progetto si punta a realizzare un’area ciclabile che si estende lungo due assi principali della città (nord-sud ed est-ovest) collegando anche le aree boschi periferiche della capitale francese.

Il piano bici francese ha pensato anche alla sicurezza e alla tutela dei ciclisti predisponendo il doppio senso nelle vie a senso unico e delle regole atte a garantire la convivenza tra i diversi utenti dello spazio pubblico. Sono state previste anche nuove norme per la circolazione come il diritto di precedenza dei ciclisti ai semafori che sarà esteso a tutti gli incroci della città.

Anche la disponibilità di stazioni e parcheggi per i veicoli a due ruote sarà ampliata secondo il piano parigino che ha in programma la realizzazione di nuove aree più piccole ma in numero maggiore.

Uno degli obiettivi più ambiziosi e alti di questo progetto consiste sicuramente nel mirare a costruire una cultura della bici sostenendo la realizzazione di luoghi ad essa dedicati, come officine per la riparazione, centri per l’apprendimento, etc. In parallelo si cerca di rendere questo passatempo pienamente esprimibile grazie alle piste ciclabili all’interno della capitale parigine e nei suoi boschi realizzate come percorsi cicloturistici. A questo proposito anche gli incentivi rivolti agli acquirenti di bici elettriche nuove o bici cargo rientra in questo tipo di politica. Si prospetta anche il rinnovo del bike sharing di Vélib con la messa a disposizione anche di ebike.

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Neve in Val Duron

Della Val Duron in versione estiva ne ho parlato qui.

In inverno ha un fascino tutto suo, ecco un po’ di scatti scattati nell’inverno 2008-2009, quando, da perfetta scavezzacollo, sono venuta qui da sola, incinta di due mesi, mentre il mio moroso era a sciare. Per la cronaca, c’erano -12°C.

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Diamo strada alle persone

Intervento di Matteo Dondé a Bike&TheCity: Diamo strada alle persone. Milano, 23 ottobre 2015

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Girovagando il mondo

A chi non piacerebbe mollare tutto e fare il giro del mondo? Beh, questo ragazzo lo ha fatto. E non si è più fermato. L’articolo è dello scorso anno, ma se andate sul blog di Carlo potete vedere i nuovi posti che ha visitato.

Intervistiamo… Carlo Taglia, del blog ‘Girovagando il Mondo’

Un italiano, un sogno e nessun aereo: 528 giorni, 95450 km e 24 nazioni. Il giro del mondo di Carlo è stato completato il 18 Marzo 2013.

di Alessandra Turco – intermundial.it, 31/10/2014

Carlo, autore del blog Girovagando il Mondo e del libro Vagamondo, è un giovane torinese che, nel 2011, decise di mollare le sicurezze di una vita tranquilla per realizzare il suo sogno: fare il giro del mondo senza aerei.

Oggi, dopo aver compiuto la sua missione, continua a scrivere nel suo blog le sue esotiche avventure. Chiaccheriamo con lui da Chiang Mai, Thailandia, dove sta facendo un corso di massaggi tradizionali thailandesi e si prepara per il suo prossimo destino: Myanmar.

Carlo, a 26 anni hai deciso di mollare tutto e di partire all’avventura. Cosa ti ha spinto a compiere questo passo?

Un forte malessere nei confronti della società materialista e consumista in cui stavo crescendo. Un’irrequietezza di fondonella classica e schematica vita che ci insegnano a vivere. Il desiderio di dedicare gli anni migliori della mia vita ad un’esperienza straordinaria come il viaggio. La sete di conoscenza e verità. Ma soprattutto, l’esigenza di dare un senso più profondo alla mia vita.

Hai deciso di viaggiare senza aerei, perché?

Dopo varie esperienze di viaggio mi sono reso conto che più è complicato il viaggio e più hai da imparare. Così ho deciso di affrontare un’ esperienza particolare per mettermi alla prova ogni giorno in situazioni nuove e imparare ad adattarmi a quello che trovavo sulla strada. Ma anche per vedere il mondo cambiare lentamente davanti ai miei occhi, per condividere lunghi viaggi con le popolazioni locali. Conoscere le reali dimensioni di questo stupendo pianeta.

Quali paesi hai visitato e quale quello che di più ti ha conquistato?

Il viaggio senza aerei è iniziato in Nepal. Poi India, Sri Lanka, Malesia, Thailandia, Cambogia, Vietnam, Cina, Corea del Sud. Da un mercantile per attraversare l’Oceano Pacifico in 22 giorni e arrivare in ColombiaEcuador, Perù, Bolivia, Cile,Argentina e Brasile. Un altro mercantile fino alla Spagna, Francia, Belgio, Germania, Polonia, Ucraina e Russia dove ho concluso con il treno transiberiano fino all’ultima stazione davanti al Giappone, Vladivostok. Tanti paesi mi sono rimasti nel cuore ed ognuno per ragioni diverse. Ma quello che ha lasciato di più il segno è stato l’India.

Come ti trovi viaggiando da solo? E’ una tua scelta o, a volte, ti manca un compagno di viaggio?

Sono 9 anni che viaggio da solo. Appena ventenne mi sono reso conto che se aspettavo gli altri non avrei combinato nulla nella vita e così mi son detto perché non iniziare da solo. Da lì ho scoperto un’esperienza di viaggio straordinaria perché molto introspettiva. Ho conosciuto me stesso profondamente e mi sono aperto a 360 gradi al mondo. Per me il vero viaggio è solitario perché non bisogna avere nessun freno o limite creato da un compagno. In ogni caso dopo 10 anni di viaggio solitario non sarebbe male trovare un giorno anche un adeguata compagna con cui condividere tutto ciò. Ma solo se con un profondo spirito di adattamento se no rimango nella mia serena solitudine.

‘Vagamondo’, il tuo primo ‘diario di viaggio’, sta riscuotendo un enorme successo. Te lo aspettavi?

Sinceramente il libro è nato senza troppe aspettative. Ho pensato mal che vada rimarrà un diario di viaggio ricordo per me. Invece mi sono ritrovato per settimane e mesi tra i bestseller nel mio paese davanti ad un maestro come Terzani e in un annno ho venduto 4000 di copie. Ho già vinto un premio letterario. Per un libro autoprodotto in vendita solo sul web e senza nessuno che mi aiuta a promuoverlo mai avrei osato sognare un tale successo, anche se sono un sognatore.

Un’avventura durante il viaggio che ricordi con simpatia?

I ricordi più belli derivano dalle esperienze nella natura estrema. Come quando ho raggiunto la vetta del vulcano Misti in Perù a 6000 metri. Eravamo partiti in 5 poi gli altri si son sentiti male per il mal di montagna. Ho deciso di proseguire da solo e quando sono arrivato in vetta a fianco del vulcano fumante è esplosa dentro me una gioia incontenibile, urlavo e piangevo di felicità. Ho fatto un video lassù che ogni volta che rivedo mi strappa un sorriso straordinario.

Cosa non puoi non portare sempre con te durante i tuoi viaggi?

I tappi per le orecchie, un buon libro e tanta buona musica da raccogliere in giro per il mondo. Ma i tappi sono assolutamente ciò che conta di più per me. Per dormire nei pullman, nelle stazioni, in camerate di ostelli o a volte anche per strada nel caos delle città avendo il sonno leggero i tappi sono fondamentali. I libri e la musica sono degli ottimi compagni per i viaggiatori solitari.

Cosa cosiglieresti a chi, come te, sente il bisogno di partire?

Assolutamente di farlo. Non importa come, ma di trovare una soluzione per farlo. Se si sente il richiamo della strada lo si deve seguire. Ognuno di noi ha una situazione di diversa, infatti può essere un progetto a breve o a lungo termine, ma bisogna coltivarlo giorno per giorno per arrivare a realizzarlo. L’importante è non avere paura e fare il primo passo, perché una volta fatto si apriranno porte e portoni che ora non potete neanche immaginare. E sarà straordinario, ve lo posso assicurare. Buona vita a tutti!

Buon viaggio, Carlo!

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